venerdì 1 Novembre 2024

Palio di Parma, un viaggio nel tempo

Parma – Parma viaggia nel tempo, come da tradizione, nel terzo weekend di settembre. Il grande corteo in costume, il torneo cavalleresco, il villaggio medievale e i coinvolgenti spettacoli: la città tornerà tra le sue cinque Porte per riscoprire il suo volto medievale.

Il palio di Parma si ritrova nelle fonti storiche dal 1313 e dal 1978 lo fa rivivere il Centro Sportivo Italiano con una dedica speciale alla Madonna della Pace. Il sabato pomeriggio, alla Vigilia del Palio, si apriranno i festeggiamenti. La domenica è dedicata al Grande Corteo ed alla Gara fra le cinque “Porte”, che si correrà nel Parco Ducale di Parma.

Può sorprendere scoprire che il Palio di Parma sia, tra le manifestazioni italiane, tra quelle con le più antiche origini documentate e ogni anno rinnova una commistione di agonismo, tradizioni, storia e spettacolo, con rievocatori provenienti da diverse zone d’Italia. Gentili donzelle e potenti marchesi, abili artigiani, uomini d’arme, divertenti giocolieri, musici, sbandieratori e tanto altro aspettano parmigiani e turisti, grandi e piccini per un fine settimana dal sapore di fiaba, di spettacolo ed emozioni.

Le prime notizie relative al Palio di Parma sono quelle documentate dalla “Cronaca” del 1313 di Giovanni del Giudice il quale parla della “Corsa dello Scarlatto da di fuori della Porta detta Nova alla Piazza Comune” che si teneva il 15 agosto, festività dell’Assunzione di Maria Vergine, a cui è dedicata la Cattedrale cittadina. Interessante scoprire che “lo scarlatto” fu uno fra i più antichi e celebri palii che si correvano nei comuni, evento con usi e gare analoghi a quelli di altre località del centro e nord Italia.

Non conosciamo esattamente l’anno in cui venne corso per la prima volta il Palio, ma era ben radicato nel tessuto sociale grazie anche alle tradizioni precedenti: l’albero della cuccagna ai cui premi ambivano i più umili, l’hastiludio (combattimenti di aste, bastoni o giochi forse di bandiere) e le giostre equestri con lance cortesi detti bagorda (o bigorda).

Alla manifestazione, a cui accorrevano in gran numero anche da altre città italiane, era legato un diffuso sentimento di Pace, situazione raggiunta e mantenuta con estrema difficoltà ed enormi sacrifici per quei tempi. Sappiamo per certo che il 15 agosto del 1314 si corse per festeggiare il fidanzamento del Signore di Parma, Giberto da Correggio, con la nobile e virtuosa Engelenda (detta Maddalena) Rossi così da sancire la pacificazione fra le fazioni guelfa e ghibellina con il ritorno degli esiliati, che poterono riprendere possesso delle loro terre, palazzi e castelli.

Nel 1490 furono introdotte alcune novità: oltre al tradizionale pallio di velluto scarlatto dei cavalli Berberi anche diversi palii di panno, quindi meno preziosi; uno bianco per gli asini, uno turchino per gli uomini ed un quarto palio verde per le donne. Il dominio francese e le continue lotte crearono un periodo forzato di sospensione dei giochi che ripresero nel 1525.

Nel 1796 furono soppressi per motivi di ordine pubblico i festeggiamenti delle consuete ricorrenze, che comportavano uno sperpero di danaro e comportamenti scandalosi, quindi vennero mantenute solo le cerimonie religiose. Persi inoltre gli ideali cavallereschi che lo sostenevano, possiamo fare coincidere con questa data anche la fine dell’antichissimo Palio.

Le uniche notizie che abbiamo sono quelle che ci provengono dal libro di Ireneo Affò, che cita appunto il Palio di Parma incidentalmente in occasione delle nozze di Engelenda (detta Maddalena) e Giberto da Correggio.

Le gare del Palio sono state riprese nel 1978 per volere del Centro Sportivo Italiano, coadiuvato recentemente da un’apposita Consulta con vari settori specifici. Non si corre più il 15 agosto, bensì il terzo fine settimana di settembre, il periodo migliore per apprezzare Parma ed il suo fascino plurimillenario.

Pur adattato per rispondere alle caratteristiche di sicurezza della Parma odierna, ne riprende in pieno lo spirito, nel rispetto della storia e delle tradizioni cittadine. Pochissime città si prestano quanto la nostra a fare rivivere le antiche atmosfere medievali, che offrono infiniti spunti di interesse per tutti.

I monumenti più importanti risalgono proprio a quel periodo storico, che per Parma ha coinciso con quello di maggiore influenza e splendore. Ci basti pensare al Duomo, al Battistero, al Palazzo del Vescovado, tantissime chiese, antichi palazzi, piazze ed intere strade.

Nell’odierno Palio non sono più singoli individui o categorie di mercanti a sfidarsi, ma cinque zone ben delimitate, con riferimento ai moderni Quartieri amministrativi, che fanno capo alle cinque storiche Porte cittadine, che un tempo consentivano l’ingresso in città dalle diverse zone del contado e dai cammini e vie storici celebri in Europa: Porta San Francesco (sud – ovest), Porta Santa Croce (ovest), Porta San Barnaba (nord), Porta San Michele (est), Porta Nuova (sud).

​Ogni porta rappresenta anche una delle grandi e nobili famiglie: i Rossi, i Da Correggio, i Pallavicino, i Sanvitale ed i Terzi, che nel medioevo condizionavano la vita cittadina e si fronteggiavano, spesso unite in alleanze e fazioni contrapposte, per conquistare il predominio sulla civitas, su terre e castelli.

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