Asola, Mantova. Fino alla fine di marzo gli ospiti della Residenza per anziani Benedetto Albertini di Isola della Scala, in provincia di Verona, sperimentano la pet therapy con i cani e attendono con entusiasmo l’incontro settimanale, con grandi benefici nell’umore, nel movimento e nell’interazione reciproca.
Si tratta di una proposta della cooperativa sociale Santa Lucia di Asola nell’ambito della gara d’appalto per il servizio di ristorazione che si è svolta nell’estate scorsa. Consapevole dei benefici che il contatto con un animale può portare nella quotidianità degli anziani, Santa Lucia ha voluto offrire agli ospiti un’esperienza di benessere e felicità.
Per il progetto la coop. Santa Lucia ha coinvolto l’associazione “Io te e la zampa” di Marcellise (VR), composta da professionisti nel campo dell’educazione, della psicologia e della cinofilia, che pratica la pet therapy e documenta da anni quanto le persone anziane provino giovamento dall’incontro con gli animali.
I professionisti di “Io te e la zampa” spiegano che la pet therapy predilige cani di innata socialità e aspetto rassicurante. C’è Zoe, una femmina di Labrador color cioccolato di 4 anni che è molto docile ed esperta. Ci sono Peggy e Dakota, entrambe Golden Retriever di un anno circa, e due meticci di taglia piccola Thea e Minù, che stimolano negli ospiti un grande senso di cura. Lo scopo è creare momenti di familiarità con la persona anziana, che è spinta naturalmente a interagire.
In questo modo gli anziani superano le proprie difficoltà di relazione con gli altri e anche le fragilità psicologiche che derivano dalle loro condizioni fisiche e mentali. La vicinanza del cane aiuta anche a ridurre il senso di solitudine che le persone possono provare nel distacco dalla famiglia o dalla casa, l’apatia e la chiusura in sé stesse. L’attesa dell’incontro interrompe la routine, offrendo un’aspettativa sempre ripagata dalla dolcezza dell’animale.
La pet therapy offerta da Santa Lucia agli ospiti dell’RSA Albertini è un esperimento che si sviluppa su 10 incontri di due ore, con due gruppi di 10-12 ospiti ciascuno, e con cadenza settimanale. Un coadiutore dell’animale e l’educatrice della struttura seguono l’incontro tra gli ospiti e i cani.
“Per creare un legame tra i nonni e i cani si propongono delle attività che stimolano le capacità psicomotorie degli anziani” racconta Nicola Olivieri, Presidente dell’associazione “Io te e la zampa”.
“Per esempio, l’anziano lancia un dado, il numero che esce sarà il numero delle crocchette che lo stesso nasconderà all’interno di un gioco di attivazione mentale. Mentre il cane è impegnato a risolvere l’esercizio, gli anziani fanno il tifo per lui e alla fine applaudono. Il coinvolgimento che si crea a livello emotivo è importantissimo. Vediamo dei sorrisi immensi! È possibile, tra le svariate attività, proporre un esercizio anche per ospiti con gravi deficit motori e sensoriali. Ad esempio, si dispongono le crocchette in un punto del loro corpo e, quando il cane di taglia piccola si avvicina per mangiarle, si stimola l’ospite chiedendogli di indovinare la regione corporea. Con naturalezza riusciamo a suscitare grandi emozioni e la condivisione di memorie legate al loro vissuto con un cane.”
Arianna Spazzini, Presidente della cooperativa Santa Lucia, dice con chiarezza perché Santa Lucia abbia deciso di abbracciare questa sperimentazione: “Teniamo moltissimo al progetto della pet therapy per gli ospiti delle RSA, perché ci consente di esprimere i valori in cui crediamo in modo diverso dagli ambiti del nostro servizio. Ci prendiamo cura delle persone non solo con un buon pasto, ma anche migliorando altri aspetti della loro vita quotidiana, come il vissuto emotivo, l’interazione sociale e la serenità, i processi cognitivi, le attività motorie e l’autostima”.
Molto incoraggiante, infine, il giudizio sul progetto di Melania Improta, del Servizio educativo dell’RSA Benedetto Albertini: “Gli ospiti sono entusiasti e aspettano con emozione l’incontro settimanale! In questa fase abbiamo concordato la possibilità di creare un secondo gruppo di persone in condizioni più compromesse, di durata inferiore. Rileviamo moltissimi effetti positivi, come una partecipazione più attiva, maggiore sinergia nel gruppo, desiderio di cura verso i cani e infine un miglioramento dell’umore”.