Casalmaggiore, Cremona. L’occasione per narrare la storia di una delle più belle piazze della provincia di Cremona, la Piazza Grande di Casalmaggiore, è nei giorni della Fiera di San Carlo, quest’anno dall’1 al 4 novembre. Ha difatti inaugurato nello Spazio Rossari del Museo Diotti la mostra “La Piazza Grande di Casalmaggiore. Dagli slarghi medioevali all’attuale Piazza Garibaldi“, a cura di Valter Rosa, visitabile sino al 9 febbraio prossimo.
La mostra nasce dalla considerazione che la piazza – cuore della città e collettore delle principali arterie stradali, luogo deputato agli scambi sociali e commerciali, teatro degli eventi più importanti della comunità e della rappresentazione del potere – svolge un ruolo essenziale nell’impianto urbano, nella vita e nell’immaginario dei suoi abitanti ed è spesso la migliore carta di presentazione per chi vi giunge da fuori.
Focalizzata sull’attuale Piazza Garibaldi di Casalmaggiore e sui principali edifici che vi si affacciano, la mostra intende esplorarne la storia e l’immagine. Attraverso documenti cartografici, calcografici e fotografie storiche viene illustrato l’aspetto delle prime piazze di Casalmaggiore fino all’intitolazione della Piazza Grande a Giuseppe Garibaldi. Ampio spazio è dedicato al palazzo pubblico e alle sue trasformazioni nel tempo, oltre che ai temi del mercato e della fiera.
Più in generale, la Piazza viene vista come sintesi di funzioni e attività urbane legate al terziario e in particolare al commercio, all’istruzione, all’assistenza, al credito, alle comunicazioni e alla pubblica amministrazione, funzioni in buona parte ancora presenti oggi. Le storiche entrate principesche, le sfilate e i raduni del regime fascista, fino alle manifestazioni più recenti, vedono inoltre la Piazza quale teatro di tutti i principali eventi pubblici della città.
Una sezione della mostra è dedicata alla Piazza come luogo dell’autorappresentazione della socialità, così come l’hanno interpretata, soprattutto nel ‘900, attenti fotografi ed artisti quali Tommaso Aroldi, Goliardo Padova, Aldo Mario Aroldi e soprattutto Mario Pozzan.
Le opere esposte appartengono in parte alle collezioni civiche (Museo Diotti, Scuola di disegno “Giuseppe Bottoli” e Archivio fotografico della Biblioteca “A.E.Mortara”), a cui si aggiungono prestiti da collezioni private.
Dopo l’anteprima in occasione della Fiera di San Carlo, la mostra proseguirà fino al 9 febbraio 2025.