Padernello, Brescia. Lo splendido e affascinate maniero di Padernello, gioello nelle nebbie della Bassa bresciana, può cantare “dell’amore cortese, dei romanzi cavallereschi, dei trovatori della lingua Occitana”. Canta della bassa Francia, zona di influenza culturale Catara, civiltà antica ed evoluta cancellata da un’ingiusta narrazione storica.
Inizia così la mostra al Castello di Padernello: “…le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese, io canto…” Milizie territoriali armaioli e bravi esposta nel maniero di Padernello da gennaio. In questi mesi sono stati più di 6 mila i visitatori, proprio per questo grande successo la Fondazione Castello di Padernello ha deciso, in accordo e con la disponibilità della Fondazione Brescia Musei, del Museo Marzoli e della Sovrintendenza di Brescia di prorogare la mostra fino a venerdì 22 dicembre.
La mostra a cura di Giacomo Andrico e della direzione artistica della Fondazione Castello di Padernello presenta preziose immagini stampate su metallo: fotografie della collezione delle armature da parata dei Martinengo. Ora sono all’Armeria Reale di Torino, le recuperò Carlo Alberto dai Martinengo all’epoca dell’Unità d’Italia. Le fotografie sono scattate dai fotografi Virginio Gilberti e Andrea Gilberti e stampate su metallo cromalux grazie alla collaborazione della ditta New Lab di Giuliano Goffi.
Sono le armature considerate tra le più preziose al mondo. Il lavoro di costruzione, sbalzo e cesello è di grande artigianato, degno delle più grandi botteghe del Rinascimento nostro. In questo percorso, affiora il nitore dei cavalieri dall’argentea armatura. Puri, dediti alla generosità, al rigore dei loro gesti.
Brescia Musei concede per la prima volta alla Fondazione Castello di Padernello l’utilizzo di alcune armature di “milizie territoriali”. Erano dei fanti, alcune riportavano inciso il nome e il paese dei proprietari che sorvegliavano per stabilire un ordine sul territorio.
Questi uomini delle milizie, le avevano in dotazione le armature. Più tardi li chiamarono bravi.
Questi armamenti, seppur preziosi e costosi, si diffusero rapidamente in questi luoghi, perché a Brescia, dalla seconda metà del Trecento, già si lavorava il ferro e si producevano manufatti complessi con un moderno procedimento di produzione pre-industriale.
Tra i Martinengo, oltre a esserci uomini d’arme, ci furono anche “valent’uomini” attratti dal nobile ideale dei generosi e mistici ordini cavallereschi.
L’impatto visivo dell’esposizione vorrebbe meravigliare il visitatore come se si trovasse in una soffitta misteriosa dove si possono scorgere gli “involucri” di questi armati, trasmettendo il sentimento e il sapore di un mondo altro.
Questo progetto permette inoltre di creare un ponte ideale e simbolico tra il Castello di Brescia e il Castello di Padernello. La mostra rientra nelle iniziative di Bergamo Brescia capitale della cultura per valorizzare i luoghi del territorio, della città e della provincia oltre che il grande valore dell’artigianato bresciano. Il progetto gode del patrocinio della Provincia di Brescia, della Regione Lombardia e del contributo di Fondazione ASM.
Disse Agilulfo… “Oh, che tu sia benedetto, bianco cavaliere! Ma dicci chi sei, e perché tieni chiusa la celata dell’elmo. “Il mio nome è al termine del mio viaggio” (Italo Calvino)