sabato 23 Novembre 2024

Felice Casorati, il concerto della pittura

Parma. Sono capolavori assoluti di uno dei più grandi esponenti artistici del primo Novecento, Felice Casorati, a cui la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma), dedica una mostra antologica dal 18 marzo al 2 luglio, “Felice Casorati. Il concerto della pittura” composta da oltre ottanta opere.

Il percorso espositivo consente di conoscere il lavoro di Casorati nella sua completezza, mostrando con opere-chiave le figure e i temi prediletti e documentando ogni stagione della sua pittura, dal 1907 al 1960. Si apre con Ritratto della sorella Elvira, che segna il debutto alla Biennale di Venezia del 1907, Le ereditiere del 1910 e Notturno del 1912-13.

Tra le opere esposta un affascinante dipinto di Casorati Le due sorelle (Libro aperto e libro chiuso) del 1921 è inquadrato in una scena nodale del celeberrimo film di Federico Fellini La dolce vita (1960). Il quadro, attraverso il quale Fellini può aver inteso trasmettere all’osservatore una chiave di lettura del film, viene esposto alla Magnani-Rocca a suggerire un insospettabile trait d’union tra il pittore e il regista, cui viene dedicata, nelle sale al piano superiore della Villa, una particolare mostra focus nel trentennale della morte, nello stesso periodo dell’antologica su Casorati, presentando sontuosi costumi realizzati per i film e indossati da celebri attori, come Marcello Mastroianni e Donald Sutherland, locandine dei film, disegni di Fellini oltre a rare fotografie d’epoca.

Prove intrise di pacata misura, denotano la precoce e sofisticata cultura visiva di Casorati, derivata dallo studio dell’antico, dai modelli raffinati e mondani del naturalismo e del simbolismo sino al confronto con Klimt e l’ambiente delle Secessioni. Un’atmosfera nuova si respira nel capolavoro Le signorine, opera cruciale che nel 1912 annuncia una svolta nella sua pittura, per la tavolozza chiara e luminosa e lo studio delle enigmatiche figure femminili.
In mostra si potrà cogliere con particolare efficacia la stagione casoratiana negli anni Venti, quando il richiamo del Ritorno all’ordine porta nell’arte europea una nuova classicità.

Con l’esposizione di alcuni dei quadri più significativi del periodo – Fanciulla col linoleum, Maschere, Concerto, Conversazione platonica – si viene proiettati in un’atmosfera sospesa, metafisica e silenziosa, pervasa da equilibrio, ordine, malinconia e mistero, in un teatro di infinite e indecifrabili allusioni. Nel celeberrimo dipinto Silvana Cenni del 1922, esplicito omaggio a Piero della Francesca, una silente immobilità permea ogni cosa, congelando la figura e la scena in un fermo immagine misterioso; tutto è aderente al vero, nei più minuti dettagli, ma talmente realistico da tradursi in straniamento. I quadri con figura sono intercalati in mostra da alcuni paesaggi e da un nucleo di nature morte, fra le quali quelle dedicate alle uova, emblema araldico dell’arte casoratiana. Queste forme perfette e dalla fragile consistenza permettono all’artista una riflessione sul contrasto tra la precarietà e la solidità, oltre a un ulteriore rimando a Piero ma anche a Cézanne.

L’ordinamento cronologico, necessario a una lettura filologica della pittura casoratiana, è talvolta intercalato da accelerate temporali che anticipano gli esiti della ricerca su un medesimo tema o soggetto, al fine di comprendere l’essenza del «complicato intreccio formato dallo svolgersi della mia pittura», come direbbe l’artista stesso. I visitatori e le visitatrici della mostra potranno così cogliere, osservando lo studio delle architetture interne ai dipinti, il gioco degli spazi, la tavolozza attentamente composta nell’equilibrio dei valori tonali, cromatici e luminosi, la coerenza e, insieme, la magia che segnano la ricerca di Casorati anche nelle opere dei decenni successivi.

La relazione tra pittura e musica, fondamentale in Casorati, è resa esplicita in una serie di opere che, nella cornice di una immaginaria e ideale vicinanza tra l’artista e il collezionista Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca, pone in risalto le loro passioni comuni. In particolare, il dipinto di Casorati Beethoven del 1928, in prestito dal Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto che collabora alla realizzazione della mostra, rinvia alla predilezione di Magnani per il grande compositore tedesco. L’intensa attività di Casorati scenografo teatrale è documentata da un corpus di bozzetti e figurini del Teatro alla Scala di Milano.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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