Parma – Dagli unguenti conservati nei balsamari egizi, negli alabastrum greci, siriani e romani, fino all’esplorazione dell’ultima frontiera del design spaziale, alla scoperta delle “case” lunari. Un viaggio dai profumi allo spazio sulle note dei Beatles.
Sono le tre mostre collaterali di Mercanteinfiera Autunno, il salone internazionale di riferimento del design storico, del modernariato e del collezionismo vintage, che torna a Fiere di Parma per questo ultimo fine settimana.
Un’edizione che attraversa cinque secoli di stile del gusto per arrivare alle proposte spesso fuori produzione di designer universalmente riconosciuti come Gio Ponti, Gaetano Pesce, Franco Albini, Iosa Ghini, Joe Colombo e Vico Magistretti solo per citarne alcuni.
Un viaggio che vede protagonista la storia del profumo con la collaterale “La forma del profumo: flaconi tra arte e storia”, in collaborazione con Collezione Monica Magnani. Argilla, vetro, porcellana capodimonte, madreperla, tagua e corozo: la scoperta dei portaprofumo è una carrellata che ci restituisce un mix di epoche e tradizioni.
Oggetti come una perfume box tedesca del XVII secolo, fatta in un periodo in cui il profumo aveva ancora una funzione balsamica e di protezione dalle malattie. E portaprofumo che letteralmente raccontano la storia, come un flacone in vetro verde e ottone attaccato a una catena da orologio maschile, che mostra un cannone e alcune parole in bulgaro che significano “Società della Valle del Male Klisura” e la data 1876, riferimento alla “Rivolta di aprile”, quando molti villaggi bulgari si ribellarono all’Impero ottomano.
“Shoot for the moon: come abiteremo il nostro satellite”, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea ESA proietta direttamente fuori dall’orbita terrestre, per cogliere tutti gli aspetti del design spaziale e il suo fondamentale ruolo per tornare e restare sulla Luna, 54 anni dopo lo storico allunaggio di Apollo 11. Fotografie, disegni e materiali avveniristici raccontano il lavoro di frontiera di uomini e donne impegnate impegnate a percorrere “quel millimetro in più verso l’ignoto”, scrive Tommaso Ghidini in Homo Caelestis.
Uomini e donne che immaginano un mondo senza frontiere, come quello cantato da John Lennon in Imagine. Ed è proprio ai “ragazzi di Liverpool” che è dedicata la terza collaterale: “Beatlemania: a spasso nella storia dei Fab Four”, in collaborazione con il Beatles Museum di Brescia e il Patrocinio di Beatlesiani d’Italia Associati. Una collaterale per celebrare il 60° anniversario di “A Hard Day’s Night” ovvero il titolo della canzone, oltre che dell’omonimo album, anche del film dei Beatles, che in Italia prese il titolo di TUTTI PER UNO! Con A Hard Day’s Night la “BEATLEMANIA” esplose dall’’Inghilterra agli Usa per poi dilagare in tutto il mondo.
“Mercanteinfiera – afferma la brand manager Ilaria Dazzi – esprime l’essenza stessa del collezionista, una persona che possiamo davvero dire impegnata in una missione grandiosa: salvare un angolo di mondo, grande o piccolo che sia. Viviamo negli oggetti e gli oggetti dicono di noi, ci raccontano storie. Perciò siamo così ostinatamente impegnati a salvarli e conservarli. Mercanteinfiera è una vera e propria enciclopedia del mondo”.
Un’enciclopedia da sfogliare nei quattro padiglioni del polo fieristico, dove insieme al design d’autore, all’antiquariato, al modernariato e al collezionismo vintage “sfilano” anche i gioielli, le grandi firme dell’orologeria da collezione (Rolex, Audemars Piguet, Vacheron Constantin, Patek Philippe, Hublot) e tutto l’arsenale seduttivo della moda d’antan.
Una fiera internazionale (alla fine saranno oltre 6 mila i buyer) che vede tra i protagonisti sempre più acquirenti della Generazione Y (ovvero i nati tra il 1980 e il 1994), che secondo l’ultimo rapporto Deloitte rappresentano il 40% dei nuovi offerenti, interessati non solo a opere di artisti contemporanei, ma a design, borse e gioielli.
“La forza del salone – conclude Dazzi – è la sua capacità di unire persone e oggetti che, edizione dopo edizione, riesce ad attrarre nuovi pubblici e anticipare tendenze. Davvero l’espressione di un collezionismo “caleidoscopico”.