sabato 28 Settembre 2024

Fiaccolata per la Pace a Cremona

Cremona. La Tavola della Pace cremonese accende le fiaccole sabato 16 dicembre lungo e vie della città. Una fiaccolata per chiedere l’immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza, con partenza alle ore 17 da Palazzo Cittanova, per arrivare nella Piazza del Comune, dove si unirà alla fiaccolata anche “La luce della Pace da Betlemme” a cura del gruppo MASCI di Cremona. L’iniziativa ha l’adesione anche della Tavola della Pace Oglio Po.

Le motivazioni: “La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Palestinese, sia Israeliana è assoluta.
Hamas deve immediatamente rilasciare gli ostaggi per il bene del popolo palestinese. Israele deve fermare subito il massacro in atto a Gaza e non deve continuare ad usare la propria potenza militare contro la popolazione o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua ad una popolazione stremata, senza vie di fuga ed impossibilitata a proteggere le famiglie, i bambini e gli anziani.

Tra le vittime civili israeliane dell’attacco di Hamas del 7 ottobre si contano anche 33 minori innocenti uccisi e circa 30 rapiti. Atti ingiustificabili. Ma al tempo stesso non è giustificabile e accettabile la reazione militare israeliana che si traduce in una punizione collettiva sulla popolazione della Striscia di Gaza e in atti di violenza diffusa in tutta la Palestina, che hanno causato all’oggi l’uccisione di almeno 11.000 Palestinesi a Gaza, di cui almeno 4.500 bambini e bambine: uno ogni 10 minuti. Almeno altre 6.000 persone, tra cui 4.000 minori risultano dispersi sotto le macerie. Almeno 900.000 bambine e bambini nella Striscia di Gaza non hanno più accesso ad acqua potabile, cibo, medicine e cure mediche per le quali sono essenziali carburante ed energia elettrica. Quasi due milioni di Palestinesi della striscia di Gaza sono stati cacciati dalle loro case e dal territorio che il governo israeliano intende occupare e non restituire più ai Palestinesi.

Il 31 ottobre scorso i vertici dell’UNICEF hanno dichiarato che “Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambine e bambini. Per tutti gli altri è un inferno”.

Il 7 ottobre segna una radicale svolta militare, di guerra, che porterà nuove vittime e nuovo odio senza risolvere le cause che, da quasi un secolo, travolgono la popolazione e la terra di Palestina e d’Israele. E’ evidente per di più il rischio imponderabile del conflitto che potrebbe travolgere il Medio Oriente.

Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo tutti impegnarci per costruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura.

Ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue, con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione Palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”, condizione che porrebbe fine all’occupazione Israeliana ed alla resistenza armata Palestinese, ristabilendo così le condizioni per la costruzione di società pacifiche e democratiche.

Noi, come componenti della società civile, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della pace ed invitiamo le autonomie sociali Palestinesi ed Israeliane a schierarsi chiaramente per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato. Per questo lanciamo un appello alle associazioni e movimenti Palestinesi ed Israeliani a manifestare insieme sfidando chi invece vuole distruggere con la violenza, con l’aggressione, con l’occupazione e l’assedio, il diritto dell’altro, la possibilità della convivenza e di un futuro di pace e di benessere per tutto il Medio Oriente.

È necessario fermare subito questo massacro. Uccidere civili è un crimine di guerra inaccettabile, non ammesso da diritto e convenzioni internazionali. Ci appelliamo ad organizzazioni della società civile, gruppi e reti e singoli cittadine e cittadini solidali, perché aderiscano ad un’iniziativa di denuncia dell’enormità di questa tragedia.”

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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