Mantova – La Fondazione Palazzo Te si prepara a celebrare il Cinquecentenario di un luogo di meraviglia, nato dal genio di Giulio Romano e dall’ascesa di Federico II Gonzaga , due giovani uomini capaci, all’inizio del XVI secolo, di condensare nel loro impegno la gloria del passato e una grandezza futura.
Lo faranno immaginando e realizzando Palazzo Te per raccontare un sogno fatto di trasformazioni, pace, eroismo, erotismo e che ancora oggi affascina il pubblico di tutto il mondo.
«Palazzo Te riverbera una dimensione utopica, che costituisce un segnale straordinario nella transizione culturale e politica del suo tempo e risuona potentemente nella contemporaneità – spiega Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione – Questo luogo, proprio per la sua valenza simbolica ormai fortemente sedimentata, è “patrimonio” di tante diverse comunità. È rammemorazione, ma anche scoperta, che risuona da lontano e
parla al presente. E il racconto, fondamentale, che esso propone è tratto dalle
Metamorfosi di Ovidio».
La straordinarietà di Palazzo Te si presenta come un unicum nella storia delle committenze
gonzaghesche e delle realizzazioni di Giulio Romano : iniziato nel 1525 e concluso nel 1535,
luogo di corte, intimità e festa, il palazzo ospita due volte l’imperatore Carlo V e, per la sua
magnificenza, accompagna la nomina del Gonzaga a Duca. La sua architettura, intercalata a pittura e letteratura , disegna un luogo in cui le drammatiche trasformazioni politiche del tempo si rispecchiano in un’agenda umanistica e politica.
«Celebriamo i 500 anni di Palazzo Te carichi di nuove sfide e progetti per il futuro, perché
compito della politica non è capire cosa sei ma cosa sarai e cosa vuoi essere come comunità – aggiunge il Sindaco di Mantova Mattia Palazzi – . E noi vogliamo continuare a costruire una città con un forte senso di comunità, di civiltà, di bellezza».
In questo Palazzo-Wunderkammer l’omaggio all’Antico e la reverenza per il Gonzaga si
intrecciano in uno spartito colto e raffinatissimo di rimandi letterari e mitologici sapientemente pensati per provocare meraviglia.
Due narrazioni spiccano sulle altre, dando vita a due opere immortali di Giulio Romano: la camera angolare con la Favola di Amore e Psiche , e quella dedicata alla Caduta dei Giganti, entrambe ormai entrate nell’immaginario visivo universale.
Negli ultimi anni la Fondazione Palazzo Te si è confrontata con la volontà di rendere il Palazzo un centro di studio e produzione che guarda al contemporaneo. In questo senso il tema delle Metamorfosi ovidiane e quello del rapporto con la Natura si sono rivelati una lente efficace per articolare delle proposte culturali capaci di enfatizzare la straordinarietà di questi capolavori, ma anche di rinnovare lo sguardo parlando all’oggi e raccogliendo il testimone di laboratorio di idee e bellezza delle sue origini.
Il ricco programma di eventi è iniziato con il riallestimento delle sale introduttive,
con una nuova contestualizzazione della narrativa del percorso di visita, arricchito da
una selezione di capolavori del Rinascimento. Con prestiti dal Museo del Louvre, l’Albertina di Vienna, il Museo del Prado, la Galleria Borghese e gli Uffizi, l’esposizione Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, curata da Claudia Cieri Via, è stata concepita in dialogo con gli affreschi del palazzo per esaltare il senso e l’importanza di Palazzo Te come opera d’arte totale e far emergere gli innumerevoli riferimenti che possono scaturire da una lettura più approfondita dei tanti temi che custodisce.
Culmine delle celebrazioni sarà, ad ottobre, il progetto espositivo di Isaac Julien per gli spazi delle Fruttiere, che verranno riaperte dopo un lungo e accurato restauro. Con la curatela di Lorenzo Giusti, Julien attinge al fascino di Palazzo Te per creare un’opera originale in continuità con la potenza immaginifica della dimora gonzaghesca, dimostrando di essere ancora fonte di ispirazione per grandi artisti internazionali.
Dopo aver esposto in templi dell’arte contemporanea come il Museum of Modern Art di New
York (2013), l’Art Institute of Chicago (2013), il Museum of Contemporary Art di San Diego
(2012) e il Centre Georges Pompidou di Parigi (2005), e aver ricevuto il premio Semaine de la Critique al Festival di Cannes, l’artista britannico presenta a Mantova un’opera nata dal
confronto con il ciclo di affreschi di Giulio Romano, in collaborazione con University of Santa Cruz.
Julien interroga il tema della Metamorfosi nella cultura contemporanea, in assonanza con Giulio Romano, interpretando Palazzo Te attraverso il rapporto passato/presente e Uomo/Natura, per realizzare una videoinstallazione multicanale di dimensioni ambientali.
«Il lavoro di Isaac Julien inviterà a riflettere sul rapporto tra entità diverse del mondo vivente, umane e non umane, e sull’urgenza di una trasformazione ecologica, abbracciando un’idea trasformati va di concetti quali l’identità, il genere, la specie» spiega il curatore
Lorenzo Giusti, confermando la continuità tra questo intervento e il senso dell’intero programma del Cinquecentenario.
Restituendo la dimensione scenografica di festa, di macchina teatrale per celebrazioni
che Palazzo Te ebbe sin dall’inizio quando accolse l’Imperatore Carlo V, alla fine del 2025
Marco Balich e il Balich Wonder Studio proporranno al pubblico un labirinto negli spazi del Giardino dell’Esedra. Questo dedalo gonzaghesco vuole rappresentare un percorso fisico ma anche un viaggio metaforico e concettuale in cui mondi effimeri, specchi e trompe l’oeil, sfidano gli spettatori in un gioco tra finzione e limiti della percezione.