martedì 22 Ottobre 2024

Il Barocco in musica, fra Brescia e Bergamo

Brescia – La ventiduesima edizione del Festival “Settimane Barocche di Brescia” si terrà
fra Brescia e Bergamo, , per un totale di 15 appuntamenti condensati in un programma variegato.

La rassegna, promossa dall’associazione omonima presieduta da Emanuele Beschi, è
affidata alla nuova direzione artistica di Alberto Martini, maestro concertatore, primo
violino, direttore e solista di fama, direttore dei Virtuosi Italiani e direttore artistico del
Teatro Ristori di Verona, che spiega: «Cosa rappresenta la musica Barocca? Come per tutte le grandi sfide, desidero partire da una domanda per poi allargare lo sguardo sull’intero impianto di questa nuovo percorso delle Settimane Barocche. La risposta per me è molto chiara: sicuramente è il genere d’arte più moderno, ricco di energia positiva e stimolante che ci possa essere. Ha la medesima forza della musica pop, azzardo, anche probabilmente un impeto maggiore nell’affrontare contenuti profondi. Senza voler suscitare tifoserie, vorrei rendere giustizia a un genere che – purtroppo solo per un pregiudizio – viene, a volte, catalogato come polveroso, vecchio o stantio. Nel farlo, ho voluto comporre un programma con proposte innovative di alta qualità artistica, con contenuti sociali e con una loro specifica identità».

Secondo una formula ormai consolidata, il festival intreccia format originali e differenti linguaggi artistici per raccontare il repertorio barocco da prospettive inedite, rivolgendosi ad un pubblico più ampio dei soli appassionati di musica antica.

L’esperienza del 2023 per Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura si rinnova: anche
nel 2024, le Settimane Barocche terranno concerti in entrambe le città, nel segno di una
continuità dell’impegno per il territorio e di una consolidata crescita della propria offerta
artistica.

Nel cartellone non mancano nomi di primo piano del panorama musicale nazionale
e internazionale – il soprano Gemma Bertagnolli, il trombettista Paolo Fresu, il
chitarrista Giulio Tampalini, la mandolinista Dorina Frati, per non citarne che alcuni – e
compagini autorevoli come i Virtuosi Italiani, Concerto Scirocco, l’Arte dell’Arco.

Nel programma del Festival non mancano i nomi dei grandi maestri del barocco
musicale – da Domenico Scarlatti a Johann Sebastian Bach, da Georg Friedrich Händel
ad Antonio Vivaldi – ma ogni concerto è l’occasione per accostarli da prospettive inedite.
Dalle proposte che valorizzano singoli strumenti – si tratti della viola da gamba, del
flauto dolce o del mandolino – agli eventi che esplorano le connessioni tra arti, generi
e linguaggi – come l’incontro tra musica e danza o le imprevedibili consonanze tra stilemi
barocchi e improvvisazione jazz – il Festival racconta la musica del Seicento e Settecento
esplorandone il contesto e cogliendone gli elementi di attualità, coniugando tradizione e
sperimentazione.

Le sedi dei concerti non sono dei semplici contenitori delle proposte musicali, ma scrigni
d’arte accuratamente selezionati per dialogare con le opere barocche eseguite, in
un processo di valorizzazione reciproca. Dalla chiesa di San Cristo alla Casa Museo Zani
di Cellatica all’Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano, dalla Pinacoteca Tosio Martinengo
al Coro delle Monache del Museo di Santa Giulia fino all’auditorium Santa Giulia.

Non mancheranno neppure i progetti speciali: il Barocco incontrerà il jazz grazie al progetto
dell’eclettico Paolo Fresu con i Virtuosi Italiani, che farà dialogare i pentagrammi di
Bach, Vivaldi, Monteverdi e molti altri – tra i quali l’ingiustamente sottovalutata
Barbara Strozzi – con le note blu di Galliano, Bonaventura e dello stesso Fresu.
Una polifonia di idee e linguaggi resa possibile da una vivace rete di collaborazioni,
un impegno corale per offrire al pubblico più di un festival: un’avventura nell’arte,
tra sorprese e stupore.

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