venerdì 31 Gennaio 2025

Giotto e il Novecento

Giorgio De Chirico Piazza d’Italia-Pomeriggio d’Arianna, 1972 Mart, Collezione Domenico Talamoni

Rovereto, Trento. In vista delle vacanze natalizie il MART, Museo di Arte Moderna e Contemporanea inaugura un’affascinate mostra del titolo: “Giotto e il Novecento”,  sino a domenica 19 marzo. Il rapporto tra antico e contemporaneo, è un’esposizione solenne e necessaria quella che il Mart dedica all’insegnamento di Giotto, il maestro che rivoluzionò la pittura medievale e che, secondo gli storici dell’arte, inaugurò l’era moderna. A dicembre con la mostra il MART celebra i primi vent’anni del Polo culturale di Rovereto, inaugurato il 15 dicembre 2002.

Quando vedo gli affreschi di Giotto […] percepisco immediatamente il sentimento che ne emerge, perché è nelle linee, nella composizione, nel colore. Affermava Henri Matisse.

La mostra presenta oltre 200 opere, di cui una cinquantina proveniente dal patrimonio del Mart, di artisti moderni e contemporanei ispirate all’arte di Giotto, il maestro che rivoluzionò la pittura medievale e che, secondo gli storici dell’arte, inaugurò l’era moderna.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra si apre con una grande installazione immersiva che riproduce la Cappella degli Scrovegni di Padova. Seguendo un ordine cronologico e tematico l’esposizione prosegue tra opere di grandi autori e autrici del XX e XXI secolo accomunati dalla passione per la figura di Giotto, studiato, imitato, o preso a modello di perfezi

Carlo Carrà Le figlie di Loth, 1919 Mart, Collezione VAF-Stiftung

one e spiritualità. Tra Metafisica, Valori plastici e Realismo Magico, i protagonisti della prima parte della mostra sono Carlo Carrà, Mario Sironi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Gino Severini, Massimo Campigli, Achille Funi e Ubaldo Oppi.

L’esposizione prosegue tra Atmosfere rurali e Sacre Maternità nelle quali i soggetti bucolici e le figure femminili esprimono quel richiamo e quell’idealizzazione della tradizione tipica del periodo tra le due grandi guerre.

L’arte più recente non è meno debitrice alla lezione medievale di quanto lo sia quella del primo novecento. Tanto gli europei Henri Matisse, Yves Klein e Josef Albers quanto gli statunitensi come Mark Rothko riconoscono il loro debito nei confronti di Giotto, ispiratore assoluto. In particolare, a influenzare alcuni tra gli artisti più conosciuti è il suo celebre blu. Lo stratificarsi di elementi iconografici insito nello studio della storia dell’arte riconosce nell’opera di Giotto una modernità astratta che rivive nella grande installazione immersiva di James Turrell, maestro contemporaneo della luce e dei colori, studioso della percezione. Chiudono la mostra le installazioni di due artiste, Chiara Dynys e Tacita Dean, il cui lavoro rinnova ancora una volta il dialogo con uno dei più grandi maestri di tutti i tempi.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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