venerdì 22 Novembre 2024

Allarme per il Barbagianni, il re della notte

Bussolengo, Verona – È un predatore della notte, in grado di percepire lo squittio di un roditore nel buio assoluto a 800 metri di distanza. Ma è proprio dalla sua preda di elezione che arriva la minaccia principale: il barbagianni, un tempo grande alleato dell’agricoltura, oggi muore a causa dell’intossicazione da rodenticidi di cui si fa largo uso in zone urbane e rurali.

L’appello alle amministrazioni pubbliche arriva dal 14° Convegno Nazionale della Ricerca nei Parchi, che si è tenuto nei giorni scorsi al Parco Natura Viva di Bussolengo: “Chiediamo alle autorità di fermare l’aumento dei veleni e di aiutare il barbagianni a poter tornare a fare il proprio lavoro. Un antidoto naturale che può consumare da 3 a 6 ratti per notte, amico dell’uomo e delle tasche pubbliche. Ma che non trova più habitat adatti a poter nidificare”. A parlare è il prof. Mauro Delogu, del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna.

Questo rapace notturno, inconfondibile per il suo volto a forma di cuore, è sempre stato utile per tenere sotto controllo la proliferazione dei roditori, che portano danni alle colture e diffondono malattie.

“Ma il progressivo abbandono delle campagne, gli ha sottratto luoghi preziosi di nidificazione”, spiega il prof. Delogu, impegnato nelle analisi morfologiche per il censimento di questa specie nella pianura bresciana con il “Progetto Barbagianni” del Parco Natura Viva e della sua Fondazione ARCA, con il supporto di Italmark. “Barn owl”, ovvero “gufo dei fienili”: poiché non costruisce il nido con elementi naturali ma colonizza depositi e sottotetti. Ovvero la ragione stessa che impegna lo staff del Parco nel progetto di installazione di casette nido negli edifici rurali della provincia di Brescia.

“L’abbandono delle infrastrutture agricole – prosegue il professore – sta determinando la scomparsa degli esemplari, alla quale corrisponde un aumento demografico delle prede (principalmente ratti e topi comuni) sia nelle campagne che nelle città, attratte da rifiuti incontrollati. Ecco che allora si aumentano i veleni, i quali tuttavia portano a conseguenze letali: entrano nelle catene alimentari di tutta la fauna selvatica, anche indirettamente. E portano alla morte”. Da qui, l’appello a lasciar fare – gratuitamente – quello che l’evoluzione ha lavorato milioni di anni per rendere possibile.

“Fermiamo l’aumento dei veleni e aiutiamo il barbagianni a tornare nelle nostre zone. È sufficiente installare cassette nido negli edifici rurali abbandonati o in abitazioni agricole. Convivrà con noi senza farsi vedere e contribuirà a ripristinare un maggiore equilibrio ecologico anche nelle città”.

Un volo impercettibile dal piumaggio candido, nel buio della notte. Un verso profondo e l’abitudine di frequentare luoghi abbandonati a caccia di topi. Sono queste le caratteristiche che rendono il barbagianni una specie famigerata con una popolarità negativa, in virtù della quale molte popolazioni lo considerano portatore di sventure.

Spesso individuato anche come “gufo del demonio” o “civetta fantasma”, nei vari secoli ha corso il rischio di essere sterminato per via di queste suggestioni. Una fama che lo pone di diritto tra i “Terribili Cinque”, le specie simbolo del Family Halloween in corso al Parco Natura Viva di Bussolengo fino a domenica 3 novembre.

Due settimane di eventi e animazione per bambini tra zucche, street food e tre serate speciali per vivere la natura al calar del sole. Una trasformazione a tema del parco zoologico sul Lago di Garda, impegnato a sfatare miti e superstizioni secolari su specie a rischio di estinzione, con attività educative e laboratori didattici.

 

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