Biblioteche che sono perle d’arte, codici medievali preziosi, musei con strumenti tipografici rari. Nella Terra dello Slow Mix, tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, un itinerario unico nel regno del libro.
La storia del libro, l’arte della scrittura: un viaggio che in Emilia si fa coinvolgente e ricco di curiosità. Nel territorio bagnato dal fiume Po e custodito dall’Appennino Tosco Emiliano, si può percorrere un itinerario a tappe nel mondo dell’editoria tra antico e contemporaneo, ammirando biblioteche storiche, musei che svelano gli albori della stampa, collezioni di editori illuminati, arti tipografiche, codici medievali ma anche innovative produzioni editoriali moderne.
A Parma, il viaggio nell’editoria può cominciare dal Complesso Monumentale della Pilotta, dove il Museo Bodoniano vanta di essere il più antico museo della stampa in Italia. È intitolato al tipografo Giambattista Bodoni ed ospita una fabbrica del libro con strumenti da lavoro dell’officina tipografica originali, edizioni uniche e rare anche in seta e pergamena, un carteggio di 12mila lettere, 80mila pezzi della stamperia Bodoni, e tantissimi documenti.
Un tavolo interattivo svela, inoltre, diversi volumi tra cui il Manuale tipografico composto da cento caratteri latini tondi, 50 corsivi e 28 greci a cui Bodoni lavorò per tutta la vita.
Sempre alla Pilotta c’è un altro luogo straordinario: la Biblioteca Palatina. Qui, la meraviglia scorre tra pareti di volumi storici, tra cui manoscritti, codici miniati dell’XI e XII secolo, disposti in sale affrescate, come la Sala Dante dipinta da Scaramuzza con scene dalla Divina Commedia dantesca e la Galleria del Petitot che ancora conserva scaffalature d’epoca.
Grazie ad un documento ritrovato nella Biblioteca si è scoperto il giorno di pubblicazione della prima copia della Gazzetta di Parma, che è il giornale più antico d’Italia. Il primo numero risale al 20 giugno 1728. Lo studioso Roberto Lasagni ha infatti trovato l’atto secondo cui il Duca Antonio Farnese accordava al tipografo Giuseppe Rosati il permesso di stampare e vendere il quotidiano parmigiano.
Proprio nelle sale della Biblioteca Palatina, inoltre, Franco Maria Ricci (1937-2020), celebre editore e collezionista d’arte, incontrò Giambattista Bodoni, innamorandosi della sua arte, a cui rese omaggio con la ristampa del Manuale tipografico, l’abbecedario sublime che inaugurerà il catalogo della casa editrice sognata.
Oggi le sue opere sono custodite in un monumento unico nel suo genere: il Labirinto della Masone, il più grande labirinto al mondo. Si trova a Fontanellato e perdersi tra le sue circa 300mila piante di bambù è un’esperienza sognante, che si completa con la visita alla grande collezione d’arte di Franco Maria Ricci: 5 secoli di storia dell’arte dal Cinquecento al Novecento.
Tornando a Parma, bisogna visitare la splendida Biblioteca monumentale benedettina dell’Abbazia di San Giovanni. La sala principale offre alla vista affreschi cinquecenteschi sulle volte, ritraenti un complesso panorama della sapienza umana e della giustizia. Le pitture parietali riproducono carte geografiche tra cui una del Ducato di Parma e Piacenza celebrativa della Signoria dei Farnese.
Spostandosi a Noceto si scopre un altro tesoro: il Museo della Tipografia Fernando Libassi, dove ammirare antiche attrezzature, macchine da stampa solo italiane (una particolarità per il periodo) costruite artigianalmente.
A Piacenza, l’itinerario nel mondo dell’editoria può proseguire al Museo della Stampa del quotidiano Libertà, giornale piacentino tra i più antichi d’Italia, con gli strumenti tipografici utilizzati fino agli anni ’80 e poi caduti in disuso, fra cui le storiche macchine compositrici, come Linotypes, Nebitype, Ludlow e tante chicche.
Un vero e proprio gioiello editoriale si trova nella storica Biblioteca Passerini Landi di Piacenza: il Codice Landiano 190, considerato il manoscritto più antico di data certa della Divina Commedia di Dante. Risale al 1336 ed è esposto in una suggestiva sala in cui sono illustrate le vicende e le caratteristiche che ne fanno un pezzo di enorme valore, nell’ambito della mostra virtuale “Tesori danteschi a Piacenza: il Landiano 190, frammenti, incunaboli e cinquecentine”.
Un’ altra perla rara è il Codice 65 o Libro del Maestro, da scoprire nel bellissimo Museo Kronos della Cattedrale di Piacenza, seguendo il percorso che conduce verso la cupola affrescata da Guercino. Si tratta di un manoscritto pergamenaceo del XII secolo, tra i più importanti d’Europa e noto per la liturgia a livello internazionale. La visione del volume, che conserva nozioni di astronomia e astrologia, usi e costumi della popolazione legata ai cicli lunari e al lavoro dei campi, miniature che mostrano i primi drammi teatrali liturgici medievali, è introdotta da una experience room che proietta i visitatori in un viaggio nel Medioevo e consente di sfogliare virtualmente il libro in altissima risoluzione.
Nel borgo di Bobbio, uno dei Borghi più Belli d’Italia, l’Abbazia di San Colombano espone antichi codici e un nuovo Scriptorium, ricostruito sull’impronta di quelli originali e la digitalizzazione di 15 codici trascritti da monaci bobbiensi e collocati nella biblioteca Ambrosiana di Milano, che si possono “sfogliare” in un’ottima risoluzione.
Tra i piacentini che si sono distinti in ambito editoriale, Giana Anguissola è sicuramente tra le scrittrici contemporanee più amate. A lei è dedicato il concorso letterario nazionale omonimo a Travo, in Val Trebbia, incentrato sulla letteratura per ragazzi, ed anche la biblioteca comunale per ragazzi di Piacenza.
A Reggio Emilia, dove il contemporaneo è in continuo dialogo con la storia, la Biblioteca comunale dedicata ad Antonio Panizzi, esule reggiano che attorno alla metà del secolo scorso organizzò la prestigiosa biblioteca del British Museum a Londra, si rivela non solo come luogo molto amato dagli abitanti della città, ma anche location di eventi, esposizioni ed incontri.
Un’opera d’arte dell’americano Sol Lewitt decora di colori primari e complementari accesi, in un intreccio di vortici che sembrano in movimento, la volta della sala di lettura, integrandosi nelle architetture settecentesche di Palazzo San Giorgio, oggi fra i punti di riferimento della cultura reggiana, grazie anche al suo ricco patrimonio di manoscritti, incunaboli, cinquecentine, antiche carte geografiche ed edizioni assai rare. Tantissimi i libri e i giornali qui a disposizione. La biblioteca conta anche diversi archivi come l’archivio di Silvio D’arzo, Gianni Celati, Cesare Zavattini, Luigi Ghirri.
A Luzzara sulle rive del fiume Po, c’è il Centro Culturale Zavattini, che dal 2015 ha preso il testimone della biblioteca comunale, nata grazie ad una importante donazione, oggi Fondo Zavattini. Dedicato al celebre scrittore, pittore e motivatore culturale Cesare Zavattini, considerato il maggior rappresentante del Neorealismo italiano, il Centro Culturalepromuove una vasta serie di rassegne ed eventi culturali, percorsi e laboratori didattici, progetti espositivi, pubblicazioni, oltre al servizio di biblioteca. La diffusione dell’opera di Cesare Zavattini è uno dei principali obiettivi di Fondazione Un Paese, che consapevole dell’importanza della conservazione storica, riflette sulla contemporaneità.
Se Reggio Emilia è vocata alle arti contemporanee, viene naturale pensare che qui ci siano scuole e corsi di formazione dedicati alle attività più avveniristiche, come la Scuola Internazionale di Comics, che si rivolge anche al grande pubblico con laboratori, workshop, incontri con gli autori, open day. Un posto in cui stimolare la propria creatività, immergendosi nel mondo del fumetto, l’illustrazione, l’animazione e il design.