Verona. A circa 2 chilometri da Bolca, a cavallo tra le province di Verona e Vicenza, nell’estrema porzione orientale del Parco Naturale della Lessinia, si trovano i due giacimenti fossiliferi dell’Eocene più famosi al mondo: la Pesciara e il Monte Postale. I fossili di Bolca sono conosciuti da lungo tempo, Le prime notizie certe risalgono ad un documento del 1550 scritto dal medico senese Andrea Mattioli.
Il Museo di Storia Naturale di Verona propone fino al 29 gennaio una nuova mostra “Non solo pesci: la biodiversità di Bolca”, allestita a Palazzo Pompei, nell’atrio del museo. L’esposizione consente di ammirare alcuni esemplari mai esposti di fauna e flora rinvenuti nel corso degli scavi presso i giacimenti della Pesciara di Bolca e del Monte Postale, con lo scopo di far conoscere al grande pubblico la varietà di organismi, sia vegetali che animali, che questi due siti paleontologici hanno restituito nel tempo.
Bolca è nota a livello mondiale come sito paleontologico per l’eccezionale conservazione e concentrazione di reperti, conosciuti e raccolti da naturalisti e collezionisti almeno dalla metà del XVI secolo. Particolarmente famosa per la fauna fossile a pesci, ha restituito in realtà anche resti di altri organismi sia vegetali che animali, fornendo un’idea della biodiversità di circa 50 milioni di anni fa.
Con questa mostra, realizzata grazie al contributo della Regione del Veneto, si vuole dare risalto a un lato meno conosciuto, ma non meno straordinario, dei ritrovamenti effettuati a Bolca, nel corso degli scavi, ponendo l’accento sulla ricchezza e la varietà di forme di vita custodite in questo eccezionale sito paleontologico.
La mostra conferma e sostiene l’importanza dell‘attività scientifica promossa dal Museo di Storia Naturale di Verona, in collaborazione con istituzioni e università italiane, nel percorso per l’inserimento dei giacimenti fossiliferi di Bolca, con altre località paleontologiche della Val d’Alpone, nella Tentative List italiana, la lista dei siti candidati a diventare patrimonio dell’UNESCO.
Bolca è uno straordinario “oceano della natura”, scrive Irene Tomelleri, che continua a restituire da secoli una cospicua quantità di esemplari, relativi alla fauna e alla flora caratterizzanti l’ecosistema della sequenza sedimentaria conservata nel sito e fornendo una ricca varietà di informazioni sulla biodiversità di circa 50 milioni di anni fa. Inoltre, l’eccezionale stato di conservazione dei reperti consente di effettuare, fra gli altri, studi di dettaglio sull’anatomia degli organismi e condurre ricerche tassonomiche che hanno permesso in più di una occasione di istituire nuove famiglie, nuovi generi e nuove specie.