Verona. La fauna selvatica del territorio veronese, così come animali scelti tra le specie in via di estinzione, sono i protagonisti delle opere di Samuele Drago presentate a Palazzo Pompei, sede del Museo di Storia Naturale di Verona. “Samuele Drago, sulle tracce di Orfeo” l’esposizione riunisce venti opere del giovane artista veronese, scelte a dialogare con gli esemplari delle storiche raccolte naturalistiche della collezione civica.
Dal 21 gennaio al 4 maggio le opere Samuele Drago, tra gli allievi più talentuosi dell’Accademia Cignaroli, dimostrano piena padronanza della disciplina che, più di altre, ha una funzione cardine nelle arti figurative, il disegno. Samuele ha approfondito l’uso della matita e del pastello giungendo a risultati di alto livello qualitativo per raffinatezza tecnica e regia compositiva. Dopo l’iniziale fase monocromatica, attualmente svariati sono i materiali cui fa ricorso, tra i quali grafite e china, pittura acrilica e inchiostri, oltre all’uso preponderante dei pastelli cretosi.
Lo spunto è offerto dall’interesse di Drago per il mondo animale, interpretato con profonda sensibilità e intensità espressiva. La rappresentazione delle specie appartenenti al contesto della Lessinia, così come l’immagine dei grandi predatori che sempre hanno ispirato l’immaginario di molta letteratura d’avventura, offre la visione di un ricco campionario di rapaci, felini e mammiferi, colti in movenze e sguardi resi con estrema vividezza. Gli ornamenti del piumaggio o del manto sono sempre definiti con una minuzia descrittiva, aperta spesso a una libertà espressiva non sempre strettamente fedele a una canonica resa naturalistica del soggetto.
Con un nuovo trittico di grande formato si presenta all’appuntamento veronese, imperniato sulla maestosa apertura alare di un allocco in volo. In questo, come in altri lavori riuniti nella rassegna, Drago dimostra di saper cogliere l’espressività degli animali con rara capacità di introspezione psicologica; sa porre in evidenza lo spirito racchiuso nel profilo austero di un predatore, nello sguardo acuto di un falco o in pose esaltate da incidenze di luce di forte valenza scenografica.
La fitta tessitura cromatica, costruita con l’uso sapiente del pastello, ne riconferma le doti di fine colorista. Drago punta, dunque, l’attenzione sull’universo animale in chiave inedita; e il Museo di Storia Naturale è senz’altro la sede più idonea per presentare al pubblico l’esito della sua ricerca.
La mostra di Samuele Drago sperimenta, dunque, un modello cooperativo intento ad abbracciare più mondi, discipline e generazioni: un museo civico, una storica istituzione artistica cittadina, un ateneo lombardo specializzato nell’architettura e un gruppo affiatato di giovani studenti. Attorno all’artista e alla sua opera si è concentrato quindi il lavoro di professionisti museali, docenti universitari, accademici e studenti e si sono cimentate discipline umanistiche e scientifiche, dalla storia della natura, alla zoologia, all’arte della pittura, all’architettura.