Ferrara. “Da Schifanoia: re-incantare il mondo” è il titolo della mostra al Castello Estense sino al 10 aprile nella sala degli Stemmi, con le opere dell’artista rom-polacca Małgorzata Mirga-Tas, che hanno rappresentato il padiglione polacco alla recente Biennale di Venezia e che sono state fortemente ispirate agli affreschi della Sala dei Mesi di Palazzo Schifanoia di Ferrara, tra i più grandiosi esempi di arte rinascimentale.
Presentata per la prima volta al pubblico nel 2022 in occasione della 59ª Biennale di Venezia, l’installazione Da Schifanoia: re-incantare il mondo arriva ora a Ferrara. Nonostante non sia mai stata esposta in città, è come se l’opera tornasse a casa: un ritorno (anabasis) di carattere simbolico con cui l’artista si propone di ripagare il debito contratto con la città estense. La mostra si svolge infatti dove tutto è cominciato, dalla storia e dai monumenti diventati fonte di ispirazione del suo lavoro.
Mirga-Tas ha visitato per la prima volta Ferrara insieme ai curatori Wojciech Szymański e Joanna Warsza quando stava immaginando l’installazione per la Biennale di Venezia. Durante la sua permanenza si è soffermata sugli affreschi di Palazzo Schifanoia, proprio come avevano fatto prima di lei, tra gli altri, lo storico e studioso dell’arte tedesco di origini ebraiche Aby Warburg e la scrittrice scozzese Ali Smith. Ha visto i luoghi immortalati dallo scrittore ferrarese Giorgio Bassani, ammirato le opere di grandi maestri come Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, scoperto la figura del duca Borso d’Este, mecenate dei due artisti e committente del Salone dei Mesi.
L’allestimento al Castello Estense, organizzato da Fondazione Ferrara Arte, Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e Zachęta — National Gallery of Art di Varsavia, comprende otto dei dodici teleri creati dall’artista. Mirga-Tas ha deciso di esporre i mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre: i primi sette sono quelli tuttora visibili a Palazzo Schifanoia.
Tuttavia i visitatori della mostra ferrarese non vedranno le stesse vicende rappresentate nelle tre fasce degli affreschi del Salone dei Mesi. Le storie delle divinità dell’Olimpo, quelle dei decani e le scene di vita cortigiana della Ferrara del XV secolo sono state infatti sostituite da episodi narrati dall’artista. Nella fascia superiore è raffigurato il mitico viaggio del popolo rom verso l’Europa, ispirato a una serie di stampe del XVII secolo dell’incisore lorenese Jacques Callot. La fascia centrale è un archivio affettivo di storie rom declinate al femminile che accosta immagini di donne reali a elementi magici e astrologici. In quella inferiore è rappresentata la vita quotidiana nella città natale dell’artista, Czarna Góra, e in altri insediamenti rom tra i monti Tatra, come Podhale e Spiš, in Polonia.
Tutto parte dunque dal celebre ciclo dei mesi di Palazzo Schifanoia, il luogo in cui Aby Warburg aveva coniato il concetto di Nachleben, la sopravvivenza delle immagini. I segni zodiacali, il sistema dei decani, le allegorie dei mesi, la ciclicità e la diffusione dei simboli tra epoche e continenti – attraverso India, Persia, Asia Minore, antica Grecia, Egitto e Europa – sono i punti di riferimento visivo e ideologico di Małgorzata Mirga-Tas, che li ha compresi e calati nella storia, cultura e identità rom-polacca.