mercoledì 16 Aprile 2025

Mostre / Il quartiere in cui vivo: Brescia negli occhi dei giovani

Brescia – La galleria monumentale di Palazzo Martinengo delle Palle, la mostra dedicata alla seconda edizione del progetto fotografico Il quartiere in cui vivo. Racconti fotografici di giovani cittadini.

L’iniziativa, a cura della Commissione Inclusione Sociale e Sussidiarietà dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Brescia (referenti Mara Paterlini e Sara Cottinelli) e della fotografa Tiziana Arici, con la collaborazione del Comune di Brescia, ha coinvolto alcune classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado dei quartieri delle aree periferiche di Brescia a Est (Sant‘Eufemia, Caionvico e Buffalora) e Ovest (Urago Mella) coinvolgendo il plesso est con le classi delle scuole primarie Marconi, Boifava, Bellini e secondarie di Caionvico e Buffalora, il plesso ovest con le classi delle scuole primarie Tiboni, Don Vender, Mameli e secondaria Divisione Tridentina, con la prospettiva di far documentare ai giovani abitanti il proprio quartiere.

Raccolti negli scatti che hanno dato vita alla mostra fotografica, corredata da elaborati artistici, svariati dettagli immortalati dai partecipanti, dai luoghi di ritrovo all’ambiente circostante, fino ai servizi che rientrano nella loro quotidianità, senza preconcetti o stereotipi legati alle zone periferiche, ma attraverso lo sguardo di chi osserva e vuole condividere gli spazi in cui vive, andando ad integrare le restituzioni delle classi nel corso della prima edizione, sull’asse periferico nord-sud della città.

“La scelta dei quartieri è volta a trovare similitudini e discrepanze tra realtà edilizie profondamente diverse collocate in zone diametralmente opposte rispetto al centro di Brescia, da est a ovest, completando il progetto iniziato lo scorso anno sull’ asse nord-sud. I quartieri, – sottolinea l’architetto Stefano Molgora, Presidente dell’Ordine Architetti PPC della provincia di Brescia -, con origini e tempi pur diversi, sono frutto di un’edilizia eterogenea, di concezione e credo progettuali differenti, specchio del periodo e della tipologia di appartenenza. Nella restituzione fotografica, la lettura degli stimoli offerti è certamente interessante per l’innocente attenzione riposta come può essere solo quella dettata dalla gioventù protagonista dell’interpretazione dei luoghi attraverso immagini e disegni diretti, semplici e incisivi”.

Un progetto inclusivo e di storytelling attraverso la fotografia e la creatività, che ha preso forma anche grazie all’interesse di Anna Frattini, Assessora con delega alle Politiche educative, alle Pari Opportunità, alle Politiche giovanili e alla Sostenibilità sociale del Comune di Brescia, nonché dei dirigenti scolastici Prof. Sergio Ziveri (Dirigente Plesso Est) e Dott.ssa Patrizia Galeri (Dirigente plesso Ovest) che hanno aderito, e a tutti i docenti e i ragazzi impegnati nel progetto.

“L’occhio dei bambini e delle bambine, sapientemente incoraggiato e guidato dalla fotografa Tiziana Arici, – racconta Frattini, – si è fermato su dettagli e scorci che ci raccontano i quartieri in cui le e i giovani studenti vivono. Saper osservare, guardare e non solo vedere, sapersi fermare e riconoscere che qualcosa muove in noi un’emozione, fotografarlo e poi trovarne il senso è un esercizio delicato che ci riporta ad ascoltarci, ciascuna e ciascuno nella propria interiorità e nelle proprie ragioni, ma anche condizionato da un contesto sociale come quello della classe”.

“Le ragazze e i ragazzi – specifica la coordinatrice di progetto, Tiziana Arici – sono stati coinvolti prima per individuare gli elementi rilevanti della propria zona, poi per ideare il percorso migliore per visitarli e, infine, per fotografare, disegnare e descrivere ciò che durante le uscite hanno visto e che li ha attratti. Più punti di vista, dunque, punti di vista di cittadini e abitanti giovanissimi che percorrono e vivono le stesse strade, gli stessi giardini, zone industriali e commerciali degli adulti, le parti più belle e gli angoli più bui ma con differenti punti di vista, teste nuove, addirittura ad altezze diverse. Sguardi, i loro, che non hanno pregiudizi o preconcetti ma che esprimono però preferenze decise e chiare, manifestando interessi evidenti da prendere in considerazione”.

“Le uscite sul nostro territorio – sottolinea Patrizia Galeri, Dirigente scolastico I.C. Ovest 2 – Urago Mella – hanno permesso agli alunni, muniti di macchine fotografiche, di vedere con nuovi sguardi, con “lenti di ingrandimento” suggestive il “solito” paesaggio visto, rivisto e fruito quotidianamente spesso senza significato, ma riscoperto ora per dettagli inediti, per sensazioni mai provate prima, per emozioni che sanciscono nuovi ed inediti legami con il proprio luogo di vita. L’alto valore educativo del progetto promosso dall’Ordine degli Architetti sta nel permettere alle alunne e agli alunni coinvolti di ri-scoprire e riscoprirsi all’interno di un’identità territoriale che a pieno titolo contribuisce alla loro crescita e al senso di rispetto e partecipazione per lo spazio vissuto”.

“Lo sguardo degli alunni talvolta ci sorprende, – prosegue Sergio Ziveri, Dirigente scolastico I.C. Est 3 – Sant’Eufemia, Caionvico, Buffalora – richiamandoci a cogliere l’intensità e la bellezza dell’ordinario, della quotidianità, delle piccole cose. Ci mostra il senso di meraviglia che ciascuno di noi adulti può avere perso se dentro di sé non ha nutrito e coltivato lo stupore di osservare nel luogo in cui viviamo anche le piccole cose, ad esempio alzando gli occhi durante una passeggiata in strada per notare la particolare architettura di un edificio, di un balcone, di una finestra, di una cornice”.

“L’Ordine degli Architetti ha sostenuto questa iniziativa in collaborazione con le scuole – sottolinea l’architetta Mara Paterlini, referente Commissione Inclusione Sociale e Sussidiarietà dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Brescia – perché crede fermamente che sia di fondamentale importanza un dialogo tra Architettura e Pedagogia che dia voce alle nuove generazioni, attivando comunità educanti che stimolino i ragazzi a porsi domande. Lo sguardo, la creatività e le idee dei ragazzi possono essere il cuore di un cambiamento positivo non solo per il quartiere in cui vivono ma per l’intera città. ù

I tre poli fondamentali Città, Scuola, Architettura sono il punto di forza per una relazione trasformativa che genera una dilatazione dei confini della scuola e una visione di città, come luogo di apprendimento, crescita, progettazione, una città che genera appartenenza e partecipazione attiva dei ragazzi; l’Architettura come campo di formazione alla lettura delle connessioni tra i diversi elementi e pensieri immaginari per prefigurare mondi che ancora non esistono. I ragazzi di oggi saranno i cittadini di domani”.

“Sfogliando il libro e visitando la mostra-restituzione del progetto, – conclude l’architetta Sara Cottinelli, referente Commissione Inclusione Sociale e Sussidiarietà dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Brescia – anche noi adulti potremo riscoprire il quartiere con uno sguardo nuovo, grazie alla sensibilità e creatività dei ragazzi. Il quartiere non è fatto solo di edifici, verde e strade, ma di relazioni. Ogni luogo ha un’anima che nasce dalla vita delle persone che lo abitano. Se impariamo a prendercene cura, il nostro quartiere diventerà più bello, più sicuro, più accogliente.

Il rispetto per l’ambiente in cui viviamo è fondamentale: significa partecipare attivamente, sentirsi parte di una comunità, non essere semplici spettatori ma protagonisti. Il paesaggio urbano è un patrimonio culturale, un ponte tra passato e futuro. Oggi i nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di raccontarlo e di lasciare un segno, attraverso le loro fotografie, osservazioni, pensieri, e idee. Se riusciranno a guardare il loro quartiere con occhi nuovi, se impareranno a valorizzarlo e a rispettarlo, potranno contribuire a costruire una città migliore, non solo per loro, ma per le generazioni che verranno dopo di loro”.

 

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