Brescia – Una popolare massima africana racconta che “se si sogna da soli, è solo un sogno, ma se si sogna insieme, è la realtà che comincia”.
Uganda, distretto di Masaka. Nonostante vi torni spesso, ogni volta che guardo le fotografie di Bethlehem, piccolo villaggio nella grande savana africana, non riesco a non domandarmi dove possano vivere tutte le persone che ho incontrato in questi anni. Oltre ad una manciata di case che si vedono lungo la polverosa via principale, infatti, sembra non esserci altro.
Invece, nascosti tra gli alti banani e la vegetazione, vi sono una miriade di piccoli gruppi di capanne nelle quali la maggioranza della popolazione vive ancora in situazione di grande povertà. La parrocchia, insieme alle suore canossiane, operano quotidianamente per arginare questa piaga e per sostenere le opere di carità presenti sul territorio.
Negli ultimi dieci anni, la Fondazione Canossiana VOICA è riuscita a trasformare, con la gente del posto, una piccola scuola di 300 bambini in un complesso scolastico che oggi accoglie oltre 1.100 studenti.
“È dare una speranza al futuro”, mi ripeto ogni anno quando, prima di rientrare in Italia, saluto con un Arrivederci carico di attesa i bambini assiepati attorno al recinto della scuola.
È l’estate del 2022, lo ricordo come fosse oggi. Una donna in pieno travaglio, sfinita, tra le lacrime ed in preda ai dolori del parto, viene trasportata a peso da due uomini e caricata su una moto. La speranza, mi dicono le persone a cui chiedo conto di quel che sta accadendo, è quella di raggiungere l’ospedale più vicino, per salvare lei ed il piccolo.
Qualcosa è andato storto durante il travaglio, mi riferiscono, iniziato su un vecchio tappetino buttato in un angolo della sua capanna in fango e lamiera. “Il bambino non ce l’ha fatta”, mi diranno giorni dopo. Eppure, con poco, questa vita sarebbe potuta essere salva.
“La comunità avrebbe davvero necessità di una piccola struttura per neonati e partorienti” mi confida Padre Cosmas, parroco di Bethlehem, mentre posa una mano sulla mia spalla e cerca di arginare lo sconforto che legge nei miei occhi.
Si parte. È così che grazie a Cuore Amico, intorno al piccolo dispensario di Bethlehem, nell’inverno del 2022 nasce un primo nucleo ambulatoriale come valvola di aiuto per i piccoli studenti che frequentano le scuole adiacenti. Ed è sempre grazie a Cuore Amico che nel 2023 iniziano i lavori per la realizzazione di una piccola maternità.
Un sogno che diventa realtà. “The Home of Life”, si chiamerà: La Casa della Vita. Tra poco tempo sarà un luogo aperto a tutti i neonati e le mamme in attesa, affinché possano trovare ciò di cui hanno bisogno per partorire in tutta sicurezza. Il tasso di mortalità di mamme e neonati, in quella zona dell’Uganda, è ancora altissimo. Le donne sono costrette a partorire senza le più basilari norme igieniche, spesso adagiate su stuoie polverose nelle proprie case e senza acqua corrente.
Ad oggi, le strutture interne ed esterne della Casa della Vita sono concluse. Ma se sognare non costa fatica, sognare in grande muove l’impossibile. E Cassa Padana, con i suoi dipendenti ha risposto a questo grande progetto con la raccolta fondi “Ogni Uno di Noi”, il cui ricavato verrà utilizzato per l’acquisto di un ecografo in grado di monitorare l’andamento delle gravidanze.
Si tratta di uno strumento di vitale importanza, che potrebbe salvare davvero tante vite e il cui utilizzo potrebbe essere ampliato anche per lo screening e la diagnosi precoce delle malattie che affliggono adulti e bambini.
A “Ogni Uno di Noi” è un nuovo modo di far sentire concretamente la voce dei dipendenti di Cassa Padana di Leno che vogliono sostenere i progetti nei quali uno di loro crede e non solo a beneficio della comunità in cui vive, ma con uno sguardo rivolto al “mondo”. Ecco allora che l’acquisto di questa apparecchiatura sanitaria diventa il primo sogno da realizzare in questo nuova esperienza di solidarietà cooperativa che mette insieme tutte le forze dei dipendenti della banca.
I lavori procedono veloci e tra pochi mesi The Home of Life sarà operativa. “Se anche soltanto una sola mamma potrà non piangere il proprio piccolo senza vita, ne sarà valsa la pena. Uno solo, una sola vita, varrà ogni sforzo” continuo a ripetermi.
Mai come in questo periodo sognare un mondo giusto costa fatica. Eppure, non posso che
ringraziare con ogni parte del mio essere tutti coloro che hanno scelto, e che ogni giorno scelgono, di non chiudere gli occhi, di interessarsi di qualcosa che va al di là del proprio piccolo mondo e di non rimanere indifferenti ai bisogni degli ultimi.
La semplicità della saggezza africana ha molto da insegnare e quel vecchio proverbio non si
sbaglia: sognare insieme può realmente far nascere nuova Vita.