domenica 8 Settembre 2024

Pronti a buttare la pasta?

Gattatico, Reggio Emilia. La Storica Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi è una grande Festa che si tiene da molti anni il 25 luglio nella grande aia del Museo. Una ricorrenza all’insegna della condivisione, dello stare insieme, dei valori di antifascismo, libertà, giustizia e democrazia della Famiglia Cervi. Sono passati 81 anni dall’inizio della Resistenza italiana e anche dalla storica pastasciuttata che la Famiglia Cervi offrì agli abitanti del paese di Campegine dopo la destituzione e l’arresto di Benito Mussolini, il 25 luglio 1943.

La Festa si terrà anche quest’anno giovedì 25 luglio a partire dalle ore 19 e prosegue fino a tarda sera con musica, teatro, confronti e dibattiti. A cena, la pastasciutta è offerta a tutti (le bevande sono a pagamento). Oltre alla pasta saranno disponibili a prezzi molto contenuti altri prodotti locali come gnocco fritto e salumi.

La sera del 25 luglio il programma prevede la premiazione della 23 ª edizione del Festival di Resistenza : consegna del “Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria” e del “Premio Gigi Dall’Aglio” Giuria Under 30.

Oltre alla grande Festa di Casa Cervi, ogni anno si tengono decine di Pastasciutte Antifasciste in tutta Italia, unite dagli stessi valori e principi in una grande comunità, la Rete delle Pastasciutte Antifasciste.

Ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore” E’ papà Alcide Cervi nel libro I miei sette figli ricorda quel giorno. Il 25 luglio del 1943, fu grande Festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, nella morte della dittatura. La Liberazione verrà solo 20 mesi dopo al prezzo di molte sofferenze. Ma quel 25 luglio alla notizia che il duce era stato arrestato c’era solo la voglia di festeggiare. A Campegine i Cervi insieme ad altre famiglie portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni del latte. Con un rapido passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla ”biroccia” che aveva portato la pasta, molti partigiani scesero giù dalle montagne e tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi a burro e formaggio che in tempo di guerra e di razionamenti erano prima di tutto un pasto di lusso.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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