Cremona. Un Museo non è solo le proprie collezioni o sale espositive, ma è soprattutto un concorso di saperi e buone pratiche. La mostra “La cura del Patrimonio – mandolini e carte stradivariane”, al Museo del Violino, fino a domenica 3 marzo, a cura del conservatore Fausto Cacciatori, svela al pubblico e condivide il senso di azioni svolte quotidianamente, lontano dai riflettori, per garantire la tutela e la conservazione di un giacimento culturale prezioso fatto di strumenti, storia e competenze.
La rassegna si svolge in occasione dei primi dieci anni di attività del Museo, a testimoniare come i temi dell’accessibilità, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio siano assi centrali e trasversali di tutti le politiche gestionali dell’istituzione. In questi anni sono state promosse, con il coordinamento del conservatore, indagini scientifiche, momenti di divulgazione e pubblicazioni, mentre interventi di restauro hanno restituito ora la bellezza ora talora perfino la fruibilità di alcuni beni, come i cinque mandolini, uno dei quali opera di Zosimo Bergonzi (1770), presenti negli inventari delle Collezioni Liutarie del Comune di Cremona dagli anni Cinquanta del secolo scorso eppure mai esposti al pubblico.
Dal 1976 la mission della Fondazione Museo del Violino Antonio è di tutelare e promuovere il valore della liuteria cremonese, classica e contemporanea, attraverso concorsi, mostre, convegni, pubblicazioni, audizioni con strumenti storici e concerti in Audutorium Giovanni Arvedi.
La capacità unica di creare strumenti ad arco di raffinata fattura è alla base di quell’identità cittadina che, nel solco di una tradizione di eccellenze alto-artigianali, affonda le proprie radici nel tardo Rinascimento e nei primi secoli dell’età moderna per giungere intatta fino ad oggi.
Il costante impegno di ricerca e riscoperta dei grandi maestri del passato e della loro opera si traduce, quotidianamente, nella gestione e organizzazione del Museo del Violino e, ogni anno, in autunno, nell’allestimento di mostre di liuteria storica capaci di catalizzare, grazie al rilievo dei contenuti scientifici e a proposte spesso inedite, l’attenzione internazionale.
Gli eredi dei grandi Maestri sono gli artigiani di oggi. La Fondazione organizza, dal 1976, il Concorso Triennale Internazionale “Antonio Stradivari”, momento di confronto privilegiato tra i migliori costruttori di tutto il mondo, tanto da esser definito, non a caso, l’Olimpiade della Liuteria.
Dal 2009 la Fondazione ha anche promosso il progetto “friends of Stradivari”, network mondiale tra quanti possiedono, studiano, utilizzano strumenti della liuteria classica cremonese o ne sono semplicemente appassionati.