giovedì 31 Ottobre 2024

Le vie dell’ambra portano in Polesine

Rovigo – Materia di lusso dal valore inestimabile, per i greci e i romani aveva anche potere divino. L’ambra, che affascina e incuriosisce da millenni, nell’antichità ha reso il Polesine un centro nevralgico di lavorazione e smistamento.

E’ stato presentato alla cittadinanza, alla pasticceria Gocce di miele, il primo Festival “Sulle vie dell’ambra”, ideato da Elisabetta Brusa di Cà Foscari e voluto dalla Fondazione per lo Sviluppo del Polesine in campo letterario, artistico e musicale di Rovigo, in sinergia con Museo dei Grandi Fiumi, Minimiteatri Aps, Lions Club Rovigo Host, Università di Venezia, Ferrara e Padova e Conservatorio Venezze di Rovigo.

Il Festival, in programma il 7 e 8 dicembre, si svilupperà in questo primo anno di vita al Museo dei Grandi Fiumi.

Al lancio ha partecipato Elisabetta Brusa, per sottolineare il valore storico, artistico, culturale e identitario di un Festival dedicato proprio all’ambra in Polesine. Un testo dedicato al mito di Fetonte e tratto dalla versione di Ovidio, da lei adattato, diventerà poi un momento di riflessione grazie alla presenza dell’attrice Giorgia Forno.

“L’ambra – spiega Brusa – ha permesso di sviluppare una grande civiltà, una cultura che si aggancia al mito, ai commerci, alla storia e alla scienza. È auspicabile che oggi Rovigo ritrovi il suo ruolo di perno e cardine di numerose connessioni che si uniscono nell’ambra, ma che si snodano tra episodi storici, miti fondativi, scavi archeologici, preziose creazioni artigianali e conoscenze di vario genere e interesse. Le vie dell’ambra, ai giorni nostri come nei tempi antichi, devono intrecciare esperienze, persone e luoghi dal Mediterraneo meridionale fino ai paesi baltici con l’ambizioso e futuribile obiettivo di cercare di ripercorrere e ricostruire una contemporanea e comunitaria via dell’ambra”.

Elisabetta Lorenzetti, presidente della Fondazione per lo Sviluppo del Polesine in campo letterario, artistico e musicale di Rovigo, aggiunge che “una simile iniziativa ha subito trovato grande interesse e disponibilità, perché è un evento di grande importanza per la città e per il suo territorio.”

“La pasticceria Gocce di miele – queste le parole del titolare Marco Vanin – collabora con entusiasmo a questa manifestazione che dà lustro al territorio e in particolare al quartiere dove si trova il Museo dei Grandi Fiumi. Ho scelto di accogliere l’invito alla partecipazione al progetto e il conseguente lancio del Festival anche come modo per festeggiare i 25 anni di attività di questa attività. Per questo, con il mio staff, ho creato un dolce ad hoc, il biscotto “Lacrime delle Eliadi”, a base di tre farine e che si caratterizza per un retrogusto salato a base di caramello. Nella giornata del 5 ottobre, dopo gli assaggi, partirà la distribuzione del prodotto”.

Il Museo dei Grandi Fiumi ha due anni ha una sezione dedicata all’ambra.
Un percorso che racconta il Polesine ai tempi di Ulisse e che è dedicato al sito di Campestrin, a Grignano, risalente all’età del bronzo, testimonianza dalla lavorazione dell’ambra proveniente dal Baltico. Il percorso di visita alla sezione, finanziata dal progetto Historic nell’ambito del programma europeo Interreg V-A Italy-Croatia, inizia con un’esperienza immersiva e multimediale in cui si racconta il mito di Fetonte e si snoda in postazioni sulla storia degli scavi, sui reperti e il loro d’uso, evidenziando l’eccezionalità delle scoperte.

Il progetto scientifico è stato curato da Paolo Bellintani, funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia di Trento, e dalla professoressa Ursula Thun Hohenstein, dell’università di Ferrara.

L’abitato di Frattesina, a sud-est dell’attuale centro di Fratta Polesine fu scoperto neln1967 dai soci del Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici di Rovigo che ne diedero le prime notizie sulla rivista Padusa

Le principali ricerche sul sito sono state dirette da Anna Maria Bietti Sestieri che, tra il 1974 e il 1989, ha condotto 11 campagne di scavo, per conto dell’allora Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto. Nel contempo, grazie all’attività dei funzionari della Soprintendenza competente, Maurizia De Min e Luciano Salzani, sono stati segnalati anche ulteriori rinvenimenti di superficie di grande importanza, in particolare i 4 ripostigli “da fonditore”, e le due necropoli pertinenti all’abitato.

Dal 2013 ricerche di superficie e prospezioni sono riprese.

Frattesina, nell’età del bronzo, era un noto centro di produzione artigianale. Sono stati riportati alla luce un’incredibile quantità e varietà di oggetti provenienti dal più lontano passato della provincia. La sua manodopera lavorava le materie prime più disparate: dalle locali sabbie del Po (all’epoca un ramo del Po, ormai scomparso, scorreva proprio nei pressi dell’odierna Fratta Polesine) per la produzione del vetro, fino alle esotiche uova di struzzo.

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