mercoledì 25 Settembre 2024

Gli stati dell’acqua: rassegna di cinema ambientale

Verona –  In programma nel cortile di Palazzo Pellegrini questa prima rassegna cinematografica ospitata negli spazi della sede di Fondazione Cariverona.

Indagando il concetto del “divenire” legato all’elemento dell’acqua, la rassegna, ideata appositamente nell’ambito del progetto Panta Rei, si rifà all’immagine del fiume con le sue anse, le correnti, le rapide, il suo accelerare e rallentare, la sua capacità di attraversare terre lontane e diverse, scivolando dalle montagne al mare, per esprimere in modo immediato il concetto del “tutto scorre”, metafora della vita stessa.

La mutevolezza dell’acqua non è, quindi, solo un fenomeno poetico, ma prima di tutto ambientale, che ci rimanda alla mente i diversi stati di questo elemento primigenio, che dal liquido passa al solido ghiaccio e al gassoso vapore. Parlare di acqua oggi e nel futuro significa evocare l’immagine dei ghiacciai e del loro scioglimento, oppure la foschia e l’umidità tipiche delle foreste tropicali, cariche di vita e biodiversità. E significa anche riflettere sul “punto triplo”, in cui i tre stati coesistono, per cercare di capire come la società sia in continua metamorfosi sotto la spinta di agenti esterni.

Apre il programma giovedì 26 settembre il cortometraggio Salmo di Paul Pajot (Francia, 2023, 8’), dove il protagonista ci porta con sé nel viaggio dal torrente natio ai confini dell’Artico, seguito dal pluripremiato film Il pianeta azzurro di Franco Piavoli (Italia, 1982, 88’), sinfonia visiva dello stato liquido dell’acqua tra torrenti, brina e pioggia che si incontrano con la terra e la vita della campagna, e di riflesso con le speranze, gli amori e i dolori dell’uomo. Per l’occasione precede la proiezione l’incontro con il regista Franco Piavoli alle ore 20.30.

Venerdì 27 settembre è, poi, la volta del documentario Into the Ice di Lars Ostenfeld (Danimarca, 2022, 86’), un viaggio alla scoperta del ghiaccio, in cui si cela il futuro dell’umanità, seguendo le spedizioni scientifiche pionieristiche di tre tra i massimi glaciologi al mondo, alla scoperta della calotta glaciale della Groenlandia.

Quel ghiaccio, che diventerà acqua nel prossimo futuro a causa del continuo surriscaldamento globale, si scopre essere un mondo brulicante di vita e meraviglia. I temi del film saranno anticipati, per l’occasione, nell’incontro con Dino Zardi, professore ordinario di Fisica dell’Atmosfera presso l’Università di Trento, con la moderazione di Niccolò Ragno, in programma alle ore 20.30.

Sabato 28 settembre viene proposto il lungometraggio di animazione White Plastic Sky di Sarolta Szabò e Tibor Bánóczki (Ungheria/Slovacchia, 2023, 111’), in cui lo stato gassoso, poco ricordato dai filosofi o dal cinema, ma altrettanto fondamentale per la vita, diventa oggetto di riflessione.

In questo film, presentato lo scorso anno alla Berlinale, si restituisce una visione distopica del futuro, in cui la natura è una vasta distesa di sabbia arida, mentre piante e ossigeno sono conservati in minima parte grazie al sacrificio della società.

Conclude la rassegna domenica 29 settembre Afrìn nel mondo sommerso di Angelos Rallis (Grecia/Francia/Germania, 2023, 92’), Miglior Documentario al Giffoni Film Festival, in cui si indaga quel “punto triplo” in cui, a una determinata temperatura e pressione, si crea la condizione affinché i tre stati dell’acqua coesistano.

Metafora della metamorfosi dell’essere umano, in continuo divenire sia nel proprio mondo interiore sia nel mondo esterno, in cui, sotto la pressione di agenti esterni, vive colossali migrazioni. L’acqua si conferma insostituibile fonte di vita, ma può raccontare anche storie drammatiche, facendosi confine arduo da superare o nemico vero e proprio, come per la protagonista, costretta a fuggire dal suo villaggio in Bangladesh a causa delle continue inondazioni.

Precede la proiezione alle ore 20.30 la performance Flux di Giacomo Ceschi, che esplora il concetto di trasformazione attraverso la materia e il suono, partendo da una scultura di argilla, ricavata dal fiume Adige, immersa nell’acqua. Flux diventa, così, una meditazione sulla natura effimera della materia, sulla fragilità delle forme e sulla continua evoluzione che caratterizza tutte le cose, visibili e invisibili.

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