mercoledì 4 Dicembre 2024

Scienza viva in giardino

Nella rete degli Orti Botanici della Lombardia gli antichi saperi si tramutano in nuove pratiche per la diffusione della cultura scientifica. L’associazione non profit valorizza il patrimonio culturale di sei scrigni della biodiversità: l’Orto Botanico “G.E. Ghirardi” di Toscolano Maderno, Brescia, l’Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”; il Giardino Botanico Alpino “Rezia” di Bormio; l’Orto Botanico di Brera, l’Orto Botanico “Città Studi” , appartenenti all’Università degli Studi di Milano; l’Orto Botanico di Pavia.

Dopo aver approfondito il lavoro di ricerca, entra ora nel vivo la parte di divulgazione e restituzione al pubblico del progetto ScienzaViva. Orti botanici e giardini di delizia. Antichi saperi e nuove pratiche per la diffusione della cultura scientifica (SVING. Scienza Viva in Giardino). L’obiettivo: creare un ponte tra passato e futuro e sostenere la scienza quale “materia viva” per raccontare i grandi temi del presente, dalla biodiversità agricola al cambiamento climatico alla sostenibilità della filiera alimentare.

La Rete degli Orti Botanici della Lombardia supporta l’attività dei singoli orti botanici del circuito che, nel loro continuo operare per la valorizzazione delle collezioni botaniche viventi e non, nel progetto hanno voluto attuare un focus di ricerca e recupero di un nucleo del loro patrimonio da riscoprire, finora poco noto al pubblico, per farlo conoscere in maniera innovativa e condivisa.

Cosa accomuna una collezione pomologica di fine Ottocento, 790 provette contenenti i semi di altrettante specie alpine, 200 etichette in porcellana firmate Richard-Ginori? E ancora, alcune tavole parietali del diciannovesimo secolo, 150 modelli vegetali in cartapesta e gelatina e 47 modelli di droghe vegetali? L’obiettivo della Rete degli Orti botanici della Lombardia è creare un ponte tra passato e futuro e sostenere la scienza quale “materia viva” per raccontare i grandi temi del presente. Straordinari manufatti coniugano una notevole accuratezza scientifica e straordinarie abilità artigianali; modelli, erbari, collezioni sono stati in origine impiegati a fini didattici e divulgativi.

Di seguito, alcuni focus sulle indagini condotte dai singoli orti botanici aderenti alla Rete lombarda, con sei collezioni inedite:
Droghe vegetali in viaggio: studio di 47 reperti vegetali in resina. L’Orto Botanico “G.E. Ghirardi” di Toscolano Maderno, appartenente all’Università degli Studi di Milano, raccoglie l’eredità delle collezioni appartenute alla Stazione botanica sperimentale dell’Azienda Farmaceutica Milanese “SIMES La Cardioterapica”, di proprietà del professor Giordano Emilio Ghirardi, e ancora oggi dedito ad acclimatazione, coltivazione e studio di piante officinali.

214 pomi di fine Ottocento in mostra. L’Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota” ha approfondito lo studio della collezione pomologica costituita da 214 modelli in ceroplastica di antichi frutti risalente al 1887, all’epoca fornita dalla Ditta Gaspani; tra i modelli, 54 mele, 59 pere, 20 prugne, 6 albicocche, 18 pesche, 16 fichi, 22 cedri, 6 arance, 1 coppia di fragole e 12 frutti misteriosi che devono essere ancora identificati.

800 varietà di semi che raccontano come cambia la montagna. Il Giardino Botanico Alpino “Rezia” di Bormio ha riportato alla luce da un archivio una collezione di 790 provette contenenti i semi di altrettante specie alpine raccolti negli Anni ‘50, oltre a una collezione di 162 tavole di un erbario alpino. Lo studio di queste collezioni può essere di supporto alle riflessioni sui temi del cambiamento climatico globale e sull’etnobotanica.

Le 183 etichette in porcellana firmate Richard-Ginori. Durante i lavori di restauro dell’Orto Botanico di Brera, appartenente all’Università degli Studi di Milano, sono venute alla luce circa 200 etichette di fine Ottocento realizzate appositamente dalla manifattura Richard-Ginori per indicare i nomi delle specie coltivate.

Tutti i colori del regno vegetale. L’Orto Botanico “Città Studi”, appartenente all’Università degli Studi di Milano, racconta una storia che ha fatto la fortuna e la ricchezza dell’arte e dell’industria tessile italiana: quella delle piante tintorie, ampiamente utilizzate prima dell’avvento dei coloranti di sintesi.

Anche la botanica fa sfilare i suoi 150 modelli. L’Orto Botanico di Pavia sta lavorando alla valorizzazione di 150 preziosi modelli vegetali prevalentemente in cartapesta o gelatina, antecedenti al 1893, 135 dei quali provenienti dalle mani degli artigiani dalla Antica Manifattura Brendel.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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