Mairano, Brescia. Il Museo della Civiltà Contadina “Dino Gregorio” apre le porte a tutti i bambini e alle loro famiglie per un curioso viaggio lungo il filo rosso delle tradizioni artigianali e manifatturiere locali.
Nei pomeriggi di sabato 18 e 25 gennaio e sabato 1° febbraio, in tutte le giornate dalle 15 alle 17, al museo di Mairano arriva un ciclo di incontri laboratoriali intitolato Per filo e per segno, organizzato dall’Associazione Amici del Museo della Civiltà Contadina di Mairano e patrocinato dal Comune di Mairano.
I partecipanti potranno così sperimentare l’antica arte della tessitura e dell’intreccio, conoscere materie prime come la lana, il lino, la rafia e la seta che saranno trasformati in piccoli prodotti creativi da portarsi a casa a ricordo dell’esperienza vissuta in museo. Per tutti gli appuntamenti la partecipazione sarà gratuita, ma – per via dei posti limitati – l’iscrizione è obbligatoria tramite compilazione del modulo online Le attività sono dedicate ai bambini di età compresa tra 5 e 12 anni. Per i bambini di età inferiore a 6 anni è richiesta la presenza di un adulto accompagnatore.
Nello specifico, la proposta – nata con l’intento di valorizzare e promuovere il museo mairanese – intende avvicinare i più piccoli e le loro famiglie alla conoscenza del patrimonio materiale conservato ed esposto in museo attraverso il racconto e la pratica di antichi mestieri.
Il Museo della Civiltà Contadina di Mairano è nato negli anni Settanta: un maestro elementare di Mairano, Dino Gregorio, cominciò allora a raccogliere con i suoi ragazzi le testimonianze: parole in dialetto che ormai pochi pronunciano ancora, storie e proverbi che solo i più anziani ricordano, ma soprattutto quelle cose che nessuno usa più e rischiano di essere eliminate: strumenti del lavoro contadino e artigianale e suppellettili di uso comune nelle case dei contadini.
Al piano terra dell’edificio, dopo lo spazio d’ingresso nel quale sono illustrate la storia e la missione del Museo, si sono ricostruiti i due ambienti che formavano l’abitazione dei contadini: la cucina e la camera. In questa, la culla accostata al letto matrimoniale ricorda il tempo in cui le famiglie erano molto numerose e genitori e figli dormivano in una stessa stanza, nella quale la mònega e gli scaldini riuscivano ad attenuare il freddo nella brutta stagione.
Le diverse sale in cui si articola l’esposizione sono dedicate alla coltivazione dei campi e all’allevamento, in primo luogo, e agli altri lavori che i contadini svolgevano: l’allevamento del maiale e la conservazione delle sue carni, la lavorazione del latte con la produzione di burro e fromaggi, la coltivazione della vite e la vinificazione, il trattamento delle fibre tessili e, in particolare, la bachicoltura. (museoitalia.it)