Brescia – Questa è la storia di Peter, un ragazzo che deve fare i conti con un infortunio capitato alla nascita, che non gli permette di correre. Ma attraverso una grande forza di volontà (e aiutato anche dalla sua fede), riesce comunque a raggiungere i propri obiettivi, sia nella vita, che nello studio, che nello sport.
I versi che danno il titolo a questo libro, “Capitano della mia anima”, sono quelli della poesia “Invictus”, tanto cara a Nelson Mandela, e sono tutto un programma: “Non importa quanto sia stretta la porta / quanto impietosa la vita / io sono il padrone del mio destino / io sono il capitano della mia anima”.
A qualcuno potrebbe sembrare una storia troppo bella per essere vera. Ma è qui la sorpresa: Peter è in realtà l’alter ego dell’autore, e gli eventi narrati sono realmente accaduti e vissuti.
Temi come, l’accettazione di sé, l’inclusione, il bullismo, vengono qui affrontati con un coinvolgimento personale, e senza negare la sofferenza che a volte hanno comportato. Rinfranca però vedere che, alla fine, il bilancio del racconto è ampiamente positivo.
Scrive infatti l’autore: “Non ho nulla da dimostrare. Tranne che la vita è degna di essere vissuta. Sempre”.
Il libro è sponsorizzato, tra gli altri, anche dall’Associazione ProVita e Famiglia, che opera in difesa della dignità umana dei più piccoli. Tutto ciò concorre all’obiettivo del libro, che è di dare una testimonianza: per quanti siano gli ostacoli lungo il percorso, la vita ha sempre un valore incommensurabile.