Brescia. Il canto gregoriano e la chiamata del muezzin si fondono accompagnati da una grande orchestra per una prima assoluta alla Chiesa di Santa Maria del Carmine sabato 26 novembre alle ore 20 con l’esecuzione di The Armed Man – A Mass for Peace. Una produzione della Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo che chiude l’edizione 2022 del Festival della Pace, promosso dal Comune e dalla Provincia di Brescia.
Sul palco, diretti da Pier Carlo Orizio, 50 musicisti della Filarmonica e un coro di 100 elementi, frutto della fusione di 3 cori differenti dal Conservatorio Marenzio e dall’Università di Brescia.
Composta da sir Karl Jenkins nel 2000 per le vittime della guerra in Kosovo, The Armed Man si presenta come una fusione di stili musicali composta da sonorità originali che mescolano antico e moderno, occidente ed oriente. Pur richiamando nel nome e nella struttura il concetto di messa, nell’opera convivono diverse religioni: non vi sono solo riferimenti alla Bibbia e al cattolicesimo, il brano Adhaan altro non è che l’evocativo canto del muezzin, che richiama i fedeli alla preghiera. Nello spirito di multiculturalità che permea l’opera, l’organizzazione ha scelto che a recitarla fosse un’esponente della comunità musulmana, designato dal Centro Islamico di Brescia.
Un vero e proprio viaggio dalla guerra alla pace, scandito da 13 brani, che prende inizio con l’omonima chanson “L’homme armé” che risale al XIV secolo. Partendo dal Trecento, la parola cantata guida l’ascoltatore in un percorso sonoro ricco di citazioni – oltre al repertorio religioso che attinge dalla Messa di Palestrina e dai Salmi, ma anche da uno dei maggiori testi sacri dell’induismo, il Mahabharata – compaiono i versi di Rudyard Kipling, di Togi Sankichi – poeta giapponese che raccontò da testimone l’orrore di Hiroshima – di Thomas Malory e Alfred Lord Tennyson.
The Armed Man – A Mass for Peace è un’opera multimediale in cui le religioni e gli stili musicali si mescolano per creare un’esperienza che non coinvolge solamente l’udito. Verrà allestito infatti un maxischermo sul quale verrà proiettato il video originale ideato da sir Karl Jenkins per accompagnare la propria creazione. Le immagini offriranno un ulteriore veicolo di senso alla musica e saranno a loro volta arricchite dalla drammaturgia realizzata per l’occasione da Carlo Susa. La regia luci è affidata ad Enzo Mologni.
Una macchina organizzativa imponente che coinvolge 150 interpreti, dai giovanissimi musicisti e coristi fino agli appassionati alumni del Marenzio. Il coro, guidato da Silvio Baracco, docente del Conservatorio bresciano, ha richiesto oltre due mesi di intensa preparazione. Cinque i solisti, a partire dalla voce bianca di Francesco Ferrari di soli 10 anni, affiancato da Benedetta Marchesi (soprano), Ilariandrea Tomasoni (contralto), Nicolas Resinelli (tenore) e Michael Zeni (basso). La preghiera del muezzin sarà recitata da Tamoudi Hassan.
Debutta con la Filarmonica come solista al violoncello in Benedictus, il brano più celebre dell’opera, Ettore Pagano, classe 2003, promettente musicista che nel suo palmares vanta la vittoria di oltre 40 concorsi nazionali e internazionali con primi premi al Khachaturian Cello Competition, al A. Kull Cello Competition di Graz ed il titolo di più giovane finalista del Concorso Janigro di Zagabria.
The Armed Man – A Mass for Peace è un’opera popolare, dal linguaggio musicale contemporaneo e dunque facilmente fruibile. Il compositore gallese Karl Jenkins è noto al grande pubblico per le sue colonne sonore: brani come “Adiemus” e “Palladio” fanno parte dell’immaginario televisivo degli anni Novanta. Il suo stile personalissimo ha superato le definizioni musicali classiche, consentendogli di passare dall’esperienza jazz-rock dei Soft Machine al successo mondiale di Adiemus, tanto da divenire il compositore contemporaneo più eseguito al mondo.
A causa della capienza ridotta e per ragioni organizzative i posti sono limitati. Si invita il pubblico a prenotarsi scrivendo a biglietteria.brescia@festivalpianistico.it