Crespi d’Adda, Bergamo – È un trend in costante crescita l’aumento di visitatori al villaggio operaio di Crespi d’Adda, sorto nel 1876 tra Milano e Bergamo per volontà dell’imprenditore Cristoforo Benigno Crespi attorno al grande cotonificio e dal 1995 patrimonio Unesco.
L’aumento si inquadra nel sempre maggior interesse nei confronti del turismo industriale che vede Crespi d’Adda in cima alle classifiche dei siti industriali più visitati in Italia, al secondo posto dopo il museo Ferrari di Maranello, prima del museo storico Alfa Romeo ad Arese, del museo Lavazza a Torino e dell’Archivio Storico Olivetti a Ivrea, secondo la ricerca del 2023 Il turismo industriale in Italia: dimensioni, percezione e potenzialità di sviluppo curata da Nomisma su incarico di Museimpresa (associazione nata oltre vent’anni fa per iniziativa di Assolombarda e Confindustria).
I NUMERI. Nell’anno appena trascorso, il 2023, il villaggio operaio ha registrato circa 33.000 visitatori. Un numero parziale perché ricavato esclusivamente dalle prenotazioni delle visite guidate promosse dall’Associazione Crespi d’Adda in collaborazione con il Comune di Capriate San Gervasio senza tenere conto quindi delle visite di appassionati, esperti, studiosi e curiosi fatte in totale autonomia. Il numero reale, dunque, potrebbe essere decisamente superiore.
Dei 33.000 visitatori, circa 24.300 hanno partecipato alle visite in gruppo (oltre ottocento) e i rimanenti sono visitatori singoli. Nel 2023 il numero di visitatori è cresciuto del 30% circa rispetto al 2022, quando si è registrato un totale di 25.000 presenze, mentre nel 2021 i numeri si attestavano sui 11.000 visitatori, con quasi centoquaranta gruppi prenotati, dati in linea con il periodo pre-Covid.
Un turismo, quello di Crespi d’Adda, che richiama maggiormente visitatori del nord Italia (il 95%) con una forte presenza di turisti di prossimità provenienti dalla Lombardia (il 70%), una piccola percentuale di turisti provenienti dal centro sud (il 4%) e una minima (1%) provenienti dall’estero, quasi sempre singoli.
Una parte significativa dei gruppi proviene dalle scuole, sempre numerose a Crespi d’Adda. Il sito di turismo industriale è un luogo di grande interesse anche per gli studenti che qui trovano la materializzazione di quanto studiato sui testi scolastici: la rivoluzione industriale, l’imprenditoria illuminista, le lotte sociali, l’ingegno dell’uomo, la rivoluzione idroelettrica, la propaganda padronale. Ai ragazzi sono dedicati laboratori didattici per apprendere come si lavorava sui telai del cotonificio o come si produceva l’energia elettrica utilizzata per la fabbrica e per la vita del villaggio anche grazie a strumenti e tecnologie 3D che rendono la visita sicuramente di maggior coinvolgimento per le nuove generazioni.
Per l’anno in corso si prevede già un superamento delle cifre dei visitatori complessivi, a testimoniare un fenomeno in crescita per un turismo in questo caso a tutti gli effetti esperienziale e immersivo poiché permette di vivere di persona, ascoltare e vedere con i propri occhi o toccare con mano la vita ai tempi della fabbrica, ripercorrerne i ritmi lenti, le storie, le vie, gli oggetti e i luoghi di 150 anni fa. Vita quotidiana e lavorativa di un tempo non troppo lontano ma decisamente diverso dall’oggi, totalmente trasformato dallo sviluppo della tecnologia e del digitale.
MODELLO DI GESTIONE CULTURALE. A guidare le attività del sito è Giorgio Ravasio, Presidente dell’Associazione e artefice, dal 1991, del risveglio culturale di Crespi d’Adda, che da luogo di degrado industriale per via della graduale chiusura delle attività produttive è divenuto oggi un esempio virtuoso di gestione culturale, rigenerazione economica e progettualità continua, considerato un vero e proprio modello di riferimento a livello nazionale e internazionale, citato anche nelle conferenze internazionali sul turismo industriale, occasione di riflessione e confronto fra le diverse e più alte competenze di questo particolare segmento turistico.
Un percorso, un progetto, quello di Ravasio, che ha saputo “risvegliare” un borgo dormiente oggi nuovamente attivo e proiettato al futuro; pronto a trasformazioni e cambiamenti sempre nel rispetto dei luoghi, dell’ambiente, della memoria. Ravasio è anche l’ideatore, insieme a Mauro Piantelli, e l’organizzatore di Produzioni Ininterrotte, il Festival della letteratura del lavoro che dal 2017 propone un cartellone di eventi e incontri con autorevoli ospiti per raccontare e vivere il mondo del lavoro nelle sue molteplici sfaccettature, tra passato, presente e futuro.
Un modello di lavoro concreto, quello di Crespi d’Adda, che coinvolge in maniera diretta o indotta circa un centinaio persone: sei persone assunte, venticinque guide professioniste e quasi sessanta collaboratori per lo più studenti del territorio coinvolti in laboratori e visite a centrale, fabbrica e museo.
Oggi la sfida dell’Associazione è continuare mettere in campo, strategie di promozione e comunicazione del territorio capaci di generare valore per tutta la comunità ed essere luogo sempre più attrattivo per estimatori esperti, visitatori, anche stranieri, e soprattutto per i giovani che saranno i futuri custodi di questo inestimabile patrimonio storico, architettonico, culturale e ambientale. Si stanno generando sinergie con il territorio e i comuni circostanti con vocazioni o caratteristiche affini per creare sempre nuove e diverse opportunità per ampliare le proposte di un turismo capace di emozionare che possa richiamare chi ancora non conosce Crespi d’Adda o far tornare chi già lo ha visitato per rivederlo con occhi nuovi e mente aperta.
“Crespi d’Adda è diventato un punto di riferimento per il turismo industriale – sottolinea Giorgio Ravasio, Presidente dell’Associazione Crespi d’Adda – Ma sarebbe sbagliato pensare di aver raggiunto tutti gli obiettivi e fermarsi. Abbiamo sempre saputo che una progettazione a medio e lungo termine, un approccio professionale e la valorizzazione delle competenze avrebbe portato a importanti risultati e grazie al rapporto di fiducia e di stima con l’amministrazione comunale di Capriate San Gervasio siamo finalmente riusciti a fare ciò che avevamo nei nostri programmi e nei nostri sogni.
Ora è il momento di investire e di guardare al futuro. Abbiamo moltissime idee e progetti per fare un ulteriore salto di qualità e garantire a Crespi d’Adda un progetto che la gloriosa storia dei nostri avi si merita. Stiamo lavorando a un ulteriore sviluppo del festival sulla letteratura e i temi del lavoro Produzioni Ininterrotte che grazie alla collaborazione con la rete bibliotecaria bergamasca è già diventata una manifestazione diffusa sul territorio. Stiamo lavorando a partnership con importanti realtà culturali nazionali perché diventi ancora più grande così da portare il lavoro e i suoi valori al centro del dibattito pubblico.
Il Museo Partecipato crescerà ancora; renderemo ancora più approfondite le visite guidate e stiamo lavorando a diverse ricerche tematiche che ci permetteranno di raccontare il villaggio operaio con diverse prospettive e sfumature. Un riscontro positivo sul nostro lavoro lo vediamo anche nel fatto che molte realtà del territorio ci hanno contattato per chiederci aiuto e supporto, o per affidare alla nostra gestione i beni che faticano a promuovere e valorizzare. Questo ci inorgoglisce ma segnala anche quanto sarebbe ancora possibile fare per il nostro meraviglioso Paese.”
COSA VISITARE A CRESPI D’ADDA. Guide turistiche professionali accompagnano i visitatori tra le vie del villaggio, tra le cinquantacinque casette con giardino degli operai, pressoché uguali tra loro, allineate ed equidistanti; illustrando i tre palazzotti, le prime abitazioni realizzate a Crespi d’Adda, le case dei capireparto, le ville dei dirigenti e poi, ancora, gli edifici pubblici come il lavatoio, il dopolavoro, l’albergo, la chiesa, il teatro, la scuola, i bagni pubblici, il cimitero. Raccontano di come si svolgeva la vita del villaggio e nella grande fabbrica.
Storie di luoghi e di persone, oggetti di vita quotidiana dell’epoca che sono conservati e raccontati, anche attraverso strumenti multimediali, anche nel piccolo ma prezioso museo partecipato, in quella che è stata la scuola asilo di Crespi d’Adda ai tempi della vita della grande fabbrica, oggi l’Unesco Visitor Centre, l’Info Point di Crespi d’Adda dove è possibile richiedere le informazioni relative alle visite in autonomia e alle visite guidate.
Oltre al villaggio, al museo e alla fabbrica – attualmente chiusa per lavori restauro dopo l’acquisto del grande complesso industriale da parte dell’imprenditore bergamasco Percassi, e che tornerà luogo di lavoro dopo anni di abbandono – è possibile visitare su prenotazione anche la centrale idroelettrica di Crespi o ripercorrere i luoghi descritti dalle pagine del libro di Alessandra Selmi Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi (2022, Editore Nord), recentemente tradotto e distribuito anche in Spagna e Francia. Un romanzo che ripercorre la storia e l’intreccio di destini tra imprenditori visionari e coraggiosi e famiglie operaie narrando la nascita e i luoghi del villaggio.