Artogne, Valle Camonica, Brescia. Le api che alleviamo fanno parte degli insetti impollinatori che rivestono un ruolo cruciale per il pianeta, per la tutela della biodiversità e per l’agricoltura. Sono parte integrante del nostro sistema alimentare, perché impollinano le piante coltivate che finiscono come cibo sulle nostre tavole. Inoltre ci forniscono anche i loro preziosi prodotti: miele, polline, pappa reale, cera, propoli, da sempre utilizzati e apprezzati dall’uomo.
Dal 24 gennaio al 28 febbraio Slow Food Vallecamonica organizza otto incontri per conoscere il mondo delle api e del miele con l’obiettivo di porre le basi per iniziare ad accostarsi all’apicoltura in modo pratico e concreto attraverso un’ottica di sostenibilità. Le lezioni si svolgeranno presso l’agriturismo “Le Frise” di Artogne dalle ore 20.30 alle ore 22.30.
Da tempo Slow Food si è schiata dalla parte delle api, dei preziosi insetti impollinatori, Slow Bees, con campagne a tema, diffusione di informazioni ed eventi dedicati, Slow Food lavora per sensibilizzare l’opinione pubblica sul drammatico declino delle popolazioni di api a livello mondiale. Ma l’unico modo per salvare le nostre amiche api è porre fine all’uso di pesticidi nocivi, responsabili di questo sterminio.
Le otto serate del corso è un avvicinamento al mondo degli apicoltori, per conoscere i piccoli insetti impollinatori e della produzione, anche domestica, del miele. Le iscrizioni devono pervenire entro il 15 gennaio chiamando Luigi al n° 347 1570422, la quota di partecipazione è di 125 euro a persona comprensiva delle tessera Slow Food 2023.
Il lavoro della api è basilare per la vita sul nostro pianeta, il polline è trasportato da un fiore all’altro della stessa specie rendendo possibile la fecondazione e la conseguente nascita di frutti e semi. Ciò può avvenire in diversi modi ma, nella maggioranza dei casi, è il lavoro incessante degli insetti impollinatori a rendere possibile questo miracolo.
Per questo, la riproduzione di oltre l’80% (circa 300.000 specie) delle piante selvatiche e il 75% delle nostre colture (più di 300 specie) dipende proprio dagli insetti impollinatori. Il valore di questo servizio è enorme: se gli impollinatori si facessero pagare per produrre il cibo che consumiamo, il costo per la società ammonterebbe ogni anno a circa 260 miliardi di euro.