Parma – «Perseguivamo una ricerca comune, alla quale si giungeva però da premesse e da direzioni diverse».
Italo Calvino e Luciano Berio si erano conosciuti nel 1958 a Sanremo lavorando a due canzoni per la moglie di Berio, Cathy Berberian. Erano tutti e due liguri, uno di Sanremo anche se nato a Cuba, l’altro di Oneglia. Quasi coetanei, Calvino era più vecchio di due anni. Hanno lavorato e scritto insieme due opere teatrali, spesso non si sono capiti anche se erano consapevoli di assomigliarsi più di quello che sembrava, ma anche così hanno rappresentato un pezzo enorme di cultura del Novecento.
Per il centenario della nascita di Italo Calvino, celebrato il 15 ottobre, e per il ventennale della scomparsa di Luciano Berio, Fondazione Prometeo un vasto programma di iniziative dal titolo «Calvino/Berio: tra musica e letteratura», costituito da quattro concerti, una lettura-concerto e una giornata di studi, e realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, Comune di Parma e Fondazione Monteparma, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Università IULM e Centro Studi “Luciano Berio” e la collaborazione con Casa della Musica di Parma, Fondazione Teatro Regio di Parma, Fondazione Teatro Due, Conservatorio “A. Boito” di Parma e Conservatorio “G. Verdi” di Ravenna.
Si comincia venerdì 27 ottobre nella Sala Mattioli del Palazzo del Governatore a Parma, a partire dalle ore 14:00, proprio con un pomeriggio di studi dal titolo «Calvino e Berio: rapporti tra letteratura e musica» moderato da Oreste Bossini e con la partecipazione di specialisti come Fabio Vittorini, critico letterario e docente di Letterature comparate alla IULM di Milano; Angela Ida De Benedictis, Direttrice scientifica del Centro Studi Luciano Berio; Domenico Calcaterra, insegnante e critico letterario; e Stefano Lombardi Vallauri docente alla IULM e direttore scientifico della rivista «Nuove Musiche».
A conclusione dei lavori, alle ore 18:00, nella Casa del Suono in Piazzale Salvo d’Acquisto si suggella la giornata e si inaugura la serie di momenti musicali di questo progetto con una sessione di ascolto di musica acusmatica, cioè musica priva di legami semantici con la fonte di emissione, incentrata sulle esperienze elettroniche dello Studio di Fonologia della Rai di Milano fondato da Berio e Bruno Maderna, e fra queste di alcuni brani del biennio 1960-1961 fra cui il fondamentale «Visage» di Berio, accanto a «Serenata III» dello stesso Maderna, «Collage II» di Aldo Clementi e la prima fugace esperienza elettronica di Franco Donatoni, «Quartetto III».
Altri due concerti sono consegnati all’esecuzione di strumentisti di Ensemble Prometeo, fondato nel 2009 nell’ambito di Fondazione Prometeo riunendo alcuni dei più accreditati interpreti della sonorità contemporanea.
Domenica 19 novembre al Ridotto del Teatro Regio di Parma alle ore 20:30, sotto la direzione di Marco Angius, l’Ensemble dedica un articolato programma di brani che coinvolge non solo, e massicciamente, la figura di Berio, ma anche quella di altri compositori del secondo Novecento legati in modi diversi a procedimenti creativi e interpretazioni della realtà che si ritrovano nel pensiero e nella letteratura di Italo Calvino: Elliott Carter e Henri Pousseur (con due omaggi a Calvino), Bruno Maderna, Marco Di Bari.
Martedì 5 dicembre alle ore 20:30 all’Auditorium del Carmine del Conservatorio “A. Boito” di Parma altri quattro strumentisti di Ensemble Prometeo daranno vita – accanto a «Solo» per oboe di Maderna e una selezione dai «Six Encores» di Berio – a una rilettura di quattro Sequenze di Berio (per pianoforte, per violino, per oboe e per clarinetto), cioè a brani fra i suoi più celebrati e noti, fondati sui concetti di ampliamento, di proliferazione, di polifonia, che si riallacciano a quell’esattezza e frenesia della molteplicità di cui parla Calvino nell’ultima delle sue «Lezioni americane».
Il giorno prima, il 4 dicembre alle ore 20:30 nello Spazio Shakespeare di Teatro Due a Parma, le Sequenze per oboe e clarinetto di Berio tornano accanto alla lettura di alcuni brani da «Le città invisibili», «Il castello dei destini incrociati» e «Se una notte d’inverno un viaggiatore» interpretate da Massimiliano Sbarsi: labirinti narrativi, sistemi, reti di connessioni, e l’inappagata incertezza della verità mai raggiungibile.
Si chiude con uno dei lavori più rappresentativi del mondo di Luciano Berio: sabato 16 dicembre alle ore 20:30, nello Spazio Bignardi di Teatro Due, otto ex studenti del Master di II Livello in Canto-Musica vocale e Teatro musicale del Novecento e contemporaneo di Ravenna, coordinati da Alda Caiello e diretti da Mimma Campanale, eseguiranno A-Ronne: non solo un «documentario radiofonico» come lo ha definito Berio stesso avendolo preparato per una radio olandese nel 1974, e neppure una composizione musicale in senso stretto, ma una vera e propria professione di pensiero musicale.
Segmentazione, frammentazione e ricomposizione di una poesia appositamente scritta da Edoardo Sanguineti, che nella ricombinazione, nella moltiplicazione, nell’esattezza, nella visività di un teatro immaginario tutto fatto per le orecchie, dimostrano come i suoni, esplorando con angolazioni diverse una stessa cosa, sia una parola o una poesia, possono ogni volta trovarne un senso diverso, come le dune del deserto mosse dal vento di cui parlava una volta Calvino.