Brescia. L’Associazione C.AR.M.E, nata con l’intento di creare una sinergia tra tutti coloro che ritengono l’arte uno strumento per arricchire e migliorare la società odierna, ospita fino a domenica 9 giugno: The Stolen Child, l’affasciante mostra personale di Leonardo Anker Vandal.
L’artista danese, residente a Brescia da diversi anni, svela i suoi lavori negli spazi dell’ex Chiesa SS. Filippo e Giacomo, incoraggiando una profonda esplorazione dell’animo umano attraverso un’esposizione che abbraccia i temi del dolore, della cura e dell’accettazione.
Il titolo della mostra si ispira all’omonima poesia di William Butler Yeats, basata sulle credenze popolari irlandesi. Nel componimento viene narrato il rapimento di un bambino da parte di creature fatate, metafora utilizzata per elaborare il dolore causato da una morte sconvolgente, che coglie la vita ancora in boccio. Un simbolismo che affonda le radici nelle profondità dell’esperienza umana, trasformando il dolore in un viaggio di consapevolezza e guarigione.
L’infanzia tormentata dell’artista diventa il terreno fertile su cui si innesta questa narrazione, offrendo al pubblico una riflessione personale e universale sui ricordi di un tempo ormai passato.
Attraverso opere minimaliste fuse ad un’estetica gotica, Leonardo Anker Vandal conduce il visitatore in un territorio di mezzo, fatto di acqua e radici, di oscurità e cicatrici, invitandolo a intraprendere un percorso interiore volto a concludersi con una catarsi, un processo di purificazione delle emozioni che conduce a una sensazione di liberazione e sollievo.
Negli spazi di C.AR.M.E. sarà presente un’opera site-specific dominante nella navata principale: Sous-Bois, una creatura mostruosa, emanazione dei tormenti interiori, avvolta in lattice e radici e circondata da vasche di alluminio colme di un liquido nero, offrendosi come specchio in cui i visitatori possono osservarsi e giungere ad una maggiore comprensione e accettazione della propria condizione umana.
Leonardo Anker Vandal è un artista totale, capace di padroneggiare i diversi medium dell’arte: dalla pittura alla scultura, dalla scrittura all’installazione. Con The Stolen Child, trasforma esperienze legate ai traumi infantili in un linguaggio visivo che colpisce dritto allo stomaco, mantenendo però quella distintiva poetica ed estrema delicatezza che caratterizza la sua intera produzione. I temi centrali della mostra – interiorità, ricordo, dolore e guarigione -vengono esplorati attraverso un percorso artistico che oscilla tra realtà ed illusione, offrendo al pubblico la possibilità di riflettere sul proprio vissuto in un contesto di bellezza e introspezione.
The Stolen Child invita lo spettatore a partecipare ad un’esperienza unica che va oltre la mera contemplazione artistica, in un viaggio attraverso l’oscurità e la luce che risiedono dentro ad ognuno, immergendosi, di fatto, nell’animo umano più profondo.