mercoledì 15 Gennaio 2025

Custodire, la nuova mostra al Castello di Padernello

Padernello, Brescia. Abbassa il ponte levatoio il meraviglioso Castello di Padernello per accogliere gli eventi del nuovo anno, punto cardinale in questi anni su cui ruota la cultura della pianura e oltre, fu custode d’arte anche in tempi difficili, lo racconta la mostra “Custodire” in programma nelle sale del maniero dal 18 gennaio al 25 dicembre, con inaugurazione sabato 18 gennaio alle ore 17.

L’idea muove da un capolavoro della pittura bresciana del Rinascimento la “Sala delle Dame”, custodita nel più grandioso dei privati palazzi di Brescia (Martinengo di Padernello/ della Fabbrica, poi Salvadego). Il suggestivo ambiente, che trasforma lo spazio chiuso in una misura scenica aperta, è stato scelto per la suggestione, la bellezza, i messaggi contenuti, ma anche come simbolo di tutto quel patrimonio artistico per il quale vennero adottate misure di salvaguardia nel corso dell’ultimo conflitto bellico.

Quest’opera di salvaguardia si tradusse in decreti e circolari riguardanti, in particolare, la predisposizione di un «Piano di mobilitazione delle opere d’arte in caso di guerra» al quale seguì un programma più esteso che includeva «la protezione in situ dei monumenti e delle opere d’arte difficilmente removibili». In questo contesto entrò in campo la pianura e i suoi luoghi silenziosi, come Villa Fenaroli a Seniga, il Castello di Padernello, Villa Lechi di Erbusco, il Convento dei Carmelitani Scalzi di Adro o ancora il Collegio missionario di Saiano.

Nel Castello di Padernello vennero custoditi gli stacchi dei dipinti delle pareti della “Sala delle Dame”, sezionati, attraverso un’ardita operazione, dal restauratore Ottemi della Rotta coadiuvato da Paolo e Giuseppe Bertelli. Il Castello fu anche fondamentale per la protezione dei grandi teleri dedicati ai “pitocchi”, brani di vita quotidiana che Giacomo Ceruti seppe trasformare in scene di grande forza espressiva.

La filosofia della mostra muove quindi dal tema delle «dimore che curano», residenze silenziose di campagna. Le loro mura, anche se per un breve periodo, sono state testimoni delle prime operazioni di messa in sicurezza e della tutela delle opere d’arte mobili, difendendone nel contempo la memoria e la storia ad esse legate. La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione della famiglia Salvadego Molin Ugoni che ha avuto cura del prezioso ambiente, dedicato alle “Dame” attraverso iniziative di restauro e valorizzazione.

La mostra si snoda un percorso di immagini, suggestive fotografie e ricostruzioni in cinque sezioni ospitate negli spazi al piano nobile del Castello.

Il progetto scenografico affidato alla cura dello scenografo e prof. Giacomo Andrico, progetto grafico è a cura di Nicoletta Cancelli. La mostra si avvale della recente campagna fotografica creata dallo studio BAMSphoto di Basilio, Marco, Matteo Rodella e da Virginio Gilberti. Un lavoro che utilizza nuove tecniche della fotografia digitale, novità ed artifici mediati dall’esperienza, grande professionalità nella riproduzione di opere d’arte. La stampa è a cura di New Lab di Giuliano Goffi.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

Articoli recenti

Ti Potrebbe interessare: