Brescia. Le carovane cariche di preziosi tappeti orientali che un tempo correvano sulla Via della Seta si fermano a Brescia, al museo del Castello, alla mostra: “I nodi dei giardini del Paradiso”, Dal 1° aprile al 5 novembre presso i nuovi spazi, restaurati e riaperti al pubblico dopo circa quindici anni, nel Grande Miglio del Castello di Brescia, ove è allestito al piano inferiore anche il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia.
La Fondazione Tassara ha deciso di mettere a disposizione, in occasione delle manifestazioni legate a Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, una parte della sua inestimabile collezione di tappeti, donata da Romain Zaleski, con l’obiettivo di fare conosce e apprezzare al grande pubblico alcuni manufatti abitualmente destinati all’esposizione in mostre temporanee nei maggiori musei del mondo.
Il progetto espositivo raccoglie una preziosa selezione di 35 tappeti dell’area del Turkestan, scelti all’interno dell’ampio corpus della collezione Zaleski, che per la prima volta vengono esposti al pubblico accanto a un nucleo di opere di arte contemporanea legate al tessile di artisti internazionali, tra cui Alighiero Boetti e Herta Ottolenghi Wedekind, che in modo innovativo saranno inserite, insieme alla proiezione multimediale su un grande schermo a vela di Wladimir Zaleski con le musiche di Alessandro Pedretti, in un’unica e inedita installazione site specific realizzata da Letizia Cariello. Uno “spazio morbido” fatto di stoffa, fili, corde tese e tappeti appesi come stendardi o gonfaloni.
Il titolo della rassegna bresciana rinvia ai fili dei tappeti annodati attorno alla trama e all’ordito, che rievocano terreni magici, paradisiaci, luoghi del sacro e della preghiera, ambienti caldi e confortevoli, oasi nel deserto.
È proprio il tema del viaggio che ha guidato la scelta, all’interno della collezione Zaleski, una delle più complete raccolte private esistenti al mondo, composta da oltre 1330 tappeti provenienti da ogni parte dell’Eurasia e del Nord Africa, dei 35 tappeti antichi, tutti circoscritti a un’area specifica. Si tratta dell’immensa distesa dell’Asia centrale, in quel territorio che complessivamente è definitoTurkestan, che si estende dal Mar Caspio fino alla Cina occidentale e che comprende paesi tra i più affascinanti al mondo per gli straordinari paesaggi e la natura incontaminata, nei quali si snodavano le vie carovaniere che costituivano la ‘Via della Seta’.
Realizzate appositamente per la mostra, le inedite. La prima è costituita dai tappeti stessi montati su telai sostenuti da carrucole, bitte marinare e staffe di acciaio con l’ausilio di cordami da vela rossi che percorrono lo spazio arrotolandosi sulle travi del soffitto, in un gioco di intrecci che ricorda il reticolo delle sartie dei velieri. La seconda è una sorta di labirinto che accompagna il cammino dei visitatori e si snoda grazie a una sequenza di maniglie passamano di acciaio lucidato a specchio disegnate dall’artista, attraversate da un lungo cordone rosso che guida le persone come seguendo il mito antico del filo d’Arianna.
L’orchestrazione di questi elementi s’ispira idealmente alla Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, a fianco della Scuola Normale Superiore di Pisa, le cui pareti, accanto ai tradizionali elementi di ispirazione religiosa, accolgono vessilli e trofei della Battaglia di Lepanto. A completare il percorso, Thinkerbell, una grande gabbia di ottone, posta nella navata centrale, all’interno della quale verrà riprodotta la musica di Bach. Grazie anche alla collaborazione con la Fondazione del Teatro Grande di Brescia, la musica sarà eseguita dal vivo, in diverse circostanze, dal Bazzini Consort che suonerà all’interno dell’opera, in un peculiare connubio di percezione uditiva e visiva.