giovedì 13 Marzo 2025

Fascismo Resistenza Libertà. 1943-1945

Verona. In occasione della ricorrenza degli ottant’anni dalla Liberazione dal Nazifascismo (1945-2025) al Museo di Castelvecchio la mostra Fascismo Resistenza Libertà, 1943-1945,  ripercorre la storia politica, socio-culturale ed artistica della città nel biennio tra il 1943 e il 1945.

Ospitata presso la Sala Boggian, l’esposizione, articolata in sei sezioni, si rivolge al più ampio pubblico e in particolare alle giovani generazioni e sperimenta perciò un allestimento innovativo che anima un racconto emozionale combinando, in vari spazi narrativi, strumenti digitali, filmati, proiezioni olografiche con personaggi storici allo specchio, documenti, manufatti e opere d’arte originali.

La mostra, frutto di un progetto corale curato da storici e storici dell’arte, con il supporto di un comitato scientifico internazionale, si tiene a Castelvecchio, nello stesso luogo che fu teatro del congresso del partito fascista repubblicano, proprio in quella sala dove si svolse il processo ai gerarchi fascisti “traditori” del Gran Consiglio, un episodio che sottolinea il drammatico passaggio dalla dittatura alla rinascita democratica. Attraverso documenti e testimonianze, l’esposizione invita a riflettere sul valore della memoria storica e sulla resilienza di Verona durante e dopo la Seconda guerra mondiale.

Attraverso fotografie, molte delle quali inedite, documenti – tra cui, in originale il verbale della celebre seduta del Gran Consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943 – dipinti, sculture e disegni, filmati d’epoca provenienti dall’Archivio Luce Cinecittà e un allestimento multimediale e interattivo, che permette al visitatore di riscoprire il Museo com’era in passato, la mostra racconta questa parte di storia centrale del nostro paese.

Il percorso espositivo restituisce, attraverso delle isole multimediali e dei punti narrativi, le voci di alcuni protagonisti delle vicende storiche, personaggi noti a livello nazionale come il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, e meno noti come il nazista Friedrich Boβhammer, che da Verona regge le fila delle deportazioni degli ebrei, Rita Rosani, ebrea e partigiana morta in battaglia nel 1944 e l’antifascista e scultore Vittore Bocchetta, offrendo al pubblico un’esperienza autenticamente immersiva.

Gli spazi della Sala Boggian, luogo simbolo del Museo e della città, originariamente utilizzata per i grandi concerti e poi bombardata nel 1945 e ricostruita nel dopo guerra, ospitano inoltre per la prima volta un focus sulla mostra dedicata all’arte salvata che si tenne nel 1947 in queste stesse sale e curata da Antonio Avena, allora direttore dei Musei e Gallerie d’Arte di Verona. Una mostra simbolo della ricostruzione di Verona, in cui vennero esposte le opere messe in salvo durante gli anni della guerra e successivamente recuperate dal territorio; un vero risarcimento alla popolazione ferita dal conflitto, realizzato grazie al coraggio dei cittadini e delle istituzioni volto a preservare e proteggere il patrimonio artistico della città. In occasione della mostra in programma, viene presentata al pubblico una selezione di quelle opere sopravvissute, tra cui Eliodoro e il sacerdote Onia di Giambattista Tiepolo, la Dama delle licnidi di Peter Paul Rubens e un’Allegoria della Speranza di Alessandro Turchi, unica opera sopravvissuta di un ciclo di tele dell’artista.

Durante la mostra viene presentato al pubblico il progetto i Luoghi della Memoria veronese che ha portato alla realizzazione di una speciale mappa, con la creazione di un nuovo percorso culturale centrato sulla città attraverso la storia delle persecuzioni, della prigionia e delle deportazioni. La mappa è stata realizzata dall’Archivio Generale del Comune di Verona in collaborazione con l’Istituto veronese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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