mercoledì 12 Marzo 2025

Donne e scienza / Le medichesse, vite che abbattono gli ostacoli

Martedì 11 febbraio, ricorre la Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, evento promosso dall’ONU con l’obiettivo di sottolineare l’importanza cruciale del ruolo delle donne nel campo scientifico, sfidando gli stereotipi e promuovendo l’uguaglianza di genere.

Con questo stesso obiettivo l’Associazione Italiana Donne Medico, in collaborazione con Chiesi Farmaceutici S.p.A. e con il contributo di Teva Italia, ha dato vita alla rappresentazione teatrale “Le Medichesse – Sempre cercando di essere là dove il mondo si muove”, progetto che punta a valorizzare il contributo delle donne in campo sanitario e che andrà in scena il 5 aprile a Parma e il 18 maggio a Bergamo.

In Italia, la medicina è donna: si attesta al 53% il valore percentuale delle donne medico sotto i 70 anni, 171.645 su un totale di 325.114 professionisti (dati elaborati in occasione dell’8 marzo 2024 dal Ced – FNOMCeO). La situazione cambia, però, se si parla di ruoli apicali: si ferma al 33,97% il dato relativo alle donne che ricoprono ruoli di vertice nelle aziende sanitarie o ospedaliere (dati pubblicati da Openpolis il 7 marzo 2024).

Nasce quindi per abbattere il “soffitto di cristallo” che ancora ostacola le donne medico nel raggiungere posizioni di leadership, e per contribuire alle trasformazioni socio-culturali, organizzative e professionali che destrutturano le convenzioni sociali e favoriscono l’evoluzione della carriera delle donne, “Le Medichesse – Sempre cercando di essere là dove il mondo si muove”.

“L’iniziativa – spiega Fabiola Bologna, vice presidente nazionale e past president della sezione bergamasca dell’Associazione Italiana Donne Medico – vuole creare una rete di solidarietà, unità e alleanza volta a favorire la consapevolezza in una professione di cura e l’uguaglianza di genere nelle carriere sanitarie, promuovendo un cambiamento culturale necessario”.

“Un ulteriore obiettivo del progetto – aggiunge Daniela Gianola, vice presidente AIDM, sezione di Bergamo – è di trasmettere alle nuove generazioni l’attrazione e la passione verso la Medicina, intesa come Arte nella cura del malato”.

Lo spettacolo, ideato da Daniela Gianola, Fabiola Bologna e Silvia Barbieri in seguito alla partecipazione al laboratorio di scrittura autobiografica curato dalla scrittrice Adriana Lorenzi, mette in scena donne medico provenienti da tutto il territorio nazionale con i loro racconti, che, intrecciati in una drammaturgia teatrale, danno voce a storie professionali e umane dal forte impatto emotivo.

“Accompagnati dalla figura simbolica di Igea, dea della salute e dell’igiene – spiega la regista Silvia Barbieri –, gli spettatori saranno guidati in un viaggio che esplora la complessità della professione medica vissuta dalle donne: l’equilibrio tra vita personale e professionale, la lotta contro le discriminazioni di genere e la continua ricerca di umanità e relazione nella cura del paziente. Passione, studio e conquiste, ma anche sacrifici e rinunce: sono questi gli elementi che si fondono nei racconti, e nelle vite, delle protagoniste”.

 

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