La campagna del nord in questi giorni è coperta di brina. Quando il sole si alza, brilla tutta e il paesaggio sembra quello di una favola.
Le temperature danzano attorno allo zero. Il sole brilla. Le giornate si sono allungate. Gli ultimi respiri di gennaio, pur con l’aria gelida, annunciano la primavera.
Sono questi i tre giorni della merla sono considerati i giorni più freddi dell’anno.
Anzi, leggenda vuole che se sono freddi (e in questo 2023 sono proprio freddi), la Primavera sarà bella, se sono caldi la Primavera arriverà tardi.
Le leggende intorno a questa tradizione sono davvero molte.
C’è quella che racconta che una volta i merli erano bianchi. Fino al giorno in cui, per il troppo freddo, uno di loro entrò in un camino per scaldarsi e ne uscì dopo tre giorni tutto nero per la fuliggine.
E poi c’è quella, molto più triste, dove due merli dalle candide piume, maschio e femmina, si ripararono per il freddo in un camino. Non avendo nulla da mangiare il maschio decise di uscire per cercare qualcosa.
Dopo tre giorni tornò e trovando un uccello nero come il carbone, non riconobbe la sua merla e tornò indietro per cercarla. La merla, annerita per la fuliggine, nel frattempo morì di fame.
Infine si racconta che un merlo e una merla si sposarono alla fine di gennaio al paese della sposa, oltre il Po. Dopo la festa dovevano riattraversare il fiume per tornare nella loro casa, ma si era fatto tardi e quindi i fermarono per due giorni a casa di parenti. La temperatura in quei giorni si abbassò molto.
Il merlo fu costretto ad attraversare il Po tutto ghiacciato. Ma non ce la fece e morì di freddo e di fame. Così canta ogni notte la merla. Piange la merla il suo adorato:il suo lamento si sente ancora lungo il Po, nelle fredde notti di fine gennaio.
La maggior parte delle leggende riporta proprio come “giorni della merla” gli ultimi tre giorni di gennaio. Nessun accenno a febbraio. Ma… c’è un ma, soprattutto della bassa a cavallo fra Brescia, Cremona, Mantova e Parma, esiste invece un’altra versione della leggenda che indica i tre giorni della merla, gli ultimi due di gennaio e il primo di febbraio.
Luigi Manini, un lettore di popolis, qualche anno fa ci ha scritto per illustrarci la tradizione a Cremona: I giorni della merla nel cremonese cadono il 30 e 31 Gennaio e il primo di Febbraio. Per sostenere quanto detto porta 3 argomenti:
1. Nella leggenda, dicembre, arrabbiato con la povera merla che aveva osato sfidarlo, le si rivolge così “Du t’en do, on t’en prometeròo”, cioè “due (giorni di freddo terribile) te ne do, uno te lo prometto” perché, essendo quello di Febbraio non di sua pertinenza, non poteva sbilanciarsi troppo.
2. I contadini affidavano ai giorni di Gennaio le loro “previsioni del tempo” con questo rito: mettevano sul davanzale della finestra un mezzo guscio di noce contenente del sale. A seconda dell’umidità raccolta dal sale in quel giorno decidevano se il periodo corrispondente sarebbe stato piovoso oppure no, con questa sequenza:
- dall’1 al 12 gennaio i giorni corrispondevano ai mesi dell’anno.
- dal 13 al 24 lo stesso ma a ritroso, come verifica di quelli sopra.
- il 25 gennaio niente, in quanto, essendo il giorno della Conversione di S.Paolo (nello stesso giorno carnefice dei cristiani e cristiano lui stesso nel giro di pochi minuti), non era affidabile per fare predizioni.
- Il 26, il 27 il 28 e il 29 corrispondevano alle quattro stagioni in generale.
- Dal 30 in avanti c’era spazio per i giorni della merla.
3. Se i due argomenti anzidetti fanno parte della leggenda il terzo è molto più “tangibile” e basta andare nei tanti paesi del Cremonese (solo come limitato esempio: Crotta d’Adda, Pizzighettone, Soresina, Trigolo, Formigara…) in cui si canta la merla per verificarlo: la manifestazione avviene tutt’oggi.