Padernello, Brescia. L’argilla, la terra morbida maneggiata dalle mani artistiche che diviene arte, divine Raku la tecnica di cottura della ceramica giapponese, nata in sintonia con lo spirito zen, in grado di esaltare l’armonia delle piccole cose e la bellezza nella semplicità e naturalezza delle forme. “Maji Raku” Incontri (di vita e) di arte è la mostra che prende forma, fino al 15 dicembre, nella suntuosa dimora merlata del castello di Padernello. Oltre il fossato si crea la storia di terra bresciana raccontata dall’arte viaggiante di Maji Raku, ispirata dalla tecnica d’oriente si traduce in un percorso artistico a più mani che vede protagonisti: Adelmo Zanotti, Bruna Gelpi e Giacinto Silistrini.
Si legge nella presentazione della mostra: “Gaia” dalla Terra al Cuore è un viaggio di riscoperta sul territorio della Provincia di Brescia. Un viaggio che inizia dalla terra, silenzioso grembo in cui tutto prende vita, si lega e acquista forza. La terra accoglie le piante che grazie ad essa, come dice Stefano Mancuso “sono legate le une alle altre da una rete sotterranea di radici che le unisce formando un super-organismo, così le piante, grazie alla terra costituiscono la nervatura, la mappa sulla base della quale è costruito il mondo in cui viviamo.” Una forma perfettamente equilibrata di “rete” collaborativa.
Questa materia (la terra) ha una forte valenza artistica, è lo strumento ideale per legare tra loro gesti ed emozioni. ll viaggio inizia dalla terra di San Paolo. Gli scultori osservando i campi, le forme delle mille zolle. Il loro cuore, attraverso le tele di un pittore bresciano reinterpreta luoghi ricchi di emozione, ne scopre luci e ombre, cattura la linea senza fine che li unisce che inizia poi a scorrere tra le loro dita. Sobbalza, rotola, rimbalza, prende forma: la terra. È un compagno silenzioso, che ti conduce dove gli occhi son ciechi e rende visibile il gesto. La terra poi, si unisce alla magia del fuoco e dell’acqua, sottrae loro la lucentezza che fa vibrare la forma. Una forma la trovi per caso ma non esiste mai a caso. È figlia di una tradizione, di un ricordo, di un’intuizione, della ricerca di una soluzione, della povertà e dell’ingegno per superarla. Servono buoni occhi e mente libera, ma quando la trovi regala felicità.
Il cuore, l’elemento portante della mostra, è il dialogo tra pittura e raku. Le due arti si confrontano e rincorrono sugli stessi scorci. Il percorso si distende sulla nostra provincia: i laghi, le torbiere. Il tema: l’acqua a cui si affiancano delle nature morte. Tutto però nasce dalla terra, quindi il nucleo centrale della mostra, ha un prologo dedicato ai campi che “vivono” intorno a Padernello.
Le spaccature della terra, i cretti, le luci e le ombre.
Uno spazio immenso in cui la fantasia corre.
Ogni opera raku si confronterà con l’opera pittorica che l’ha ispirata, per dare al visitatore l’evidenza del diverso punto di vista nella comune ricerca.