Brescia. La prima grande mostra che la città di Brescia dedica a Fabrizio Plessi, il pioniere della videoarte e delle videoinstallazioni in Italia ed è considerato protagonista internazionale delle ricerche sulle nuove tecnologie elettroniche e digitali e della new media art. Un’esposizione diffusa e site specific che si snoda a partire dal Museo di Santa Giulia per giungere poi alla cella di Minerva del Capitolium.
Plessi sposa Brixia il titolo della mostra che da giugno resterà aperta sino al 7 gennaio prossimo al Capitolium e nel Museo di Santa Giulia, è caratterizzata da installazioni digitali, videoproiezioni e digital walls monumentali finalizzati a creare un percorso immersivo e coinvolgente di altissime tecnologie, luce, suono e immagini in movimento, specificamente dedicato alle vestigia e al patrimonio cittadino.
Il progetto proposto nell’area archeologica del Capitolium e nel Museo di Santa Giulia consiste in un percorso immersivo e coinvolgente, di grande valenza scientifica e culturale, ad alto impatto visuale e di altissima perfezione tecnologica, ed è formato da installazioni digitali, videoproiezioni e digital walls monumentali: un viaggio che mette in evidenza le vestigia e il patrimonio della nostra Città, riscrivendoli con l’alfabeto tecnologico e multimediale di Plessi, con la luce, il suono e le immagini in movimento. La mostra, che si inserisce nel format Palcoscenici archeologici, si compone di un’esposizione diffusa e site-specific nel complesso museale di San Salvatore e Santa Giulia, nel Capitolium ed in una raccolta delle tavole di progetto nelle Sale dell’Affresco e in ingresso.
Il progetto si iscrive e corona la ricerca che l’artista sta conducendo in questi anni, definita dallo stesso Plessi “L’Età dell’Oro” e tradotta, nel settembre del 2020, nella monumentale installazione digitale sulle finestre del Museo Correr in Piazza San Marco, sostenuta da Dior e formata da grandi cascate d’oro che dialogano emozionalmente con i mosaici della basilica di San Marco.
Fabrizio Plessi dal 1968 a oggi ha sviluppato cicli coerenti e rigorosi dove centrale è il dialogo tra le potenzialità delle tecnologie elettroniche e digitali con il patrimonio della cultura materiale e immateriale, nel tentativo di indagare la persistenza dei valori del passato nel tempo attuale e quale eredità per il futuro. La storia dell’umanità, le vestigia e le tracce che questa ha lasciato nel tempo, le forme con le quali sono stati rappresentati e trasmessi il potere, la gloria, la bellezza, la vittoria, la morte, la salvezza, la speranza, l’analisi dell’immagine-icona e il problema della relazione tra opera e ambiente, il dibattito sul concetto di monumento, modernismo, post-umanesimo, sono al centro dell’indagine di Fabrizio Plessi che in più occasioni ha evidenziato quanto la sua progettualità sia rivolta a “far convivere gli elementi legati alla tradizione artistica con il cangiante tecnologico”.