sabato 23 Novembre 2024

Cesare Tallone, ritratti di società

Lovere, Bergamo – La mostra “Cesare Tallone. Ritratti di Società”, allestita nelle sale del Museo dell’Ottocento presso la Galleria dell’Accademia Tadini raduna un importante nucleo di opere del pittore Cesare Tallone (Savona, 1853-Milano, 1919), direttore dell’Accademia Carrara di Bergamo dal 1885 al 1899 nonché importante figura di innovatore e ritrattista di fama internazionale.

Curata dal direttore della Galleria dell’Accademia Tadini Marco Albertario e dalle storiche dell’arte Silvia Capponi ed Elena Lissoni, la mostra, che gode del patrocinio del Comune di Lovere e della Comunità dei laghi bergamaschi, è realizzata in collaborazione con Accademia Carrara, Fondazione Brescia Musei, Università degli studi di Brescia e Rete dell’800 lombardo e con il sostegno di sponsor quali Montello S.p.a., Fondazione Credito Bergamasco, Fondazione Polli Stoppani, Spazio Effe e Antica Fratta.

Cesare Tallone, Ritratto di signora, 1894, olio su tela, 240 x 125 cm, Monticelli Brusati, Collezione Antica Fratta
Cesare Tallone, Ritratto di signora, 1894, olio su tela, 240 x 125 cm, Monticelli Brusati, Collezione Antica Fratta

L’esposizione propone oltre quaranta dipinti del pittore accostati a fotografie, sculture e progetti architettonici per un totale di circa 80 opere, molte delle quali inedite, provenienti da collezioni pubbliche (Accademia Carrara, Fondazione Brescia Musei, Galleria Ricci Oddi di Piacenza) e da raccolte private, con l’obiettivo di restituire il percorso di Tallone durante il suo periodo bergamasco, con un focus sull’attività svolta a Lovere, finora mai indagata.

I ritratti eseguiti dall’artista sono messi in rapporto con altre forme di rappresentazione, in particolare con la fotografia e il disegno architettonico, e in molti casi assumono il valore di importanti testimonianze dei valori familiari e delle relazioni sociali che animavano la società tra Bergamo e Lovere nell’ultimo quarto dell’Ottocento.

Spiega Marco Albertario, direttore della Galleria dell’Accademia Tadini: «Al centro di questa mostra c’è una società dinamica e attiva, che trova nell’architettura e nella pittura di Cesare Tallone una risposta alle proprie esigenze celebrative. Il tema centrale è quindi quello dell’essere e dell’apparire, ma la qualità della pittura di Tallone, considerato uno dei più grandi ritrattisti dell’Ottocento, proietta i visitatori in un racconto fatto di materia e di colore. Sullo sfondo c’è Lovere che, in quegli anni, si apre alla modernità».

La mostra si apre rievocando l’arrivo nel 1885 a Bergamo di Cesare Tallone a seguito della sua nomina a professore della Scuola di Pittura presso l’Accademia Carrara. L’abilità artistica indiscussa e il prestigio del ruolo istituzionale ricoperto permettono a Tallone di inserirsi con naturalezza nel panorama artistico bergamasco, come documentano le opere concesse in prestito dalla Fondazione Accademia Carrara e dalla Fondazione Brescia Musei.

Foro Romano, 1883, olio su tela, 91,5x60,5 cm, Lovere, Accademia Tadini, cat. P 318
Foro Romano, 1883, olio su tela, 91,5×60,5 cm, Lovere, Accademia Tadini, cat. P 318

Sottolinea la storica dell’arte Elena Lissoni: «Tallone è stata una delle figure più innovative nel panorama artistico bergamasco non solo per la modernità del suo linguaggio, ma anche per il ruolo di professore di Pittura all’Accademia Carrara, testimoniato dal suo allievo più celebre, Pellizza da Volpedo, e dall’episodio straordinario della fondazione di una scuola di pittura femminile».

Con il suo nuovo modo di intendere il genere del ritratto, Tallone presenta alla borghesia e all’aristocrazia bergamasca un’alternativa moderna al ritratto tradizionale, caratterizzata da una particolare attenzione alla resa psicologica del soggetto. L’artista traspone sulla tela anche il potente linguaggio di autorappresentazione veicolato dalla moda, restituendo un’immagine fedele e preziosa dello stile e del gusto maggiormente in voga nell’alta società alla fine dell’Ottocento.

Questi aspetti coinvolgono direttamente la società loverese che si stringe intorno alla figura di Giovanni Battista Zitti, ricco industriale ed ex garibaldino. Al centro dell’esposizione una serie di ritratti di antica provenienza loverese, resi disponibili dai privati proprietari, in gran parte inediti.

«Dotato di una sorprendente capacità di indagine psicologica e di una vigorosa pennellata – evidenzia la storica dell’arte Silvia Capponi – Cesare Tallone ci consegna attraverso i ritratti esposti in mostra un avvincente caleidoscopio sociale, fatto di racconti personali che si rispecchiano nella storia politica e culturale che ha animato Bergamo e Lovere nell’ultimo quarto dell’Ottocento. Una dimensione variegata che, nel percorso espositivo, verrà indagata anche attraverso gli effetti del magistero talloniano sui due allievi Giacomo Bosis e Giovanni Trussardi Volpi, artisti entrambi ben rappresentati nelle collezioni dell’Accademia Tadini».

La mostra sarà accompagnata una serie di iniziative divulgative dedicate al pubblico più ampio (visite guidate speciali, incontri di approfondimento, ma non solo), con una particolare attenzione ai giovani e alle scuole, cui saranno destinate specifiche attività.

La visita alla Galleria dell’Accademia Tadini consente di scoprire una interessantissima collezione ottocentesca. Si deve al conte Luigi Tadini (1745-1829) la decisione di costruire un palazzo in riva al lago d’Iseo per esporre al pubblico le proprie raccolte d’arte. L’edificio nasce lungo la nuova strada che collegava Bergamo e Lovere, accanto all’antica residenza di famiglia, affacciata sull’attuale piazza Garibaldi.

Al centro del giardino si innalza la Cappella, costruita per ospitare la Stele Tadini, scolpita tra il 1819 e il 1821 da Antonio Canova, in ricordo dell’amico Faustino, figlio del conte, conosciuto a Roma nel 1795 e prematuramente scomparso nel 1799.

Le sale al piano nobile dell’edificio, che hanno mantenuto i soffitti dipinti e gli antichi arredi, conservano la raccolta archeologica acquistata a Napoli durante il Grand Tour. Si tratta di preziose porcellane occidentali e orientali e di un’importante collezione di dipinti antichi, formatasi negli anni delle soppressioni napoleoniche attraverso acquisti all’asta e scambi con altri collezionisti.

Concludono il percorso la Biblioteca, che restituisce la varietà degli interessi di un nobile del Settecento, e uno scenografico balcone che consente di ammirare il paesaggio. Al centro del museo, la grande Sala, destinata ai concerti e alle rappresentazioni teatrali, ospita dal 1927 una prestigiosa stagione musicale con interpreti provenienti da tutta Europa.

La collezione di dipinti spazia dal Trecento fino al Settecento, con opere di Jacopo Bellini, Paris Bordon, Palma il Giovane, Pitocchetto e fra’ Galgario.

 

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