giovedì 19 Settembre 2024

Lezioni di filosofia: Anima, Mondo, Dio

Brescia – La Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura propone le Lezioni di filosofia 2023, un’iniziativa culturale – giunta ormai alla sua diciottesima edizione – che intende contribuire a diffondere sempre di più all’interno del nostro contesto sociale il ruolo educativo e la funzione critica del pensiero filosofico.

Come lo scorso anno anche nella presente edizione verranno considerati tre distinti temi tra loro organicamente connessi (Anima, Mondo, Dio). Di ciascuno sarà chiarito, senza tecnicismi, il significato – facendo riferimento anche a pensatori afferenti a diversi periodi della storia della filosofia – e ne saranno proposte alcune possibili attualizzazioni.

Venerdì 17 febbraio, Luca Vanzago (professore ordinario di Filosofia teoretica nell’Università degli Studi di Pavia) parlerà dell’Anima. Venerdì 24 febbraio Massimo Marassi (Professore ordinario di Filosofia teoretica nell’Università Cattolica di Milano) terrà una relazione sul Mondo. Venerdì 3 marzo Alessandra Cislaghi (Professoressa associata di Filosofia teoretica nell’Università degli Studi di Trieste) parlerà di Dio.

I temi scelti quest’anno sono l’anima, il mondo e Dio ovvero tre istanze fondamentali (per la nostra esistenza personale e comunitaria e per il suo senso) che, come sosteneva Kant, riguardano l’unità di “tutte le conoscenze relative al soggetto” (la prima), l’unità di “tutte le conoscenze relative all’oggetto” (la seconda) e l’unità di “tutte le conoscenze in generale” (la terza).

L’anima indica generalmente “il principio della vita e di ogni vivente” e nel linguaggio comune è intesa come psiche, coscienza o mente, senza necessariamente alcun riferimento alla dimensione spirituale.

Nella storia del pensiero essa è stata contrapposta al corpo nella visione dualistica di Platone, che ha inteso l’anima “come un principio di natura diversa dai corpi, affine al mondo delle idee, preesistente al corpo e immortale”. Questa concezione è stata criticata da Aristotele per il quale “l’anima va intesa come forma del corpo, al quale dà la vita”.

Questi due orientamenti si sono poi diversamente articolati, anche in riferimento alla concezione biblica che non è dualistica (essa infatti parla dell’anima – “nefes” – come di una “dimensione spirituale dell’essere umano” inseparabile dalla carne – “basar” – che denota “la fragilità dell’essere umano”).

Oggi, anche alla luce delle neuroscienze, che paiono ridurre l’anima al funzionamento del cervello, è forse opportuno evidenziare che essa sottende la “difesa della singolarità degli esseri umani rispetto a tutti gli altri viventi” e il fatto che “l’io umano non è riducibile a un dato empirico”.

Riconoscere una “dimensione non riducibile a dati biologici” consente di mantenere “la continuità tra la condizione terrena e ultraterrena degli esseri umani”. In questo orizzonte non dualista l’affermazione dell’immortalità dell’anima indica che l’anima “è la traccia dell’origine singolare dell’uomo da Dio e della sua destinazione alla vita in pienezza” (G. Canobbio).

Il mondo indica nel linguaggio quotidiano “l’insieme delle cose e dei viventi”, mentre in generale può essere inteso come la “totalità ordinata (cosmo) contrapposta al caos, ossia allo stato di disordine anteriore alla formazione del mondo e dal quale il cosmo stesso è emerso”.

Per gli antichi esso era considerato come increato e necessario e connotato da un regolare ordine ciclico, mentre secondo la concezione cristiana esso deriva da un atto libero e creatore di Dio (che quindi gli è trascendente) ed è connotato da una temporalità lineare (che “conduce dalla genesi alla fine del mondo”).

La riflessione moderna riprende la concezione classica del mondo come “insieme degli enti naturali retto da ordine e misura”, anche se – sulla scia della visione cristiana – esso assume una dimensione infinita estranea alla prospettiva greca. Il mondo, in conformità alla scienza moderna, è concepito come una macchina, “il cui ordine può ben essere ricostruito dalla ragione matematica”. In questo mondo “meccanico” sembra così non esserci più spazio per la libertà e la spiritualità umane, riconsiderate però da Kant quando parla in ambito morale del mondo noumenico e del “regno dei fini”.

Nell’epoca contemporanea il concetto è ripreso, tra l’altro, da Husserl che parla di “mondo della vita” (inteso come “il mondo in cui viviamo intuitivamente, con le sue realtà, così come si danno” ossia come il “luogo di tutte le evidenze originarie”, che poi sono elaborate oggettivamente dalle varie scienze) e da Heidegger per il quale l’uomo (l’esserci) è un essere nel mondo (nel senso che è costitutivamente in rapporto con l’ambiente presso cui dimora e di cui si prende cura nel proprio progetto esistenziale).

In riferimento al contesto attuale si tratta, certo, di comprendere in modo adeguato come la complessità e l’iper specializzazione che connotano la ricerca scientifica (supportata dal dispositivo tecnologico) possano aiutare a conoscere sempre più ampiamente il mondo, consentendo però – al di là di ogni dispersione nullificante – il permanere di una concezione unitaria di esso.

Riguardo a Dio, inteso generalmente come principio e fine della realtà, è opportuno chiedersi se l’uomo possa evitare di parlarne nella misura in cui voglia comprendere veramente se stesso.

In merito a ciò si tratta certo di continuare a domandarsi se Dio sia solo un prodotto idolatrico della nostra mente o se invece non costituisca l’orizzonte ultimo e decisivo solo alla luce del quale le aspirazioni di verità, giustizia, bellezza e libertà insite nell’uomo acquisiscono il loro senso definitivo.

Sempre istruttiva, riguardo alla concezione umana di Dio, resta la seguente riflessione (dialettica) di S. Agostino (Confessioni I, 4.4; trad. it. di M. Perrini, La scuola, Brescia 2004, pp. 94-95): “Chi sei, dunque, Dio mio? E che cos’altro sei, mi chiedo io, se non il Signore Dio? Chi è infatti Signore all’infuori del Signore, chi è Dio all’infuori del nostro Dio? (Sal. 17, 32). O sommo, ottimo, onnipotente, misericordiosissimo e giustissimo, remotissimo e presentissimo, bellissimo e fortissimo, stabile e inafferrabile, immutabile che tutto muti, mai nuovo e mai vecchio, sei tu a rinnovare ogni cosa: sempre in atto e sempre in quiete, di nulla bisognoso tutto crei e sostieni, nutri e porti a compimento. Ami e non ti scomponi, sei geloso e tranquillo, ti penti e non provi rimorso, ti adiri e sei in pace, muti le opere ma non il disegno, recuperi quanto trovi e mai perdesti; mai indigente, godi dei guadagni; mai avaro, esigi gli interessi; ti si presta per averti debitore, ma chi ha qualcosa, che non sia tuo? Paghi i debiti senza dover nulla a nessuno, li condoni senza perder nulla. Dio mio, vita mia, che cosa ho detto io e che è mai quello che uno dice, quando parla di te? Eppure guai a chi tace su di te, perché, pur potendo parlare, s’è fatto muto”.

I relatori

Luca Vanzago è professore ordinario di filosofia teoretica nell’Università degli Studi di Pavia. È membro del comitato scientifico delle riviste “Paradigmi” e “Discipline filosofiche”, nonché dello advisory board di “Philosophical Inquiries”. Fa parte dello European Centre for Process Philosophy e della Società italiana di studi su Merleau-Ponty. Fa parte anche del Consiglio direttivo della Società italiana di Filosofia Teoretica.

I suoi principali temi di ricerca sono: la temporalità del soggetto, la fenomenologia e l’ontologia del mutamento e dell’evento, la relazione tra l’Io e l’Altro, lo statuto di una possibile ontologia fenomenologica. Tra le sue pubblicazioni: L’evento del tempo (Mimesis, Milano 2005), Coscienza e alterità (Mimesis, Milano 2007), Breve storia dell’anima (il Mulino, Bologna 2009, tradotto anche in spagnolo e brasiliano), Merleau-Ponty (Carocci, Roma 2012), Dubitare, riflettere, argomentare. Percorsi di filosofia teoretica (con Silvana Borutti; Carocci, Roma 2018); Concrescence and Transition. Whitehead and the Process of Subjectivation (Mimesis International, London and Milano, 2021).

Massimo Marassi è professore ordinario di Filosofia teoretica nell’Università Cattolica di Milano, dove dirige anche il Master di Competenze filosofiche per le decisioni economiche.

È vicepresidente della Stiftung Studia Humanitatis di Zurigo e dal 2012 dirige la «Rivista di Filosofia Neo-Scolastica» (fondata nel 1909). Si è occupato di storia dell’umanesimo (Bruni, Alberti, Vico), della neoscolastica tedesca (Rahner, Lotz), di ermeneutica (Schleiermacher, Heidegger, Grassi, Gadamer), di filosofia trascendentale (Kant) e del pensiero postmoderno (Lyotard). Ha coordinato l’edizione dell’Enciclopedia filosofica (Bompiani, Milano 2006), in 12 volumi. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Ermeneutica della differenza. Saggio su Heidegger (Vita e pensiero, Milano 1990); la curatela dell’Ermeneutica di Schleiermacher (Rusconi, Milano 2000); Metafisica e metodo trascendentale. Johannes B. Lotz e la struttura dell’esperienza (Vita e pensiero, Milano 2004); la curatela della Critica del giudizio di Kant (Bompiani, Milano 2015); Ermeneutica (Editrice bibliografica, Milano 2017); Metamorfosi della storia. Momus e Alberti (Mimesis, Milano 2020).

Alessandra Cislaghi è professoressa associata di Filosofia teoretica nell’Università degli Studi di Trieste. È membro della Società italiana di Filosofia teoretica, dell’Associazione Italiana di Filosofia della Religione e di “Persona al centro” – Associazione per la Filosofia della Persona.

Gli ambiti della sua ricerca riguardano gli sviluppi del pensiero contemporaneo nel campo dell’ermeneutica e della fenomenologia, con particolare attenzione alle aree francese e tedesca; le tematiche di confine tra filosofia e teologia; il desiderio metafisico e la questione del soggetto incarnato; l’educazione della sensibilità e le trasformazioni culturali in atto. Tra le sue pubblicazioni: Interruzione e corrispondenza. Il pensiero teologico di Eberhard Jüngel (Queriniana, Brescia 1994); Il sapere del desiderio. Libertà, metafisica e saggezza etica (Cittadella, Assisi 2002); La frattura originaria. Riflessioni sulla condizione umana postedenica (Franco Angeli, Milano 2006); Essere fuori di sé. Saggio sulla soggettività estatica (Mimesis, Milano 2012); L’invenzione della grazia. Sulle tracce di un’idea splendida (Mimesis, Milano 2018).

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