Gattatico, Reggio Emilia. Un nuovo volume va ad arricchire la Collana dell’Istituto Alcide Cervi: “Il paesaggio agrario italiano. Sessant’anni di trasformazioni da Emilio Sereni a oggi (1961-2021)” a cura di Carlo Tosco e Gabriella Bonini.
Gli studi sul paesaggio agrario di Emilio Sereni restano tuttora di grande attualità. La storia dei territori, nel loro intrinseco rapporto tra uomo e natura, è la storia del suolo modellato dal lavoro dei contadini, delle trasformazioni fondiarie, degli ordinamenti colturali, degli insediamenti e delle infrastrutture, ma anche dei rapporti di produzione, con esiti che si caricano di valenze sociali, culturali e visive.
I contributi nel volume raccolgono l’eredità di Emilio Sereni e dimostrano l’attualità della sua lezione, la robustezza delle sue argomentazioni e il fascino che il mondo delle campagne non smette di esercitare.
Il Fondo Emilio Sereni era stato dato in gestione all’Istituto Cervi dallo stesso Emilio Sereni nel 1972 all’atto della sua costituzione. L’Archivio raccoglie una grande documentazione (1000 buste circa, contenenti documenti sciolti oppure raccolti in fascicoli): riflette la vastità degli interessi di Sereni, solito ricercare, collezionare e catalogare una mole enorme di libri e di periodici, a temi politico-economici, ma anche geografici, archeologici, linguistici, etnografici, folclorici, sociologici, ecc.; di cui gran parte riguarda argomenti di carattere agrario.
Parte dal cuore della pianura emiliana, modellata dal sudore, dalla fatica, dall’ingegno e dall’arte di uomini la riscoperta del grande lavoro di ricerca sul mutamento del paesaggio agrario italiano di Emilio Sereni. Si riscopre anche la nobiltà d’animo d’un uomo che è stato esempio politico ineccepibile e presidente dell’Istituto Alcide Cervi, con cui condivideva lo spirito antifascista e sogno futurista dei fratelli Cervi. Riprendere oggi a studiare Emilio Sereni ha un significato forte