Verona – Protagonista dell’arte del secondo Novecento, Piero Dorazio è presentato in questa mostra attraverso una selezione di opere eseguite fra il 1963 e il 1968, tra le più significative di un periodo di particolare importanza per vitalità creativa e originalità.
Attivo promotore delle tendenze non-figurative espresse dagli artisti convenuti nel Gruppo Forma a Roma nel 1947, attraverso un attento e articolato dialogo con le posizioni storiche e contemporanee in direzione astratta, intorno al 1960 Dorazio consegue un rilevante successo internazionale con la serie delle “trame”, dipinti in cui il fitto intreccio cromatico unitario partecipa del clima di superamento dell’informale.
Dal 1963 la sua pittura offre un nuovo orientamento, rompendo la forma compatta che ha contraddistinto le sue opere fino a quel momento, attraverso l’invenzione di nuovi temi. Questi, aprendo a composizioni pittoriche fondate sull’uso del colore timbrico, tramite differenti accostamenti, intrecci e aperture, dialogano con la situazione del tempo, fondandosi su un forte ricorso alla creatività.
Le realizzazioni tra il 1963 e il 1968 assumono un carattere di originalità all’interno del contesto degli anni sessanta, distinguendosi tanto dalle riduzioni espressive delle ricerche visuali o della pittura “sistemica”, quanto dalle correnti indirizzate al confronto con l’immagine nella sua qualificazione mediatica.
Dorazio dialoga con le maggiori figure della critica e dell’arte internazionale, in particolare statunitense, insegnando alla University of Pennsylvania di Filadelfia, dove gli è affidato il riordinamento del Department of Fine Arts, rapportandosi inoltre con le correnti europee, in particolare tedesche. Tra il 1960 e il 1969 alterna soggiorni negli Stati Uniti a periodi trascorsi a Roma.
Oltre a esporre in gallerie e musei americani ed europei, nel 1966 Dorazio è invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia, dove sono riuniti oltre venti lavori tra i più importanti del periodo.
Più della metà di questi vengono riproposti per l’occasione, a segnalare l’importanza di quella stagione della sua opera, che ne rilancia l’immagine oltre le prospettive in cui frequentemente viene inquadrata. Nel 1968 soggiorna alcuni mesi a Berlino, dove matura ulteriori aspetti del suo linguaggio pittorico, rappresentato dalle opere dell’ultima sezione di questa mostra.
L’ esposizione, nata da un progetto di Galleria dello Scudo in collaborazione con Archivio Piero Dorazio e Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, si articola in due sedi: il percorso inizia alla Galleria dello Scudo con la grande tela Presente e passato del 1963 e si conclude alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti con il dipinto Next generation del 1968, cui si affianca Sorteggio dello stesso anno, appartenente alla collezione dei Musei Civici di Verona-Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.