Una rete viva, dinamica e competente, capace di far fronte alle richieste di sostegno dei bambini e dei ragazzi privi di cure familiari o a rischio di perderle.
É questo quanto emerge dall’ultimo Report Accoglienza (2018- 2022) realizzato da SOS Villaggi dei Bambini, unica realtà italiana che raccoglie e analizza, attraverso un applicativo contenente informazioni quali-quantitative comparabili con quelle rilevate nei sistemi di rilevazione nazionali, dagli organi governativi competenti, i dati degli accolti nei propri Programmi: bambini, ragazzi e mamme con i propri figli.
Una fotografia più che positiva dell’Organizzazione, determinata a dare spazio e attenzione ai bisogni delle nuove generazioni, moltiplicando gli sforzi a favore dei minorenni in difficoltà e dei nuclei mamma con bambino.
Al 31 dicembre 2020 l’accoglienza residenziale in Italia conta stabilmente 25-26mila beneficiari di minore età – di cui 13.408 accolti nei servizi residenziali per minorenni, allontanati dalla famiglia di origine a scopo di tutela e protezione, e 12.815 in affidamento familiare (i dati non includono i Minori Stranieri Non Accompagnati-MSNA).
Mentre il triennio 2018-2020 conferma una diminuzione nel numero di minorenni accolti nei servizi residenziali (nel 2019 erano 14.053 e 13.992 nel 2018), si rileva una crescente presenza di minorenni migranti e MSNA: più di 1 minorenne su 3 è di cittadinanza straniera, un valore doppio rispetto all’incidenza rilevata nel 1998 (18%).
Le regioni in cui si registrano i valori più alti del tasso di accoglienza residenziale sono Liguria, con valori prossimi al 3 per mille, seguita da Molise, Sicilia e Puglia, mentre quelle in cui si registra un tasso più basso di accoglienza in strutture residenziali sono Valle d’Aosta, Marche, Umbria e Calabria con valori inferiori all’1 per mille1.
Al termine del 2022, secondo il Report Accoglienza, i beneficiari dei servizi di accoglienza residenziale dei Villaggi SOS rappresentano una quota più che significativa (1,4%) rispetto a quella assicurata dalle altre comunità presenti nel nostro Paese. Anche per questo motivo, i dati aggregati raccolti dall’Organizzazione e i trend analizzati si rivelano utili per l’analisi dell’intero scenario dell’accoglienza in Italia.
L’incidenza del dato relativo ai bambini e ragazzi stranieri (34%) è in linea con quello nazionale, pari a poco meno di 1 accolto su 3 e non sembra subire variazioni imputabili allo scoppio del conflitto in Ucraina, che ha visto SOS Villaggi dei Bambini attivarsi principalmente per l’accoglienza di famiglie e il ricongiungimento con adulti di riferimento ucraini.
Tuttavia, nello stesso periodo, si registra un’inversione di tendenza importante: il progressivo calo del numero di minorenni accolti a fronte di una crescita del numero di ospiti del Programma Mamma e Bambino.
“Il dato sembra evidenziare, da una parte, la tendenza dei Tribunali per Minorenni ad accogliere congiuntamente i nuclei mamma con bambino e rafforzare, ove necessario, le competenze genitoriali, dall’altra, riflette l’incremento del numero delle richieste che è coinciso con il periodo pandemico e l’aumento dei casi di violenza domestica e assistita da parte dei bambini” sostiene Samantha Tedesco, Responsabile Programmi e Advocacy di SOS Villaggi dei Bambini.
La fascia d’età largamente prevalente tra gli accolti nei Villaggi SOS è quella 14-17 anni (36%), un valore relativamente distante da quello medio nazionale, che interessa più di 1 ragazzo su 2. Un altro dato virtuoso per l’Organizzazione è rappresentato dalla quasi scomparsa delle accoglienze di bambini sotto i sei anni (9%).
In conformità con le Linee Guida ONU per l’accoglienza fuori famiglia, i Villaggi SOS accolgono più frequentemente preadolescenti e adolescenti, mentre soluzioni di affido familiare o insieme alle loro mamme vengono preferite per bambini al di sotto dei 6 anni che, per la loro età, hanno bisogno di adulti di riferimento che possano dedicarsi a loro in modo esclusivo.
Sul tema della durata dell’accoglienza, in linea con la legge 149/01 che fissa la durata massima in 24 mesi, nei Villaggi SOS le permanenze oltre i due anni interessano poco più di 1 beneficiario su 3. L’Organizzazione conferma, tra l’altro, la sua vocazione all’accoglienza di fratrie, con il 40% dei beneficiari inserito insieme a un fratello e/o una sorella nello stesso Villaggio SOS. In molti casi, si tratta di fratrie numerose e con età diverse, legami che è importante tutelare e rafforzare, anche qualora si presentino in forma disfunzionale.
Le ragioni che inducono al collocamento nei Villaggi SOS sono in linea con il dato nazionale, attribuibili quasi esclusivamente a condotte, attitudini e situazioni di vita dei genitori. Tra queste spiccano: la grave incapacità educativa e la negligenza della famiglia (66%), seguita a notevole distanza dalla conflittualità intrafamiliare (7%), il maltrattamento (6%), l’abuso (4%) e la violenza assistita (2%).
Una prassi consolidata e anche elemento virtuoso per i Villaggi SOS, continua a essere l’alta percentuale di beneficiari del Progetto educativo individuale (PEI), attraverso cui l’Organizzazione mira a favorire la partecipazione attiva dei bambini e dei ragazzi ai propri progetti di crescita. In termini percentuali, gli accolti nei Villaggi SOS che dispongono del PEI superano il 90% mentre a livello nazionale si giunge a un valore di poco superiore al 50%.
“Il coinvolgimento diretto dei bambini e dei ragazzi nei progetti educativi rivela l’attenzione che SOS Villaggi dei Bambini dedica agli accolti.” – sostiene Samantha Tedesco – “Scrivere insieme ai ragazzi il loro progetto, definire in modo partecipato gli obiettivi è una prassi che mira altresì a responsabilizzare i ragazzi e ad aiutarli a prendere decisioni autonome sul loro futuro nel periodo post- accoglienza”.
Ogni percorso di accoglienza, infatti, volge prima o poi al termine. La dimissione dalla comunità è un momento che segna spesso la transizione verso la vita al di fuori dell’accoglienza, un passaggio delicato in cui i ragazzi devono allontanarsi dal luogo in cui hanno sperimentato una stabilità di vita, delle relazioni positive e significative. Nei Villaggi SOS, nel 44% dei casi, per quasi un 1 dimesso su 2, l’esperienza di accoglienza si conclude con la risoluzione dello stato di bisogno, un’incidenza decisamente più alta di quella riscontrata a livello nazionale (27%).
É pur vero che poco meno di 1 dimesso su 2 rientra nel proprio nucleo familiare di origine (42%), mentre il 10% si avvia a un percorso di autonomia, un valore che risulta in linea con il dato nazionale (9%).
Una quota consistente dei dimessi viene accolta in nuovo servizio dello stesso Villaggio SOS (9%), una prassi che permette di non recidere le relazioni affettive che i bambini e i ragazzi hanno costruito nel tempo. Nel 15% dei casi è disponibile, infatti, per loro un progetto post-accoglienza. Al successo di una dimissione contribuisce sicuramente la disponibilità di un chiaro e documentato progetto di dimissione e accompagnamento, preferibilmente studiato in anticipo; una condizione che si riscontra nel 68% dei casi nei Villaggi SOS contro un valore medio nazionale che si attesta al 60%.
Da oltre 60 anni, SOS Villaggi dei Bambini è rimasta fedele alla sua missione originale, evolvendosi in risposta i bisogni della società, in un percorso di qualità e attenzione verso i bambini e le bambine, ragazzi e ragazze, per garantire loro un futuro migliore.
Un bilancio più che positivo quello che oggi SOS Villaggi dei Bambini può tracciare del proprio operato, come testimoniano i report presi in esame che forniscono una narrazione inedita dell’impegno all’accoglienza che si realizza quotidianamente nella Rete SOS Villaggi dei Bambini.
Non solo, come riferisce Samantha Tedesco – “L’analisi dei dati del Report Accoglienza si è rivelata utile per definire strategicamente le azioni da intraprendere nel medio lungo periodo, in un’ottica migliorativa degli standard qualitativi dei servizi che rendiamo ai nostri beneficiari.
Ad oggi stiamo riflettendo su come integrare al meglio i MSNA nelle diverse realtà di accoglienza; abbiamo deciso di valorizzare la nostra expertise nell’accoglienza di fratrie e metterla a disposizione anche in Italia; continueremo a favorire percorsi di accoglienza partecipati, coinvolgendo ove possibile, le famiglie di origine degli accolti; in risposta alle necessità del territorio, saremo sempre più attivi nell’accoglienza delle mamme insieme ai loro figli, anche attraverso le case mamma con bambino, le case per le donne vittime di violenza e gli appartamenti per l’autonomia, perché crediamo nel supporto e nel sostegno alla genitorialità.
Infine, continueremo a impegnarci con i ragazzi a scrivere i loro progetti educativi, consapevoli che questi momenti possono aiutarli gradualmente a prendere decisioni autonome e responsabili sul proprio futuro. E, in parallelo, continueremo ad accompagnarli sia nella fase di dimissione che nel post- accoglienza.”
Alla base dell’agire di SOS Villaggi dei Bambini, sia nelle azioni già intraprese sia in programma, ritroviamo quei valori che, da sempre, permettono di lasciare un impatto positivo sul presente e futuro dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie che l’Organizzazione sostiene e accompagna, nonché sulle loro comunità: coraggio, impegno, responsabilità e fiducia.
Valori che nel 2023, l’Organizzazione ha scelto come cornice per le celebrazioni di SessantiAMO, insieme di eventi per festeggiare i primi 60anni di lavoro in Italia. Partite a maggio da Trento, le celebrazioni, avvenute sotto l’alto Patrocinio del Parlamento europeo, si sono snodate in tutto il Paese e hanno toccato 10 regioni tra Programmi, Villaggi SOS e Gruppi locali.
Un impegno quello di SOS Villaggi dei Bambini, apprezzato e riconosciuto anche a livello internazionale, non a caso il Senato Internazionale, l’organo a cui compete la guida e l’indirizzo dell’Associazione a livello globale, ha scelto quest’anno di riunirsi per la prima volta in Italia, a Crotone, città simbolo dell’accoglienza e dove SOS Villaggi dei Bambini è impegnata dal 2017, ospitando i delegati nazionali della Federazione Internazionale provenienti da tutto il mondo.
Sul territorio calabrese, l’Organizzazione contribuisce a sostenere il benessere psicologico e sociale dei Minori Stranieri Non Accompagnati che sbarcano nel nostro Paese e a favorire la loro integrazione nel territorio. Intervento che rappresenta anche una significativa occasione di crescita sociale ed economica per i giovani del territorio calabrese.