martedì 5 Novembre 2024

Inno a Venere

Iseo, Brescia. La Fondazione l’Arsenale, poderoso edificio che nei secoli fu casa-torre, armeria, magazzino e persino prigione, tra le acque del lago d’Iseo, ospita “Inno a Venere”, una mostra di Patrizia Benedetta Fratus a cura di Barbara Pavan che celebra una plurale e diversa declinazione della bellezza. Sino al 25 novembre.

Un progetto ispirato dalla storia di Komal e dalla sua scelta di non vivere come vittima dopo un episodio che l’ha segnata nel corpo, dando vita a un racconto nuovo. Bellezza, nascita, altra storia, quella di Komal, e del tragico episodio che l’ha sfigurata parzialmente in volto e su buona parte del corpo, ma non è di questo che vogliamo parlare.

Lei è giovanissima e ha deciso che non passerà la sua vita da vittima. Mi ha chiesto di raccontare la sua bellezza, di rendere le cicatrici della sua pelle una mappa, un altro modo di percorrere, farne proemio d’altra narrazione. Con coraggio, Komal ha chiesto di rendere le sue cicatrici un “proemio” per una narrazione diversa, in cui le sue ferite diventano tracce di bellezza e rinascita.
Grazie a Rete di Daphne ODV , l’incontro con Patrizia Benedetta Fratus ha dato vita a un’opera e a un progetto che riflette attraverso l’arte su nuove narrazioni e possibilità.

Patrizia Benedetta Fratus ha dedicato anni a pratiche artistiche partecipate e relazionali, con particolare attenzione alle declinazioni della prevaricazione, in primis nei confronti del genere femminile. In questo terreno è germogliata la sua ricerca delle ragioni e delle dinamiche che sono alla radice della violenza, non solo verso il singolo individuo o gruppo etnico o comunità, ma anche nei confronti della natura, e che derivano da un costante processo di svilimento e desacralizzazione, di trasformazione del soggetto in oggetto; meccanismi generati, verosimilmente, da una successione di cesure e dualismi contrapposti tra gli esseri umani e l’ambiente, tra natura e cultura, tra spirito e materia, tra maschile e femminile.

Patrizia Benedetta Fratus porta avanti una ricerca artistica partecipativa, esplorando le radici profonde della violenza e i meccanismi di prevaricazione.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.
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