martedì 22 Aprile 2025

L’ Assunta ritrovata della chiesa di San Rocco a Cignano

Cignano Offlaga, Brescia – La storia è riaffiorata. E anche la bellezza. ­La splendida Assunta fra gli angeli della chiesetta di San Rocco ora splende. Il suo restauro è stato possibile grazie a una raccolta fondi, sostenuta da Cassa Padana, che si è chiusa lo scorso novembre e che ha visto la partecipazione di decine di cittadini e appassionati.

Siamo felici di ospitare qui gli interventi di due dei protagonisti di questa avventura nella storia e nellan bellezza – l’architetto Aldo Bertolini e la restauratrice Marina Baiguera – appena apparsi nel bollettino della parrocchia. Un grazie particolare a don Felice, anima davvero felice di questa parrocchia della bassa bresciana.

A cura di Aldo Bertolini, architetto
Entrare nella disciplina di San Rocco, a Cignano è fare l’esperienza di varcare la soglia in uno spazio dove il tempo si è fermato. Frutto di un corale impegno della comunità e di una sincera devozione al santo, protettore dalle pestilenze, l’edificio sacro venne realizzato per successive fasi temporali.

La parte più antica, l’abside col presbiterio, ricalca gli schemi tardogotici, ancora presenti nel territorio bresciano agli albori del ‘500, sebbene da quasi un secolo l’arte rinascimentale era gemmata a Firenze e diffusa velocemente in Italia e oltralpe. La chiesetta venne realizzata per fasi successive: l’aula aggiunta al primitivo presbiterio mostra già un avvicinamento al gusto del tempo.

Grazie al lascito del nobile Giacomo Pontoglio del 1629 si allarga il ponte di accesso “tanto
grande quanto tiene la piazzola davanti la Chiesa”. Questo intervento è bel manifesto osservando il “basso recinto” che protegge il ponte e conclude fino contro l’aula della chiesa; parte di questi fungerà da appoggio alla successiva realizzazione del porticato del 1737.

Nel medesimo secolo viene realizzata una ‘loggetta’ interna che probabilmente fungeva anche da spazio per le riunioni della confraternita dei ’sanrocchini’. Allo scadere del secolo XVIII vengono incaricati due “sindici” dei disciplini per cercare un pittore per una pala d’altare e un intagliatore per l’ancona.

Il primo incarico venne dato a Domenico Carretti bolognese ma attivo a Brescia, il secondo a Giuseppe Foresti. Questo nuovo apparato devozionale occulterà per oltre tre secoli la serie di antichi affreschi che adornavano l’altare. L’occasione del restauro dell’ancona lignea e lo smontaggio dell’apparato ligneo -esempio di un gusto barocco esuberante e fantasioso molto diffuso soprattutto nelle valli bresciane- ha consentito di riportare alla luce i resti degli affreschi coevi alla realizzazione dell’abside.

Quanto ci è dato di osservare testimonia la realizzazione di un’opera pittorica a fresco di un’artista di buono livello che certamente aveva nella propria esperienza le tracce dell’eredità foppesca. Sulle pareti adiacenti l’altare, la paziente e meticolosa restauratrice
Baiguera Marina, di concerto con la Soprintendenza, ha eseguito un accurato restauro,
individuando la presenza di altre e precedenti tracce di affresco.

Le figure dei santi protettori erano incorniciate da fasce -in parte ancora visibili- dipinte con motivi geometrici, figure purtroppo mutilate dalla caduta dell’intonaco o forse demolite quando vennero sostituite da due tele a tempera che in parte li rappresentano. Potrebbero essere i santi Rocco, Fabiano e Sebastiano, Cosma e Damiano. I protettori più invocati contro le pestilenze.

Al centro e al di sopra dell’attuale cimasa lignea, sempre a fresco, i resti di una bellissima Assunta con angeli festanti. La comunità di Cignano deve essere fiera di questo bel lavoro di restauro, commissionato e finanziato da un anonimo privato, dalla parrocchia e da un contributo della banca Cassa Padana.

Abbiamo un ulteriore e significativo tassello della storia di questa piccola ma orgogliosa comunità. L’edificio più antico del paese ora è protetto da un nuovo tetto, l’abside restaurata e liberata de decorazioni oramai fatiscenti e di mani di livello mediocre è ritornata al suo antico splendore. La pala ricollocata nella sua sede originaria e la bella statua lignea di San Rocco ritornata nella nicchia originaria.

A cura di Marina Baiguera restauratrice
Il cantiere di restauro venne iniziato nel 2020 con lo scopo di restaurare la bella soasa lignea opera dell’intagliatore Giuseppe Foresti che la consegnò nel 1689. Durante le fasi di smontaggio dell’ancona si sono rivelate testimonianze storiche e artistiche preziose (già ipotizzate precedentemente dall’ arch. Aldo Bertolini).

I frammenti visibili e di pregevole fattura apparivano coevi alla realizzazione della chiesetta. Queste opere pittoriche appartengono a due periodi differenti anche se realizzati in un arco temporale ristretto. La “Vergine incoronata” collocata nella lunetta della parete di fondo, le fasce laterali a candelabra ( che in origine incorniciavano probabilmente la figura centrale di san Rocco), compresi i frammenti visibili sul lato destro (san Cosma) sono coevi fra loro e fanno riferimento al primo quarto del XVI sec.

A causa delle condizioni di degrado della chiesa ed in particola dell’abside (mancante di una
gronda assai sporgente e quindi con un paramento murario fortemente esposto al dilavamento delle piogge) ci si pose il problema della necessità di affrontare il risanamento di questo settore della chiesa e contestualmente del recupero e conservazione di questi affreschi oltre ad indagare l’estensione di queste opere sulle pareti adiacenti.

Pertanto si è proceduto a rimuovere l’intonaco a base cementizia nella parte bassa delle pareti e ad applicazione impacchi di polpa di cellulosa ed acqua demineralizzata al fine di estrarre i sali presenti nella muratura. Dopo un lasso di tempo per l’asciugatura dei muri, si è proceduto a ricostruire l’intonaco con malta di calce e sabbia silicea.

Una serie di cornici a motivi geometrici seriali con un nastro bianco intrecciato compongono
ulteriormente il palinsesto decorativo; al di sotto della figura mutila di destra si intravedono i resti di un precedente affresco che allude ad un paesaggio composto da cielo, vegetazione, sassi ed un corso d’acqua.

Nel 1689 venne commissionata la bella ancona lignea che andò ad occupare la parte centrale dell’abside; a quel tempo l’altare sottostante era di semplice muratura probabilmente ingentilito da un paliotto di legno. Nel ‘700 venne realizzato il bellissimo altare a intarsio marmoreo la cui bellezza, il pio ornato,” aveva il compito di suscitare stupore e devozione”.

Gli affreschi furono coperti con una scialbatura rosacea e l’ancona venne completata con il dipinto ad olio commissionato al Carretti. Nel XIX vennero commissionate due tele a tempera ripristinando cosi le figure dei santi protettori ai quali la chiesa venne dedicata.

Nel 1945 un devoto decoratore, per ringraziamento di essere scampato alla guerra, si offrì di realizzare alcune decorazioni e alcuni tondi raffiguranti i santi protettori; eseguiti a tempera sovrapposte ad altre scialbature di calce hanno ben presto subito un forte degrado e sfarinamento, presentando così una improbabile e difficile opera di recupero. Nel restauro
complessivo del presbiterio si è stati costretti a coprirli, anche a causa della scarsa qualità
dell’opera che risultava disarmonica con il contesto figurativo e architettonico.

Note sull'autore

Articoli recenti

Ti Potrebbe interessare:

Togel
Slot 5000
Linitoto
Belatoto
Belatoto login
slot qris 5k
slot depo 1k
togel slot