sabato 23 Novembre 2024

Addio Beloka, predatore di “Madagascar”

Bussolengo, Verona – Se n’è andato Beloka, il fossa più anziano d’Europa. Il più grande mammifero carnivoro del Madagascar, predatore dei lemuri e appartenente ad una specie “vulnerabile” di estinzione, oggi lascia in Italia solo altri 4 esemplari.

Era arrivato al Parco Natura Viva nel 2016 e sarebbero mancati pochi giorni al compimento dei suoi 22 anni, un’età storica per questa specie. Per questo, da tempo era seguito con attenzione dai suoi keeper.

“Ogni giorno era un giorno in più – ricordano – e negli ultimi due giorni di vita abbiamo visto un rapido cedimento”. Nel reparto adiacente resta Frodo, rappresentante di una specie che in Madagascar ha visto andare in fumo, solo tra il 2000 e il 2023, il 29% della copertura forestale originaria. Un declino al quale fanno fronte i parchi zoologici, con i rappresentanti italiani e quelli europei, che vivono in 27 diverse istituzioni.

Un tributo a questa specie – seppure non molto indulgente – fu offerto anche dal film di animazione “Madagascar”, che ha portato sul grande schermo i fossa come sciocchi e pavidi, con lo scopo di cacciare Re Julien e tutti i lemuri.

Una commedia non molto lontana dalla realtà, poiché il fossa è effettivamente l’unico predatore dei lemuri tra le foreste malgasce. Ed è per questo che Beloka, come tutti i fossa, era strettamente legato alla possibilità di arrampicarsi sugli alberi.

Con una morfologia evoluta proprio per fare del lemure la sua preda eletta, in natura è capace di inseguirla tra i rami sfruttando gli artigli semi-retrattili e le caviglie flessibili, che gli permettono lunghi balzi tra le fronde e le discese a testa in giù lungo i tronchi.

Per questo, è ormai scomparso dagli altopiani centrali del Madagascar, completamente disboscati. E ha dura vita anche in tutto il resto del suo areale, costituito dalla foresta spinosa del sud, foresta decidua occidentale e dalle foreste pluviali orientali.

Ed è proprio in uno di questi ecosistemi, nella foresta di Maromizaha, che l’Italia vanta da più di un ventennio l’unica stazione di ricerca italiana in Madagascar.

Dove, grazie agli sforzi congiunti del Parco Natura Viva e dell’Università di Torino, il Governo ha istituito lo status di area protetta, permettendo ai fossa, ai lemuri e agli abitanti umani una maggiore tutela.

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