Casalmaggiore, Cremona. Il Museo del Bijou prosegue il racconto sul gioiello d’artista contemporaneo con “NARRATRAME“. I vezzi di Silvia Pichi e Fernando Masone, una monografica dedicata al recente progetto di oreficeria omonimo. La mostra rimarrà aperta al pubblico sino al 17 settembre, presso le sale espositive del museo di Casalmaggiore, saranno infatti visibili decine di opere inedite, realizzazioni site specific e installazioni audiovisive a firma del duo veneziano, lungo un percorso di visita progettato e curato proprio da Silvia Pichi, co-fondatrice e designer del progetto.
Nella mostra le suggestioni evocate dai monili in carta cotone fatta a mano presso la bottega del marchio saranno raccolte fra le pagine di un catalogo edito da Arti Grafiche Castello e introdotto da Lia Lenti, riconosciuta storica e critica del gioiello.
NARRATRAME si fa così interprete delle sue stesse ricerche, svelando al pubblico le nuove collezioni create appositamente per questi luoghi. Negli oggetti nati dalle mani dei due designer ai quali il titolo della mostra fa riferimento, entrambi adottivi dell’ambiente lagunare che ne ha permesso l’incontro, trovano spazio sapere artigiano e grande oreficeria storicizzata, tendenze di costume e conoscenza dei materiali, cura dei dettagli e innovazione della forma.
Il gioiello viene così reinterpretato e ri-vissuto, in equilibrio fra una seconda pelle in trasformazione e una nuova veste colta nell’atto di essere tessuta. I “vezzi” di NARRATRAME parlano all’orecchio di chi sceglie di indossarli e di chi li osserva, raccontando un processo di ricerca continua, di confronto e riconoscimento, di scelta e distinzione, di costruzione e narrazione, fatto per ri-scoprire il mondo dentro e fuori di noi.
Unico in Italia, il Museo del Bijou, fondato nel 1986 a Casalmaggiore, storico e importante distretto di bigiotteria sorto tra XIX e XX secolo, conserva e valorizza oltre ventimila pezzi di bigiotteria insieme a macchinari, utensili, fotografie e cataloghi provenienti dalle dismesse industrie locali e da numerose donazioni di aziende e collezionisti del settore, dalla fine dell’Ottocento alle soglie del nuovo Millennio.