sabato 23 Novembre 2024

Luigi Ghirri, labirinti della visione

Parma  – Nel trentennale della sua scomparsa anche Parma intende rendere omaggio a Luigi Ghirri, uno dei più grandi maestri della fotografia italiana la cui fama ha oltrepassato i confini nazionali, con “Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991”.

L’iniziativa, organizzata dal Comune di Parma in collaborazione con CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e Archivio Eredi Luigi Ghirri, fa parte del ricco calendario di eventi del progetto “Vedere Oltre”, promosso dalle città di Reggio Emilia, Modena e Parma, alle quali Luigi Ghirri era particolarmente legato e fondamentali per la sua produzione artistica, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e di APT Servizi Emilia-Romagna.

“Siamo molto felici – ha introdotto il Vicesindaco e Assessore alla Cultura Lorenzo Lavagetto – di presentare questa mostra, risultato complesso di una fruttuosa collaborazione con l’Università e Csac, che rappresenta un originale racconto in immagini del rapporto importante di Luigi Ghirri con la nostra città e che ci permette di ampliare la conoscenza del nostro patrimonio artistico e culturale”.

“Questa esposizione dedicata a Luigi Ghirri per il trentennale della sua scomparsa – ha sottolineato Paolo Martelli, Prorettore Vicario dell’Università di Parma – rappresenta una significativa occasione di valorizzazione dei materiali artistici di Csac, perché possano essere scoperti e fruibili da tutti: anche attraverso queste attività l’Università porta avanti la sua terza missione, aprendosi alla città e rapportandosi con le altre Istituzioni e realtà per fare cultura sul territorio”.

L’esposizione, come hanno spiegato i curatori Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta, prende le mosse dalle fotografie che Luigi Ghirri lasciò al CSAC in occasione della pubblicazione del volume “Viaggio dentro un antico labirinto”, realizzato con Arturo Carlo Quintavalle e pubblicato nel 1991, in sostanza l’ultima monografia del grande fotografo che sarebbe scomparso nel febbraio dell’anno seguente. Le 153 fotografie che costituiscono il nucleo della mostra erano state realizzate da Ghirri per allestire il mockup del libro: le stampe erano strumento per progettare l’impaginazione, media per imporre il controllo accurato della resa tipografica delle immagini, ma soprattutto strumento di dialogo con Quintavalle per la stesura del testo.

Le fotografie connesse al libro, esposte rispettando i capitoli di quell’opera, saranno poste in rapporto con altre immagini, altri aspetti della ricerca ghirriana che si svilupparono in rapporto al progetto del CSAC. Ad affiancare il corpus centrale della mostra sarà infatti una selezione di fotografie di Ghirri tratta dalle serie degli anni Settanta (da “Colazione sull’erba”, “Paesaggi di cartone”, “Kodachrome”), da documenti della relazione tra il fotografo e l’artista Franco Guerzoni, da fotografie storiche del paesaggio italiano da Ghirri scelte e conferite al CSAC, dalle Polaroid di grande formato, spettacolari pezzi unici che nel 1981 testimoniavano lo snodo in atto nell’opera del fotografo tra avanguardie post-dada e ripresa di una riflessione sulla veduta.

L’esposizione intende ricordare quanto il rapporto di Ghirri con Parma sia stato articolato e fecondo offrendo all’autore stesso modelli con cui confrontarsi: Ghirri seguiva e si nutriva delle iniziative dell’Università di Parma trovando conferma alla sua riflessione sull’immagine nelle foto americane della “Farm Security Administration” (esposte alla Sala delle Scuderie nel 1975) e nella “New Photography USA” (Lee Friedlander, Robert Frank esposte nel 1972) come nelle immagini del paesaggio italiano di Bruno Stefani (mostra CSAC del 1977). Infine, Ghirri contribuì all’incremento dei fondi storici del CSAC procurando agli archivi dell’Università fotografie dell’Ottocento, del primo Novecento, scelte con sguardo da attento storico, allo stesso tempo nitidamente autoriale.

Le oltre 200 immagini che costituiscono quindi il progetto complessivo della mostra “Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991”, tutte provenienti dalle raccolte della Sezione Fotografia del CSAC, mostreranno quindi percorsi nell’opera di Luigi Ghirri e nei modelli da lui individuati dentro e fuori la propria produzione: le sue fotografie ma anche immagini da lui amate o che sono state occasione di sue riflessioni – quelle documentarie di Dorothea Lange, di Walker Evans, quelle che inseguivano la bellezza del paesaggio dei Fratelli Alinari, di Carlo Naya, quelle che ridefinirono la percezione di quel paesaggio in chiave post-Bauhaus di Bruno Stefani – a comporre come un labirinto di specchi dove sarà possibile incontrare impreviste consonanze.

L’esposizione sarà arricchita da un calendario di eventi collaterali, tra cui laboratori fotografici per bambini e incontri di approfondimento aperti al pubblico che vedranno studiosi ed esperti riflettere sull’opera ghirriana e sul grande impatto che questa ebbe sulla cultura, non solo visiva, del secondo Novecento. Primo appuntamento in programma sabato 17 dicembre, alle ore 17 al cinema d’Azeglio, alla presenza del regista Matteo Parisini con la proiezione del suo nuovo film “Infinito – L’universo di Luigi Ghirri”, documentario sul viaggio personale e professionale di Ghirri proiettato in anteprima nazionale alla Festa del cinema di Roma.

 

 

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