Bussolengo, Verona – Mancava meno di un mese e avrebbe compiuto 30 anni. Ma il male che gli aveva colpito il cuore e i polmoni lo ha portato via nel giro di una manciata di giorni, lasciandogli la sera del 13 dicembre per addormentarsi l’ultima volta.
E’ morto Luis, l’orso andino più anziano d’Europa, da 28 anni il compagno di vita di Bahia al Parco Natura Viva. Unici d’Italia, i due hanno rappresentato un record di longevità mai eguagliato da nessun’altra struttura zoologica.
“Vulnerabile” di estinzione secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, Luis apparteneva ad una specie giunta alla ribalta delle cronache grazie alla cinematografia dell’orsetto Paddington.
Adesso, come da tradizione per gli animali che in vita hanno rappresentato il cuore della lotta contro l’estinzione al Parco Natura Viva, Luis vivrà una seconda volta al MUSE – Museo delle Scienze di Trento. Insieme a Blanco, il leone bianco e a Toby, il rinoceronte. Nel frattempo viene monitorata Bahia, che in questi giorni non è voluta uscire all’esterno ed è andata a cercarlo nel suo giaciglio.
“Ha vissuto una lunga vita durante la quale ha visto il medico veterinario in rarissime occasioni” – spiega Camillo Sandri, direttore zoologico del Parco Natura Viva.
“Ma da qualche giorno la sua keeper Neda – che si prende cura di lui e di Bahia da più di 10 anni – ci aveva avvisato che si muoveva con fatica e mangiava svogliatamente, a dispetto della sua inguaribile golosità.
Avevamo prenotato una visita approfondita all’ospedale veterinario di Lodi ma il nostro amico ha preferito non attendere oltre, salutandoci lì dove è vissuto tutta la vita”.
Dall’aria bonaria, pigro e dormiglione ma sufficientemente accorto da far fare alla sua compagna tutto il lavoro di recupero degli arricchimenti in cima ai tronchi e poi sottrarle il malloppo senza pudore, Luis è stato per Bahia un complice inossidabile.
“Terremo monitorata anche lei – prosegue Sandri – molto anziana e ormai rimasta sola. Le dovremo lasciare il tempo di gestire la sua perdita. Ma siamo orgogliosi di aver offerto la vita migliore che potessimo a questi due esemplari, già genitori di Balù e Tunk, attualmente due dei 52 orsi andini d’Europa, a loro volta genitori di una nuova prole”.
Prole preziosa, poiché si tratta di una specie che vive solo sulle Ande, unico orso dell’America meridionale, massacrato dalla deforestazione che opera attraverso la cattura di piccoli orfani di madri uccise dai bracconieri. In meno di 20mila sopravvivono tra Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela, assediati dalla conversione delle foreste in terreni agricoli. Proprio come nel film dell’orsetto Paddington.
Il Parco Natura Viva sostiene da anni il progetto di conservazione della Fundación Oso Andino in Ecuador. Non solo ricerche scientifiche condotte nel suo habitat naturale per comprenderne il comportamento e l’ecologia ma anche recupero di orsi feriti o orfani, riabilitazione e rilascio in natura.
Il Parco Natura Viva ha acquistato diversi radio-collari utili per il monitoraggio degli esemplari che vivono allo stato selvatico, mentre per i ragazzi italiani ha prodotto la pubblicazione “Lo scarabeo d’oro”.
La favola che narra le vicissitudini di tre animali (tra cui un orso andino) che cercano di trovare un luogo sereno dove poter vivere, dopo che la loro foresta è stata distrutta dall’uomo.