Brescia. È difficile immaginare, nella storia recente, un periodo in cui i richiami alla pace siano più incalzanti e necessari di questo. Ogni giorno i giornali sono pieni di aggiornamenti sulle guerre in corso dal Medioriente al fronte russo-ucraino, ben sapendo che non sono gli unici conflitti attivi in questo momento nel mondo. In questo tragico scenario, l’educazione alla pace è un compito essenziale.
Il Festival della Pace della città di Brescia, dal 9 al 30 novembre, è stato ideato, pensato e organizzato per la prima volta dal Comune e dalle tantissime realtà interessate al tema ormai sette anni fa. Il gruppo promotore opera in maniera continuativa all’interno del Cantiere Internazionale per il Bene e la Pace dell’Umanità, costituitosi nel 2017 in occasione della prima edizione del festival.
Ne fanno parte, insieme al Comune e alla Provincia di Brescia, le Università – Statale e Cattolica -, l’Ufficio Scolastico Territoriale, la Diocesi di Brescia, la Consulta per la cooperazione e la pace, insieme a fondazioni, associazioni ed enti del territorio. Oggi più che mai il senso di quel richiamo alla pace extra-ordinario, a un valore che fosse riconosciuto e coltivato anche in momenti di relativa calma, è divenuto quantomai urgente.
Il focus intorno al quale ruoterà l’intenso programma di questa settima edizione è l’Africa, continente multiforme e poliedrico, denso di complessità e caratteristiche come tutti i continenti, che lo sguardo occidentale invece tende ad appiattire e a considerare come una sola grande realtà. Il festival 2024 sarà l’occasione per parlare di Africa con alcuni dei suoi protagonisti, per offrire conoscenza e cogliere quali vie siano disponibili per uno sviluppo che però non sia avulso e depredante rispetto al contesto di partenza. Il palinsesto è stato composto con circa 70 eventi organizzati da 60 realtà diverse.
Una mostra-evento al Museo di Santa Giulia affronta il legame tra arte contemporanea e diritti umani, l’artista e attivista sudanese Khalid Albaih, l’esposizione avrà come titolo “Khalid Albahi. La stagione della migrazione a Nord”. La mostra, a cura di Elettra Stamboulis, sarà aperta al pubblico da sabato 9 novembre a domenica 23 febbraio 2025.
Imperdibile anche la chiusura del Festival che si terrà sabato 30 novembre alle 20 al Teatro Grande con il concerto dell’Orchestra del Mare, a cura di Fondazione Teatro Grande.