Crema – Dal 21 marzo al via la seconda edizione del percorso di arteterapia per persone malate di Parkinson in sinergia con l’associazione Tartaruga.
Colori, fantasia, condivisione, sorrisi e nuove sfide. Si riassumono così le finalità del progetto di arteterapia L’arte è una medicina, dedicato alle persone con malattia di Parkinson. La seconda edizione dell’esperienza condotta dall’arteterapista Viviana Visconti è ai nastri di partenza.
L’iniziativa viene proposta in collaborazione tra l’Asst di Crema ed in particolare l’ambulatorio dedicato alla malattia di Parkinson e ai disturbi del movimento, coordinato da Rosina Paletta e l’associazione Tartaruga, presieduta da Marco Mantegazza, attiva nel supporto a persone malate e caregiver.
Il percorso punta al miglioramento delle funzioni cognitive e motorie in particolare per affrontare la disfunzione visuospaziale, senza dimenticare l’obiettivo principale: il benessere psicologico delle persone malate.
“Durante gli incontri – spiega la vicepresidente dell’associazione Tartaruga Annalaura Maurin – le persone vengono coinvolte alla scoperta di talenti nascosti, alcuni si scoprono artisti, coltivano abilità e mettono a frutto nuove risorse”.
“Alcuni ci riescono, altri almeno ci provano e vivono momenti piacevoli” sembra risponderle il presidente Marco Mantegazza, partecipante alla prima edizione del percorso.
L’utilità dell’iniziativa viene confermata dalla neurologa Paletta: “La malattia di Parkinson è una malattia a decorso cronico progressivo, definita clinicamente dall’associazione di tremore, rigidità, bradi-acinesia e neuropatologicamente caratterizzata da gravi alterazioni degenerative della sostanza nera – pars compacta – e dei nuclei pigmentati del tronco cerebrale.
La terapia basata sull’arte può essere descritta come una forma di trattamento che impiega l’espressione artistica per rafforzare alcune delle caratteristiche personali del paziente: le abilità ad esprimere se stessi, le proprie emozioni e le capacità di gestire le relazioni interpersonali accrescendo l’autostima. Il metodo scientifico continua ad essere il punto di partenza attraverso cui l’arte e le sue applicazioni possano determinare un beneficio sul paziente. Il principio artistico, inteso come forma di cura e di neuroriabilitazione alternativa, ha oggi evidenze scientifiche di successo.
Studi di risonanza magnetica funzionale che correlano i cambiamenti neuropsicologici del paziente con l’uso dell’arte, provvedono a evidenziare come lo sviluppo artistico può, potenzialmente, produrre cambiamenti nelle funzioni cerebrali”.
Ogni partecipante verrà sottoposto ad una valutazione neuropsicologica prima di iniziare e alla conclusione del percorso. “La creazione artistica si basa su sofisticati meccanismi neurologici tra cui il riconoscimento della forma, percezione del movimento, integrazione senso-motoria, astrazione e coordinazione occhio-mano. Nella malattia di Parkinson, anche in fase iniziale, si verificano anomalie di tali funzioni, denominate funzioni visuo-spaziali.
L’impatto di tali deficit sull’indipendenza funzionale e il benessere psicologico sono stati storicamente sottostimati ed efficaci trattamenti per questa compromissione sono sconosciuti. Questi sintomi possono essere riscontrati in qualsiasi fase della malattia ed influenzano molte attività della vita quotidiana negativamente, come l’umore, l’autoefficacia, l’indipendenza e la qualità complessiva della vita.
Inoltre, la disfunzione visuospaziale è stata recentemente collegata alla compromissione dell’andatura e alle cadute, sintomi noti per essere fattori prognostici sfavorevoli. L’arteterapia può consentire ai soggetti con tali disabilità un potenziamento delle funzioni visuo-spaziali e, dunque, una migliore qualità della vita