Brescia. I marmi, gran parte delle sculture e quasi tutti gli elementi architettonici dell’altare della Patria a Roma sono realizzati con un particolare tipo di marmo: il botticino. Un materiale marmoreo che proviene da cave delle colline bresciane di Botticino. Un’altra rarità avvicina Brescia al Vittoriano è la Dea Roma che capeggia al centro dell’Altare ad opera della scultore bresciano Angelo Zanelli, che fece tintinnare i suoi scalpelli per realizzare la Dea tra il 1911 e il 1925.
In occasione della mostra in collaborazione con Fondazione Brescia Musei La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita a cura di Valerio Terraroli Fondazione Brescia Musei e VIVe – Vittoriano e Palazzo Venezia a Roma sino al 25 febbraio, venerdì 12 gennaio alla Pinacoteca Tosio Martinengo un evento per presentare la campagna di restauro del fregio dell’Altare della Patria. “La Dea Roma e l’Altare della Patria” alle ore 18 con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Prenotazione obbligatoria tel. 030 2977833 +39 030 2977834 cup@bresciamusei.com
Un ampio progetto, di tutela e valorizzazione, ideato e realizzato dalla Direttrice del VIVE Edith Gabrielli e sostenuto dal lavoro di ricerca del professor Valerio Terraroli dell’Università degli Studi di Verona, insieme ad una équipe di studiosi con l’obiettivo sia di riscoprire la figura e le opere dello scultore lombardo Angelo Zanelli (San Felice di Scovolo, Brescia 1879–Roma, 1942), sia di condividere con il pubblico – ricercatori, cittadini e turisti – un luogo simbolo dell’Italia come l’Altare della Patria, dove, forse più nitidamente che altrove, si può ascoltare il battito della Nazione.
“La Dea Roma e l’Altare della Patria” segue la linea tracciata dalla direttrice del VIVE Edith Gabrielli per le mostre focus, ideate per valorizzare le collezioni di Palazzo Venezia e del Vittoriano e permettere al pubblico di approfondire la loro conoscenza, coerentemente con l’ampio programma di ricerca e divulgazione portato avanti dall’Istituto fin dalla sua apertura, nel 2020.
Il primo obiettivo della mostra è rivalutare la figura di Angelo Zanelli. L’artista conquistò fama a livello nazionale e internazionale grazie al fregio per l’Altare della Patria, come attestano anche le numerose commissioni per l’America Latina: dopo la sua morte, la sua figura è tuttavia caduta nel dimenticatoio. Terraroli racconta l’intera carriera dell’artista bresciano, dagli esordi all’ingresso nel Pensionato Artistico Nazionale dell’Accademia di San Luca nel 1903 fino alle prestigiose commissioni degli anni Venti e Trenta, mettendone in luce la capacità di tenere insieme la tradizione classica con i movimenti internazionali, come la Secessione viennese di Gustav Klimt.
Entro questa dimensione si colloca l’affondo specifico sull’Altare della Patria: la mostra consente di ripercorrerne per intero la vicenda, incrociando gli esiti delle ricerche documentarie con le novità emerse dal restauro. Il racconto comprende il concorso del 1908, il referendum popolare in occasione dell’inaugurazione del Vittoriano nel 1911 che portò alla definitiva vittoria di Zanelli, i vari stadi dell’esecuzione del fregio, l’inserimento della Tomba del Milite Ignoto nel 1921 e la collocazione della statua della Dea Roma nel 1925.